mercoledì 12 maggio 2010

I viaggi de "Ilportapenne": Parigi

Il treno entra alla Gare de Lyon di Parigi in perfetto orario, primo segno che abbiamo varcato i confini nazionali.

Nonostante la grandezza della città, il traffico scorre agevolmente nei grandi boulevard: c’è anche chi riesce ad andare in bicicletta.
Sarà il suono dolce della lingua, saranno le boulangerie e patisserie con le loro baguette e croissant che ci guardano invitanti dalle vetrine, saranno gli alberi maestosi lungo i boulevard o le insegne del metro in stile liberty, ma l’atmosfera sembra particolarmente rilassata…o sarà semplicemente che siamo in vacanza e, lasciati indietro la quotidianità ed il lavoro, tutto ci sembra più bello.

In Place des Vosges i bimbi giocano: sotto i portici le gallerie d’arte espongono le opere, mentre alcuni artisti espongono i quadri direttamente all’aria aperta. E c’è chi si ferma a discutere con gli artisti sul significato delle opere o a chiedere il perché dell’espressione di una scultura…”Sì, effettivamente ho uno stile un po’ accademico” risponde pacatamente un signore di 60 anni alla coppia di francesi che lo interroga, mentre tiene nella mano la piccola scultura di una bambina.

Il ragazzo che gestisce il piccolo negozio di souvenir e cartoline all’ingresso della piazza è turco, anche se nato in Francia, e ha le idee chiare sulle politiche dell’immigrazione: “Voi italiani non volete gli stranieri…ecco almeno siete chiari..qui in Francia invece sono ipocriti…dicono che ci vogliono – ed in effetti hanno bisogno di noi in tanti lavori quotidiani – ma poi ci trattano da cittadini di serie B”. Affermazione alla quale non so bene che cosa rispondere, ma che, nonostante il sorriso del ragazzo turco, non mi suona esattamente come un complimento…

A Chantilly, circa 40 km da Parigi, all’interno del castello, visitiamo quella che la guida dichiara fieramente essere “la seconda pinacoteca più importante della Francia, dopo il Louvre”. “Per volontà degli ultimi eredi, tutto ciò che è conservato nel museo non può essere né venduto, né prestato…” dice la guida “...e nulla può essere restituito”, aggiunge, sogghignando mentre guarda un mosaico proveniente da Ercolano sistemato su un muro (avrà intuito che siamo italiani?).

Mangiamo in una casetta all’interno dell’immenso parco del castello: qui proviamo la vera crema “Chantilly” e beviamo la birra “Rebelle”, dedicata ad una donna che guidò, intorno al 1500, una rivolta contro Carlo il Temerario (pieni di eroine questi francesi: Giovanna d’Arco e questa giovane donna, anche lei, curiosamente, di nome Giovanna!). L’etichetta sulla bottiglia riporta la storia della birra e presenta un simbolo curioso che non avevo mai visto: una donna con il pancione mentre beve la birra ed una riga tracciata sopra…Altro che “bevi responsabilmente” ed altri motti simili…qui proprio “vietano” la birra alle donne incinte, con tanto di segnaletica dedicata!

Il castello di Malmaison, a pochi km da Parigi, è stato per diversi anni la residenza di campagna di Napoleone e anche luogo di riunioni del governo. L’atmosfera è molto tranquilla: nulla a che vedere con lo sfarzo delle residenze di principi e nobili. Per questo non ci è difficile immaginare Napoleone seduto al tavolo da pranzo o nella biblioteca o nella stanza della musica, o mentre gioca al biliardo, come un marito qualsiasi (o quasi).

Ripartiamo dalla Gare de Lyon e arriviamo a destinazione, in Italia, puntuali, neanche 5 minuti di ritardo…eppure siamo in Italia (ah no, dimenticavo, il treno è francese…!)

Nessun commento: