martedì 30 dicembre 2008

Ma non ci sono solo l'alcol e la droga...

In questi giorni abbiamo sentito purtroppo ancora di tanti incidenti sulle strade. I giornali insistono molto su alcol e droga come fattori spesso determinanti degli incidenti. Per carità, tutto giusto, ma secondo me sarebbe bene non dimenticare altri fattori. Es.: rispetto delle distanze di sicurezza, rispetto dei limiti di velocità, cinture di sicurezza per TUTTI gli occupanti, capacità di guidare anche in condizioni non ottimali (pioggia, neve, ghiaccio).

Oltre alla partenza in salita e ai parcheggi oggetto di esame al test pratico di guida perché non OBBLIGARE quelli che vogliono prendere la patente a frequentare corsi di guida su strade bagnate, ghiacchiate, ecc.? (Tutti, prima o poi si trovano a dover guidare in queste circostanze o no?...).

L'enfasi posta in questi giorni sugli indicidenti stradali mi ha riportato alla mente le cosiddette "pubblicità progresso" per la guida sicura. Vi descrivo il cartellone visto tempo fa sui muri di Torino: giovane ben rasato, pulito, con braccio ingessato che con sorriso ebete, quasi trionfante, dice: "Guidavo senza cintura di sicurezza". Complimenti! Senza dubbio è una pubblicità che trasmette in modo efficace i pericoli derivanti da una guida "non sicura"!!!

Sarà una mia impressione, ma la foto utilizzata sui cartelloni negli USA e che fece scalpore da noi qualche anno fa (una ragazza completamente sfigurata a causa di un ubriaco che la travolse con la macchina mentre tornava a casa) mi sembra più efficace...senza parlare poi delle trasmissioni televisive che in Gran Bretagna vengono dedicate all'argomento ( e che mostrano le scene degli incidenti e i feriti non per fare audience, ma per tentare di fare capire che davvero si può far molto male - a se stessi e agli altri...).

Penso che in Italia si debba riflettere un po' di più sull'educazione stradale (in modo serio e non solo a forza di slogan...). Gridare che l'alcol e la droga alla guida "fanno male" mi sembra, tutto considerato, un atteggiamento abbastanza superficiale...

Chi indovina la parola? Puntata n.9 (Aggiornato)

Indovinando le parole a grande velocità, Rob ci sta costringendo a degli sforzi mentali non indifferenti...L'ultima parola era proprio MITO (mito della caverna in Platone, essere un mito, la MITO - una recente macchina Alfa Romeo - falso mito).

Ecco un altro set di parole (Rob, prometti che se vai all'Eredità però condividi con noi almeno una parte della vincita...)

ACQUISTO
PROCESSO
SERIE
MESSE

Chi indovina per primo?

P.S. del 05/01/2009: a grande richiesta ecco un aiutino, ossia un'ulteriore parola da aggiungere alla lista:
VOTO
Chi indovina per primo?

lunedì 29 dicembre 2008

Chi indovina la parola? Puntata n.8

Rob sta "sbancando"...ancora una volta è arrivata prima: la parola era proprio PREMIO (premio di produzione, premio fedeltà, targa come tipologia di premio, motivazione di un premio).
Ecco un nuovo set di parole:

ESSERE
CAVERNA
MACCHINA
FALSO

Chi indovina per primo?

Chi indovina la parola? Puntata n.7

Brava Rob! La parola era proprio SPECIALITA' (specialità della casa, coppa di specialità nello sci, specialità gastronomiche di una Regione, specialità in medicina). Quando possiamo venire a fare il tifo per te all'Eredità?

Ecco il nuovo set di parole:


PRODUZIONE
FEDELTA'
TARGA
MOTIVAZIONE

Chi indovina per primo?

domenica 28 dicembre 2008

Suggestioni d'inverno

L'impalpabile silenzio di una nevicata in collina...
Il respiro caldo di un bimbo che dorme, nel palmo della tua mano...
Le note dell'organo che si spengono in una fredda chiesa vuota.

Chi indovina la parola? Puntata n.6

Brava Rob! La parola del post era proprio COPPIA (doppia coppia nel poker - no Rob, non avevo guardato su Google..comunque, per la cronaca, per chi fosse interessato, il primo link che viene proposto digitando "doppia coppia" sul motore di ricerca è quello di annunci erotici...), coppia di fatto, il valzer è un ballo di coppia, la Strana Coppia - film degli anni '60).

Ed ecco il nuovo set di parole:

CASA
COPPA
REGIONE
MEDICINA

Chi indovina per primo?

sabato 27 dicembre 2008

Chi indovina la parola? Puntata n.5

Brava Rob! La soluzione del precedente post era proprio FONDO (fondo di bottiglia, andare a fondo di una questione, fondo di magazzino, linea di fondo del tennis, ad esempio).

Ecco il nuovo set di parole:

FATTO
VALZER
DOPPIA
STRANA

Ah, mi raccomando, giustificate la vostra decisione (spiegando come la parola da voi proposta si abbini a quelle indicate sopra).
Infine una precisazione: qualcuno mi ha chiesto da dove vengano questi set di parole. La risposta è: tutto inventato dalla sottoscritta.

