venerdì 7 maggio 2010

Welcome to Rho-Fiera Milano!


Secondo il sito ufficiale è il “centro espositivo che per dimensioni, funzionalità, qualità architettonica si colloca ai vertici del mercato fieristico mondiale”*. E in effetti, quando si arriva a Rho-Fiera (detta anche Fiera Milano) la prima impressione può essere quella, se non altro per l’aspetto architettonico, che davvero non può non lasciare indifferenti (vd. foto).

Ci incamminiamo dunque fiduciosi lungo i padiglioni della manifestazione che ci interessa: varcata la soglia d’entrata la fiducia però comincia a scemare. Ci sentiamo completamente persi. I cartelli sono poco chiari e posizionati ancor peggio, le cartine praticamente incomprensibili (forse anche perché scritte con caratteri “8”). Vaghiamo alla ricerca della sala congressi che ci interessa: finalmente, con non poca fatica, la troviamo. Peccato che la sala abbia una capienza assolutamente insufficiente: la metà dei presenti è costretta a stare in piedi (e nessuna hostess verrà in nostro soccorso con sedie aggiuntive, come capita altrove) e dopo un po’ di tempo, causa anche l’insufficiente aerazione del luogo, la sensazione di soffocamento è diffusa…

Terminata questa sofferenza fisica, il povero visitatore parte alla ricerca di un luogo nel quale potersi ristorare: nonostante la quantità di persone presenti, i luoghi nei quali poter soddisfare tale esigenza sono pochi e squallidi (e cari). Forse la seguente sosta sarà più promettente? La ricerca delle toilette si rivela alquanto ardua: in compenso troviamo la tipografia, l’ufficio che mette a disposizione hostess ed accompagnatrici e… la “zona del silenzio”…incuriositi dal nome ci incamminiamo e, sorpresa sorpresa, proprio qui troviamo le agognate toilette..poco più in là, un luogo che deduciamo essere dedicato alla meditazione spirituale e alla preghiera (e dopo un’esperienza di questo tipo forse ce n’è davvero bisogno).

Finalmente la manifestazione termina e ci incamminiamo verso la nuovissima stazione ferroviaria Rho-Fiera per prendere il treno (vd.foto).
Acquistiamo il biglietto alla biglietteria automatica perché di esseri umani non c’è ombra..la macchinetta, abilitata a dare resto e ad accettare carta di credito e bancomat non accetta né l’una né l’altro e ci restituisce un resto inferiore al dovuto (nonostante riporti che dà resto massimo in moneta fino a 9€).
Mancano 30 minuti all’arrivo del treno: saliamo lungo le scale mobili e in superficie veniamo travolti dalla bora che da Trieste ha raggiunto direttamente Rho-Fiera, bypassando le stazioni intermedie: data la stanchezza vorremo sederci sulle poche panchine posizionate lungo i binari ma il rischio di assideramento è troppo elevato e scendiamo, come tutti gli altri viaggiatori, al livello -1.

Nella stazione (nuovissima) non c’è ombra di un bar nel quale potersi riparare e dunque, nella speranza di trovare bar all’esterno, ci incamminiamo verso l’uscita. Quello che troviamo non è esattamente quello che cercavamo (vd. foto).

A questo punto l’unica speranza è di trovare una panchina al livello -1, sotto la stazione…qui gli unici punti di appoggio (vd. foto) sono però inutilizzabili..qualcuno in verità si azzarda ad utilizzarli come panchine, ma desiste presto.
















Nell’impossibilità di sederci continuiamo a camminare su e giù per i corridoi del livello -1, come tutti gli altri viaggiatori, fino all’orario dell’arrivo del treno (anche qui, ovviamente nessun punto di ristoro, nessun bar, ecc.).

Alla fine il treno che arriva è pieno e dobbiamo nuovamente stare in piedi: la tentazione di emulare l’urlo di Fantozzi è forte, ma l’importante è andare via e lasciare il più possibile lontano da noi questo “centro di eccellenza”….

http://www.fieramilano.it/portal/page?_pageid=36,1,36_64507&_dad=portal&_schema=PORTAL

2 commenti:

Rob ha detto...

Come diceva mia nonna: "Povri nui suldà!" (=poveri noi soldati)

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Anche tua nonna è transitata per Rho-Fiera? ;-)