Difficile immaginare il traffico brulicante lungo le stradine sulle quali si affacciano le botteghe, le case, le ville…
I recipienti per le bevande, lo spazio per la cottura del pane, i muri con le scritte che inneggiano al politico di turno, gli spazi intimi del Lupanare con le immagini proibite e poi il foro, maestoso, con le colonne, le statue, i grandi spazi…frammenti di vita quotidiana che il turista cerca di rivivere affacciandosi in tutte le aperture che scorge, toccando i muri, sbirciando attraverso le sbarre di metallo che vietano l’accesso.
Il Vesuvio è là…inquietante nel suo silenzio.
Ma è un attimo…i mosaici colorati, i colori sgargianti e i giardini con le piccole fontane ci riportano alla vita gioiosa della città, ai suoi cittadini benestanti ed indaffarati.
Fino al tramonto…quando le vie tornano deserte ed il silenzio avvolge nuovamente la città, sotto lo sguardo protettivo del Vesuvio.
3 commenti:
Cara Beth, la tua descrizione mi ha fatto venire voglia di rileggere le lettere di Plinio il Giovane a Tacito. Sono antichissime ma davvero emozionanti. Per chi ha voglia...in latino e in italiano! http://www.arangioruiz.org/vesuvio/ovidio/PLINIO79.htm
Grazie Lisa, ottimo suggerimento! Se poi ci fermassimo a leggerle lungo una delle stradine di Pompei, magari al tramonto...
Fa tanto Grand tour del 1600!
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