Chi indovina per primo la parola?

venerdì 26 dicembre 2008

Chi indovina la parola? Puntata n.4

Innanzitutto auguri di buone feste ai nostri 25 (magari!) lettori de "Ilportapenne"! E poi complimenti a Max che ha indovinato la parola del precedente post: SOLUZIONE (una soluzione chimica acida, una soluzione facile, quindi elementare, la soluzione finale per indicare lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, la soluzione del giallo).

Tra una fetta di panettone e l'altra, ecco il nuovo set di parole:
MAGAZZINO
LINEA
BOTTIGLIA
ANDARE
Chi indovina per primo la parola?

lunedì 22 dicembre 2008

Chi indovina la parola? Puntata 3

Anche se con qualche aiutino, alla fine la parola misteriosa del precedente post http://ilportapenne.blogspot.com/2008/12/chi-indovina-la-parola-puntata-2.html è stata trovata: DISPENSA (il papa può dare la dispensa - es.: scogliendo un matrimonio oppure dispensando un prete dagli oneri sacerdotali -, la dispensa dall'obbligo di prestare il servizio di leva , la conserva si ripone nella dispensa, la dispensa di un corso universitario). Brava Rob (ma questa volta, visti i numerosi aiutini, hai il diritto di consumare solo mezzo cioccolatino antistress..)!

Ecco la nuova serie di parole:
ELEMENTARE
FINALE
ACIDA
GIALLO

Chi indovina per primo?

venerdì 19 dicembre 2008

Uomini e donne vengono da pianeti diversi...o forse no?

E' vero, come sostiene un libro uscito qualche anno fa - e che ha riscosso un grande successo - che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere o, detto altrimenti, che uomini e donne parlano "linguaggi differenti"? La tesi dell'autore ripropone quella di un libro che avevo studiato all'università per un corso di inglese: la difficoltà che hanno uomini e donne nel comunicare può essere ricondotta a fattori "genetici", al fatto che uomini e donne sono geneticamente diversi.
Su questo tema ci sono stati molti dibattiti. Le conseguenze di questa tesi non sono secondarie: la più importante è che i fraintendimenti nella comunicazione tra i due sessi sarebbero il risultato di aspettative (quella di parlare la stessa lingua) non realistiche e che dunque l'unica soluzione è accettare queste differenze ed imparare a conviverci.

Alcuni studi (in particolare quelli di Deborah Cameron) contestano fortemente questo approccio, parlando di un vero e proprio "mito di Marte e Venere". Oltre a criticare la mancanza di prove scientifiche a supporto, la studiosa sottolinea alcune conseguenze negative di questo mito (che sarebbe ad esempio alla base del "beneficio del dubbio" che viene concesso a coloro i quali vengano accusati di violenza sessuale: "Non aveva capito i segnali che la donna gli aveva dato...").

Non solo, ma secondo la Cameron il successo del "mito di Marte e Venere" sarebbe riconducibile alla volontà di trovare una giustificazione alla sussistenza (nonostante i cambiamenti sociali, in particolar modo nel ruolo della donna) di differenze in atteggiamenti/comportamenti tra uomini e donne che in realtà non dovrebbero esserci o che comunque si dovrebbe cercare di superare.

Semplificando: i cambiamenti sociali in atto mettono in dubbio le storiche certezze sui ruoli della donna e dell'uomo nella società. Si tratta di cambiamenti non facili: accettando questo mito (e dunque il fatto che uomini e donne sarebbero geneticamente diversi) ci arrendiamo al fatto che le cause alla base di queste differenze siano naturali e quindi non modificabili . Al contrario se, come afferma la Cameron, alla base di questi atteggiamenti ci sono motivi di ordine sociale ecco che le cose cambiano.

La credenza che i problemi di comprensione/comunicazione tra uomini e donne siano riconducibili a fattori "naturali" e dunque inevitabili - l'irriducibile differenza tra uomini e donne - e non siano invece legati a fattori sociali "ci trattiene dal pensare a quali "sistemazioni" di ordine sociale (social arrangements) potrebbero funzionare meglio di quelle attuali in una società che non può più reggersi sui vecchi presupposti di ciò che gli uomini e le donne fanno"(Deborah Cameron in
http://www.guardian.co.uk/world/2007/oct/03/gender.politicsphilosophyandsociety1)

Personalmente avevo sempre pensato che uomini e donne fossero "naturalmente" abbastanza diversi nel modo di comunicare e di affrontare i problemi...tuttavia le argomentazioni della Cameron mi sembrano interessanti e stimolanti...Che il fatto che gli uomini non riescano a fare più di una cosa allo stesso tempo (uno dei pregiudizi più comuni) sia legato non a una loro "mancanza" naturale ma al fatto che semplicemente non sono abituati - per motivi di ordine sociale - a dover fare più cose contemporanemente (come le donne "polipo" di oggi che devono barcamenarsi tra lavoro, casa, figli, ecc.)?

giovedì 18 dicembre 2008

Chi indovina la parola? Puntata 2 (Aggiornato)

Brava Rob! La parola della prima puntata del gioco era proprio "GAMBA" (prendere sotto gamba, tre uomini e una gamba, gamba dello sgabello, tendere la gamba - ad esempio per fare lo sgambetto - e "gamba", diminutivo di Gambadilegno, usato nei fumetti Disney). Sorry, nessun premio (qui siamo rigorosamente no-profit! Al massimo possiamo regalare cioccolatini, ma sappiamo, Rob, che il tuo cassetto antistress è già pieno!...).
Sergio, se riesci a trovare delle giustificazioni per "TAVOLO" al posto di "GAMBA" per me va bene (a volte è possibile che ci sia anche più di una possibilità,...ma in questo caso non mi sembra che funzioni...)

