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lunedì 23 maggio 2011

Chi l'ha visto... (l'amico su Facebook)?

Forse sarà capitato anche a voi…da un po’ di tempo alcuni dei vostri amici su Facebook sembrano scomparsi, evaporati nel continuo fluire di aggiornamenti/notizie ed altro che ogni giorno trovate nella vostra pagina, mentre altri amici sono sempre lì, a “postare” su Facebook con una assiduità tale da apparire quasi "maniacale". Che cosa è successo?

E' Facebook a decidere per voi quali storie/aggiornamenti, ecc. farvi vedere sulla vostra pagina. Il sistema è di default impostato in modo da mostrarvi quelle che Facebook definisce “Notizie più popolari”, a discapito, ad esempio, dell’aggiornamento cronologico (che vi porterebbe ad avere sulla vostra pagina le notizie dei vostri amici riportate puramente in ordine cronologico).

Come Facebook definisce queste “Notizie più popolari”? Tramite un algoritmo che con un calcolo complesso ed un sistema di ponderazione premia i post delle persone con le quali avete maggiore affinità (intesa come insieme di relazioni su Facebook, ad esempio perché commentate molto spesso il loro stato, oppure le loro foto), premia determinati contenuti rispetto ad altri ed infine la “freschezza” degli stessi (ossia i contenuti più recenti).

Così è probabile che il semplice aggiornamento di stato (per quanto recente) di un vostro amico non finisca tra le “Notizie più popolari”…Per essere sicuro di visualizzarlo dovrete intervenire voi, manualmente. Se non lo farete, il sistema rimarrà settato di default sulle “Notizie più popolari” (con il rischio di farvi perdere del tutto le tracce dei vostri amici che hanno una vita di relazione su Facebook meno attiva di altri).

Una delle ragioni dell’utilizzo dell’algoritmo risiede nella necessità di gestire in qualche modo l’enorme mole di informazioni generata dagli utenti: non solo, ma l’algoritmo tenta di dare risalto agli aspetti di socialità che sono connaturati ad uno strumento come Facebook. Nobili ragioni, per carità, ma nel momento in cui qualcuno decide per noi è importante, perlomeno, esserne consapevoli.

Certo Facebook non è il primo esempio di questo tipo. Anche Google, ad esempio, nel momento in cui viene effettuata una ricerca, utilizza un complesso algoritmo per determinare quali risultati mostrare e, soprattutto, in quale ordine. Ancora oggi, molte componenti dell’algoritmo rimangono segrete ed il tentativo di posizionare un determinato risultato (es.:un sito web) più in alto possibile nei risultati delle ricerche resta uno degli obiettivi principali di quella che viene definita SEO (search engine optimisation).

Secondo alcune ricerche, il 75% delle persone che effettua ricerche su Internet tramite motori di ricerca come Google si ferma alla consultazione della prima pagina dei risultati… In questo modo concetti/strumenti apparentemente solo tecnologici quali gli algoritmi e i sistemi di indicizzazione dei contenuti diventano elementi in grado di condizionare il nostro approccio alla conoscenza sul web.