Ecco la nuova puntata:
PAPA (senza accento!)
OBBLIGO
CONSERVA
CORSO
Chi indovina per primo?

P.S. del 19/12: a seguito della richiesta di un "aiutino" possiamo dire che la parola cercata, oltre ad essere un sostantivo, è anche la terza persona singolare di un verbo.
P.S. del 22/12: secondo aiutino. Ecco la struttura della parola cercata: D......A

martedì 16 dicembre 2008

Trenino va...trenino va. Puntata 2: il viaggio virtuale

Questa è la cronaca di un viaggio all'interno del sito di Ferrovie dello Stato (www.ferroviedellostato.it).

Dopo aver visto politici presenziare gongolanti all'inaugurazione della "Frecciarossa" Milano-Bologna e mangiare gustosi aperitivi esultando per il fatto che ora avrebbero potuto lavorare (!) meglio, senza necessità di staccare il cellulare come in aereo http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_de45535c-c95b-11dd-ae8d-00144f02aabc&vxBitrate=300 (e parliamo degli stessi che in vita loro, ci scommetto, non hanno mai preso un IR - esattamente al pari di quei geni di ingegneri che si incapponiscono nel progettare treni con interni a dimensione di gnomo, nei quali non riesci a posare neanche uno zaino o la borsa e neppure ad accavallare le gambe, ammesso che tu riesca a sederti) - e dopo aver letto i tanti impietosi commenti dei lettori sullo stato disgraziato delle nostre Ferrovie sulla scia dell'inaugurazione della Frecciarossa (http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_15/freccia_rossa_alta_velocita_formigoni_cattaneo_a0cad192-cad1-11dd-91ae-00144f02aabc.shtml
ho voluto vedere se, e come, sul sito delle Ferrovie erano stati riportati questi fatti.

Vado sul sito e trovo in primo piano, nelle news:
"Roma Termini, l'albero di Natale e le lettere dei desideri"..(...)." Tracce di esistenza uniche, lasciate appese tra le luci e gli addobbi di quest’albero che pare aver trovato la sua anima, e aiutato a scoprire la nostra" (cavolo, penso, devo aver sbagliato sito...qui si fa poesia...);
"Alta Velocità del Gruppo Ferrovie dello Stato, un impegno mantenuto"..." "Articoli, foto e video della giornata storica in cui ha preso il via la "Metropolitana veloce d'Italia" con dovizia di dati sull'elenco dei politici e sui loro commenti (sempre i soliti che in vita loro non hanno mai preso un IR);
"Nuovo orario 2009: l'Italia ferroviaria cambia marcia" (tutto un elenco di AV/Eurostar, IC...)..ah sì, da ultimo si cita anche il trasporto regionale...ovviamente anche quello migliorato..)". Simo, Carlo, Sergio, perché vi lamentate??? INGRATI!

Soltanto andando a scavare (non sono contenuti in evidenza...) nella rassegna stampa trovo articoli che parlano di Formigoni che si dice pronto a fermare "Frecciarossa" e del lunedì "nero" dei 350.000 viaggiatori lombardi.

A proposito di viaggiatori, ma lo spazio per le segnalazioni dei viaggiatori?Eccolo http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=c594f19d7485a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD ma, ohibò...trattasi di rapporto "confidenziale" tra utente e Ferrovie, quindi non posso leggere nessun reclamo online...
In compenso trovo esaustivi comunicati su:
MONTEVARCHI: VANDALLIZZATE LE DUE EMETTITRICI SELF SERVICE DI STAZIONE;
TERNI, LA GRANDE LETTERATURA ENTRA IN STAZIONE ed altre amenità..

I giornalisti sono più fortunati: loro hanno anche diritto a ricevere comunicati stampa della Direzione Comunicazione di Ferrovie dello Stato, comprese le "precisazioni" (in realtà le comunicazioni sono dirette ai lettori che hanno scritto lettere di denuncia ai vari quotidiani, ma i destinatari sono comunque i direttori dei relativi giornali)..e qui leggo "La puntualità dei treni italiani ha raggiunto, e in alcuni casi superato (con punte del 95%), quella delle altre compagnie ferroviarie europee". Sarà...evidentemente nella mia vita lunga di pendolare avrò beccato i treni "sfigati" che non rientrano nella norma...(ah a proposito, pure Simo, Carlo e Sergio...)...

Con la tristezza nel cuore termino la visita sulla sezione del sito intitolata "Tempo libero". Che esordisce così: "I treni fanno parte della nostra vita (e dei nostri peggiori incubi, rispondo io, ndr.). Non solo nella loro dimensione reale, ma anche in quella dell’immaginazione e della fantasia (mi è sufficiente quella reale, grazie, ndr). Treni veri e metaforici si possono trovare nei romanzi, in un film, nella poesia, in un quadro o in un brano musicale. Gli approcci per una lettura un po’ diversa del mondo delle ferrovie sono tanti, insomma, e spesso sono anche divertenti"(!!!)
Ah, ora sì che mi sento meglio...

Chi indovina la parola? (Aggiornato)

Avete presente il gioco che chiude ogni sera alle 20 il quiz su Rai1? La sfida consiste nel trovare la parola che si combina bene con tutte quelle riportate (es: se le parole sono: RIGIDO, FRENI, VOLANTE, ERNIA, la soluzione potrebbe essere "DISCO" (il disco rigido del PC, i freni a disco, il disco volante, l'ernia del disco...).
Ecco la serie che vi propongo oggi:
SOTTO
UOMINI
SGABELLO
TENDERE
Chi è il più rapido a trovare la parola?
La soluzione nei prossimi post...
P.S. del 17/12: a grande richiesta, ecco l'aiutino, un'ulteriore parola, che si aggiunge alle precedenti:
TOPOLINO

lunedì 15 dicembre 2008

Pubblicità: non ci sono solo le "ascelle sudate"

Prendo lo spunto di questo post dall'ultimo post di Lisa http://ilportapenne.blogspot.com/2008/12/orrenda.html e dal mio precedente http://ilportapenne.blogspot.com/2008/11/troooopo-scema.html, entrambi relativi al tema della pubblicità.
In ambedue i casi ci siamo soffermate sulla stupidità dei contenuti. Per fortuna, però, talvolta la pubblicità può risultare anche piacevole.
In un articolo di oggi sul Corriere Economia ("Panariello, le sirene e la nostalgia di Littizzetto", p. 30), il critico Aldo Grasso parla di alcune recenti - e riuscite - pubblicità di società di telefonia mobile (quelle di Wind, con i testimonial Panariello e Incontrada e quelle di "3" con la sempreverde Littizzetto) citandole come un efficace esempio di "brevitas" che fa bene alla comicità (che si esprime come parodia di certi parvenus - nel caso del personaggio di Panariello - o di nostalgia per i tempi andati, nel caso della Littizzetto).
Sono d'accordo: in particolare, mi sembra che sia "riuscito" il format "a puntate" (peraltro non una novità, ricordate le mitiche telefonate del condannato a morte Proietti? Oppure, più recentemente, le avventure celesti di Bonolis e Laurenti? ). Qualcuno dirà che questa è solo una "piccola"- e certo non la più significativa - forma di comicità televisiva. Vero, ma meglio comunque queste piccole "pillole" di comicità (o di parodia) alla bimba che a 5 anni lava i piatti (da brava futura donna di casa), alle ascelle sudate citate da Lisa o all'animale che dalla parte meno nobile del proprio corpicino emette rinfrescanti "effluvi".

Orrenda!

C'è una pubblicità ORRENDA: è quella dove un gruppo di baldi giovani intenti in attività sportive alza le braccia e dice "Altolà al sudore!" Se la guardo mentre sto mangiando mi passa l'appetito, sento davvero odore di ascella sudata. Pessima!!!

domenica 14 dicembre 2008

Okkio allo scherzo!

Ricordate il detto: "Dai nemici mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io..."? Ebbene, nelle prossime settimane sarà bene tenerlo ben presente.
Come ci ha informato la televisione qualche giorno fa, nella prossima edizione di "Scherzi a parte" (noto programma nel quale si organizzano scherzi a danno di personaggi noti, ndr.) saranno mandati in onda anche gli scherzi inviati dai telespettatori.
Questo significa che potenzialmente tutti potremo essere vittime di qualche amico in cerca di gloria...già perché, e questo è il mio timore, ci sono persone che farebbero di tutto pur di andare in televisione, anche, magari, organizzare scherzi assolutamente demenziali o di cattivo gusto a danno di qualche malcapitato.
Ora, è vero che una delle trasmissioni più fortunate della TV si chiama "Paperissima" ed è "costruita" proprio sui contributi degli utenti (un precursore di quella che potremmo definire "televisione 2.0", mutuando il termine dal web2.0) ma lì il genere è diverso, più "innocente". Mi chiedo se applicare questo principio anche agli scherzi sia una scelta felice...Boh, vedremo.
Ad ogni modo, caro lettore, se sei arrivato sin qui sappi che mentre leggevi questo post il tuo computer è stato individuato, tutti i documenti contenuti nel tuo disco rigido sono stati eliminati, le tue password sono state intercettate ed utilizzate per autorizzare una serie di pagamenti dal tuo conto corrente...e che tra pochi secondi questo messaggio si autodistruggerà, insieme al tuo PC!...BUUUM...(Ridi, che sei su "Scherzi a parte"!)

Tempi moderni

Cito testualmente da un libello del lontano 1993, allegato ad una rivista femminile, dal titolo "Si fa, non si fa - Il nuovo galateo" di B. Ronchi della Rocca.

Il primo capitolo "al telefono", dà alcuni consigli tra i quali il seguente "Chi chiama: dice subito il proprio nome e poi con chi desidera parlare; [...]". L'altro giorno squilla il telefono di casa. Rispondo e l'interlocutore mi chiede in tono imperioso chi sono. Rispondo gentilmente "Mah, magari mi dice prima lei chi è?" Lo sconosciuto incalza "Ho trovato una chiamata da questo numero!" Deduco che qualche altro abitante della casa doveva aver chiamato il troglodita al cellulare e smisto la telefonata. Altra considerazione: perché chi ha il tuo numero di cellulare, se prova a chiamarti e lo trova spento o tu non rispondi, te lo deve poi rinfacciare con lamentele del tipo "Hai sempre il cellulare spento!"? Forse il fatto di avere il mio numero ti dà un qualche diritto su di me? Trovo che l'avvento dei cellulari ci abbia dato sì i benefici di una comunicazione comoda e rapida, ma penso che ci stia rendendo tutti un po' più aridi. Trovo molto tristi le offerte natalizie delle compagnie telefoniche di migliaia di messaggi al giorno. Orribile pensare di passare il periodo di Natale a mandare messaggi!

venerdì 12 dicembre 2008

Sul blogging

Ieri ho iniziato la lettura di "Freakonomics - il calcolo dell'incalcolabile", di S.D Levitt e S. J. Dubner (Sperling&Kupfer, 2008). Nella prefazione a questa nuova edizione del libro gli autori parlano delle modifiche apportate rispetto alla prima edizione , tra le quali l'inserimento di taluni interventi apparsi sul blog nato un po' per caso dopo l'uscita del libro e che ha riscosso un notevole successo presso i lettori. Ecco le parole degli autori al proposito (pag. XXV): "Un blog è un efficace antidoto all'opprimente sensazione di silenzio che un autore percepisce dopo l'ultimazione del dattiloscritto, specie dopo un libro come questo, fatto di idee in movimento. Poterle espandere, rifinire e rimettere in discussione in un mondo che cambia continuamente è una vera e propria droga". Queste parole sull'utilità del blogging mi sono piaciute molto. L'idea di "rimettere in discussione" idee, sensazioni, e di condividerle con l'autore del libro che le ha generate e con altri lettori mi sembra molto suggestivo...E perché poi non applicare lo stesso principio ad altre forme d'arte quali ad esempio la pittura e la musica?

mercoledì 10 dicembre 2008

Ti "smanetterei" io...se potessi

Nelle ultime settimane abbiamo letto di iniziative, da parte delle amministrazioni comunali di alcune città, volte ad impedire ai lavoratori di utilizzare Facebook durante le ore di lavoro (consentendone ad esempio l'utilizzo soltanto nelle ore di pausa pranzo). Alla base dell'iniziativa vi è l'idea che Facebook sottrae tempo ed attenzione, compromettendo l'efficienza sul luogo lavoro. Non entro nel merito della questione, ma riporto questa notizia che mi ha veramente dato da pensare. Un parlamentare il cui account è stato disattivato su Facebook ha proposto un'interrogazione al Ministero competente per chiedere quanti sono gli italiani colpiti dalla stessa sorte. Fin qui nulla di male, direte...ma il bello deve ancora venire (e da qui riporto le parole del parlamentare, tratte dall'articolo di PSet su "Il Giornale" di oggi dal titolo "Deputato leghista cacciato da Facebook: rivolta in rete"): "C'è poi chi dice che la disattivazione scatta per eccessiva interattività coi propri contatti e può darsi che l'altro giorno durante le 5 ore di ostruzionismo alla Camera io abbia smanettato molto, però lo stesso hanno fatto i miei colleghi, e non sono stati oscurati". Ma come? I dipendenti comunali "fannulloni" non possono utilizzare Facebook e invece i parlamentari possono utilizzarlo senza limiti? (Peraltro, se le parole utilizzate dal parlamentare fossero proprio quelle riportate dall'articolo, ci sarebbe da riflettere sulla "percezione" del lavoro del parlamentare che esse trasmettono...). Qualcuno dirà che il parlamentare stava raccogliendo utili segnalazioni e commenti da parte dei propri elettori...sarà...ma forse le stesse segnalazioni potrebbero essere raccolte da qualche collaboratore e poi sintetizzate e riportate al deputato, che in questo modo potrebbe dedicare tutte le sue energie ed attenzioni al dibattito in aula, o no?...

No, non è Walt Disney...

Oggi il quotidiano "Liberazione" propone un'intervista di Antonella Marrone ("Sky non è una nicchia di lusso. Spettatori stufi della generalista") a Tullio Camiglieri ex responsabile comunicazione esterna di Sky Italia, che ha recentemente pubblicato un libro sulla pay-tv in Italia. Il libro ripercorre la storia della pay-tv in Italia e riporta anche aneddoti carini...questo, che viene citato nell'articolo, mi ha fatto proprio ridere...
Nel 2004 la società EDI IN WEB aveva chiesto ad AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) l'autorizzazione a trasmettere il canale "Superpippa Channel" su Sky Italia. La società, nella sua richiesta ad AGCOM aveva qualificato i propri programmi come "trasmissioni di intrattenimento e documentari scientifici". I funzionari AGCOM, e qui cito l'articolo di "Liberazione", "pensando ad un refuso (errore di stampa, ndr.) - erano convinti che il canale si chiamasse Superpippo - avevano concesso il nulla osta senza verificare i contenuti". Ebbene, indovinate un po' che cosa trasmetteva invece il canale? Eh eh..proprio quello!...Programmi di contenuto erotico...Alla fine AGCOM, a seguito delle proteste pervenute revocò l'autorizzazione (il provvedimento è qui: http://www.agcom.it/comunicati/cs_070704a.htm). Oggi quegli stessi contenuti sono disponibili sotto il nome, ben più "politically correct", di "ContoTV", sul satellite e sul digitale terrestre, ma accessibili solo a chi ha una scheda apposita oppure ha effettuato una ricarica sulla carta di Sky. Eh eh...io lo dico sempre che bisogna leggere bene...

E 'l naufragar m'è dolce in questo mare...

"Per i consumatori USA il web è il media più credibile", questo il titolo di un articolo di Gianroberto Casaleggio apparso ieri su "Milano Finanza". L'articolo riporta i risultati di un sondaggio condotto online negli USA su un campione rappresentativo della popolazione adulta. Alla domanda "Qual è la fonte di notizie che ritiene più affidabile?", il campione ha risposto: Internet (37,6%), la televisione nazionale (20,3%), la radio (16%), la stampa (11,3%), la televisione locale (4%), mentre il restante non risponde, indica "altro" o non guarda le notizie (qui si trova il documento completo del sondaggio :
http://www.ifc.com/static/img/series/mediaproject/mp_full_poll_results.pdf ) Ho scritto alla società US che ha commissionato lo studio per chiedere alcuni chiarimenti su come è stata condotta la ricerca ma per ora non ho avuto riscontri. Nel frattempo provo comunque a fare qualche considerazione. In primo luogo, quando leggiamo questo tipo di notizie penso che sia necessario chiarire un aspetto: che cosa intendiamo per "Internet"? Internet è infatti prima di tutto una piattaforma di distribuzione dei contenuti. Se utilizziamo questa piattaforma per consultare un articolo di giornale, es. La Repubblica, è difficile, a mio parere, fare un confronto tra questo strumento e la stampa, in quanto in questo caso Internet è soltanto un'altra modalità di distribuzione del giornale rispetto all'edicola sotto casa (è vero, gli articoli non sono gli stessi, ma la "fonte" è la stessa..). In questo senso è difficile dire che "Internet è più affidabile" (mentre potremmo dire che è più aggiornato, più rapido...). Se invece parliamo di Internet come di uno strumento nel quale troviamo contenuti che non potremmo trovare altrove (o che sarebbe molto difficile trovare altrove) allora la cosa cambia: qui l'oggetto di analisi è in primo luogo quello che gli utenti (che non hanno magari altra possibilità di dare visibilità alle proprie idee) scrivono e producono (testi, foto, video, ecc.). Che però questo materiale possa essere più affidabile di quello che trovo su altre piattaforme (tv, radio, ecc.) su questo non sono così sicura. Fateci caso: cercate una notizia e vedrete che in molti casi essa viene riportata nello stesso modo in molti siti...già, perché spesso non viene fatto alcun controllo della "fonte": in questo modo, spesso gli errori si "propagano" a macchia d'olio. Due le soluzioni a questo problema: 1) sfruttare Internet per verificare, incrociare fonti, consultare più opinioni; 2) fare riferimento ai siti, blog, ecc. delle persone che riteniamo affidabili...In realtà anche il punto 2) rischia di portarci in un vicolo cieco: come giudicare l'affidabilità delle persone? Si dirà: dalla loro notorietà, dai link che indicano, dai blog ai quali rimandano. Vero, ma così non c'è il rischio di riproporre sul web le dinamiche del mondo reale (ossia ha più visibilità chi ha già visibilità tramite altri strumenti: stampa, tv, ecc., alla faccia del Web2.0, ossia del web "partecipativo"?)... Con il risultato che molte persone valide che scrivono il loro blog personale (o commentano sui blog degli altri) non avranno mai l'eco che meritano? Più navigo e leggo blog qua e là, più mi rendo conto di quanto sarebbe bello poter avere uno strumento/un luogo, qualcosa che renda possibile, su uno stesso argomento, poter linkare (ma in modo molto più visibile di come viene fatto oggi) tutto quello che viene scritto su uno stesso argomento (ad es. i commenti ai post sui blog) dando così evidenza a tante voci...certo, anche così ci sarà il rischio di perdersi, ma almeno il "naufragar ci sarà (forse un po' più) dolce in questo mare"...

martedì 9 dicembre 2008

Freddo in musica!

Quando un'opera composta tre secoli fa riesce ad emozionare e piacere ancora, quella è Arte.
In questi giorni di freddo micidiale il primo movimento, Allegro non molto, dell'ultimo concerto delle Quattro Stagioni di Vivaldi, L'Inverno, descrive benissimo il freddo. Il secondo movimento, Largo, ci regala le sensazioni della rassicurante presenza del caminetto acceso. Non per niente la chiamano "musica descrittiva".
Provare (anzi ascoltare) per credere!

lunedì 8 dicembre 2008

Don Carlos e i caprioli della Valtellina

Non ho nulla contro il Don Carlos di Verdi e tantomeno con la Scala...tuttavia, inserire quanto successo al teatro milanese come prima notizia, come ha fatto qualche giorno fa il TG1 delle 20, francamente mi sembra un po' ridicolo. Davvero era la notizia più rilevante della giornata? Tempo fa la stessa "malattia" aveva contagiato il TG2 delle 20.30: caprioli della Valtellina, anatre del Po, ecc. assurgevano agli onori della cronaca...primi titoli del secondo telegiornale della Rai. Eppure, i giornalisti non perdono occasione per avvertirci che nel TG c'è poco spazio e che quindi è necessario selezionare attentamente le notizie...e allora, dico io, perché non dedicare questo poco tempo a notizie serie, evitando, ad esempio, i soliti servizi natalizi riciclati (ogni giorno ce n'è uno) sul pranzo di Natale, sui regali di Natale, su Santo Stefano, sulla Befana, su come digiunare il giorno di Natale, su come perdere peso dopo le feste...lasciateci i nostri kg di troppo, ma mandate in onda l'INFORMAZIONE...di notizie (serie) ce ne sono...e tante...basta scollarsi dalle sedie ed andare a cercarle...

Essere o pensare di essere?

Ieri mattina riflettevo su una frase interessante detta da uno psicologo: "bisognerebbe vietare l'uso del verbo essere ai genitori".
Troppo spesso i genitori, convinti di fare il bene dei figli, fanno commenti del tipo "sei intelligente, sei pigro, sei uno sportivo, sei proprio stupido!".
Quando si cresce, queste interferenze limitano seriamente l'essere, condizionando il pensiero del bambino che, a forza di sentirsi ripetere la stessa cosa da una figura così rilevante come quella di un genitore, inizia a credere di essere davero come il genitore lo descrive, in negtivo tanto quanto in positivo.
Una delle attività più delicate per un bimbo è prendere coscienza di sé stesso, di quali sono i suoi tratti caratteriali e comportamentali, di qual è la sua natura.
E' un processo inconscio, che non può essere limitato o controllato, e che avviene naturalmente: un bambino deve avere dei forti punti di riferimento, senza i quali non potrebbe portare a compimento il processo di crescita e presa coscienza di sé.
Tuttavia, come e quanto le opinioni dei genitori influenzano la crescita? Quanto siamo quello che siamo e quanto quello che ci viene insegnato a pensare di essere?
Non ho delle risposte certe e non sono ancora madre per poter esprimere un giudizio da genitore, ma analizzando la mia personale esperienza di figlia, forse per alcuni versi sono portata a credere di essere qualcosa solo perché da piccola ho sentito spesso mia madre dirmelo. E se questa inluenza non ci fosse stata? Sarebbe cambiato qualcosa? E se sì, in meglio o in peggio?
A voi commenti e riflessioni!

sabato 6 dicembre 2008

La giornata del "2 e 30"

Ogni anno ci ricadiamo. Non vittime dell'influenza, ma di una malattia più perversa e contagiosa...la ricerca del "giusto" regalo di Natale (che poi, immancabilmente, non si rivelerà mai tale: "Troppo piccolo, troppo grande, troppo rosso, ce l'ho già, l'ho già letto, posso cambiarlo?").
Un sabato pre-natalizio, la vittima di turno si ferma di fronte ad una nota confetteria del centro che espone graziose scatole di cioccolatini, senza prezzo. Da buona analista comincia ad elaborare: 15€ circa per la scatola + 35€/kg per i cioccolatini + 10€ per la "maggiorazione" del negozio "del centro". Totale: da 50€ (il contenuto è senza dubbio inferiore al kg) a 60€. La vittima entra e chiede alla commessa... il prezzo è: "2 e 30"...Scartata l'ipotesi che si tratti di 2€ e 30eurocent la vittima ringrazia ed esce. 230€ per una scatola di cioccolatini è una cosa che grida vendetta...
Fallita l'operazione "cioccolatini" la vittima torna a casa, dove trova Mister A. che si appresta a chiamare una gioielleria per chiedere informazioni sull'ennesimo orologio scovato su Internet. Con il tono di chi sa di essere in procinto di commettere un'azione peccaminosa chiede:"In quale fascia di prezzo si colloca l'orologio?". Dall'altra parte una voce candida risponde: "2 e 30" (ancora!!!)...ma questa volta non sono 230, e neppure 2.300 o 23.000, ma 230.000€! (Nota per parenti ed amici in cerca del "giusto" regalo di Natale per Mister A. L'orologio è questo qui: http://www.greubelforsey.com/tourbillon24s_incline.asp.
Se, effettuato l'acquisto, vi doveste sentire anche voi "vittime" della ricerca del "giusto regalo di Natale", potrete consolarvi con una bella scatola di cioccolatini).

venerdì 5 dicembre 2008

Natale a scuola

2 G, istituto professionale
Prof. "Ragazzi, prima delle vacanze di Natale dobbiamo fare almeno un'altra verifica!"
Segue mormorio di protesta.
Prof. "C'è qualche problema?"
Il rappresentante di classe, visino angelico e linguaggio normalmente da scaricatore di porto, si alza in piedi (lo fanno solo quando devono dire qualcosa di molto solenne) e afferma "No, sa, è che per questo cavolo di Natale ci mettete tutte le verifiche nella settimana prima delle vacanze e siamo pieni! Guardi, lunedì abbiamo matematica, martedì, inglese.." E parte con l'elenco.
Prof. "Organizziamoci così: se facciamo la verifica prima di Natale, niente compiti per le vacanze!" (cosa che tra l'altro l'insegnante non aveva alcuna intenzione di dare, perché odia correggere pile di quaderni al rientro)
Segue mormorio di approvazione e visetti felici con coro di "Sì sì, facciamo la verifica!"
So' ragazzi!

Natale aziendale

Alcuni anni fa lavoravo in uno studio: tre titolari, cinque tecnici, di cui una era la moglie di un titolare e tre disegnatori. I primi giorni del dicembre 2004 fu assunto un sesto tecnico.
Ai nostri titolari, indubbiamente validi professionisti, piaceva tanto atteggiarsi a manager di multinazionale. Da noi la riunione di inizio commessa era lo start-up meeting, il rapportino su cui segnavamo le ore fatte era il time sheet, poi c'era il project manager che seguiva il working progress, facendo molta attenzione all'editing. Considerando che l'azione si svolgeva in quel della capitale, il tutto era accompagnato da espressioni romanesche in un insieme che potrei definire pittoresco (per non dire ridicolo).
Ogni anno nel periodo natalizio c'erano tre rituali: il regalo, la cena e il rientro al lavoro il 2 di gennaio. Tralascio gli ultimi due perché penso siano grigie esperienze comuni a molti lavoratori, e mi soffermo sul mitico regalo del Natale 2004. Il giorno della consegna i titolari si chiudono nella loro stanza, loro tre e la signora moglie di uno di loro, che aveva diritto ad orario ridotto, stipendio doppio e ovviamente regalo natalizio particolare.
Mentre nella stanza dei bottoni i nostri comandanti con signora stappano bottiglie e si scambiano pregiate strenne, la truppa viene invitata a prelevare ciascuno uno scatolone tra gli otto depositati all'ingresso. Mentre ci rechiamo gioiosi a prelevare il pacco, il giovane tecnico neoassunto viene chiamato da uno dei capi che fa capolino con la testa dalla stanza dorata. Attenzione, solo con la testa, per non mostrare i festeggiamenti all'interno! Chiama il tecnico e gli dice "Ah, senti, tra tutti gli scatoloni dovresti cercare il tuo, sai , siccome sei l'ultimo arrivato, non ci sembrava corretto nei confronti degli altri fare un regalo uguale per tutti. Comunque lo riconosci, è il più leggero!". E così prima di aprire i pacchi abbiamo dovuto soppesarli attentamente per trovare il più leggero, da destinare al nostro amico. Così noi tutti abbiamo avuto un cesto di specialità regionali, mentre l'ultimo arrivato panettone e torrone del discount (giuro, del discount!!!).
E' proprio il caso di dirlo...signori si nasce!

Trenino va...trenino va

Da qualche giorno è partita, su stampa e televisione, la nuova campagna di spot di Trenitalia relativa all'Alta Velocità. Tramontata l'era dei cioccolatini amabilmente offerti alla clientela da personale smodatamente bello, curato e cortese (poco somigliante a quello che spesso si incontra sui nostri treni...) e delle colombe appollaiate sui sedili che si facevano cullare dal dolce tu-tum del treno che avevano fatto capolino sulle nostre tv qualche tempo fa, questa volta il messaggio è più succinto e forse un po' meno poetico: nel dicembre 2008, Milano-Roma in 3h e 30 minuti, Milano-Firenze 2h e 09 minuti e così via...La domanda sorge spontanea...e i treni locali e, più in generale quelli che non rientrano nell'Alta Velocità? (Quelli talmente poco considerati da non meritare nomi poetici del tipo "Freccia delle Dolomiti", "Cisalpino" "Gianduia", "Donatello", "Freccia della Laguna", "Pinturicchio" (l'intercity degli juventini...no scherzo, questo non esiste, o forse sì?). Chissà...Sui giornali leggo che le linee veloci "permetteranno la decongestione del traffico sulla rete tradizionale (...) con conseguenti vantaggi anche per il trasporto locale"...ah beh, allora. Scommetto che i miei amici pendolari saranno tutti a festeggiare...esultate! D'ora in poi niente più ritardi dovuti allo "Smarrimento del materiale rotabile" (laddove rotabile significa mezzi di trazione, ndr)...Con meno congestione non si smarriranno più le locomotive...(prima c'erano malvagi macchinisti che approfittando della "congestione" ne sottraevano anche 2-3 e le nascondevano nei loro armadietti, come i trenini della Lego...non lo sapevate?). Ma non temete, qualche altra scusa verrà inventata...magari come in Inghilterra...qui una scusa dei ritardi diventata celebre è la cosiddetta "Leaves on the track" (foglie sulle rotaie). All'osservazione dei pendolari inglesi che le foglie sono sempre cadute in autunno senza provocare particolari problemi, i nostri simpatici amici delle ferrovie inglesi sapete che cosa hanno risposto...?: "The wrong sort of leaves!" (il tipo sbagliato di foglie). Tu-tum-tu tum...

L'erba del vicino è più verde

Qualche giorno fa Max mi segnalava un comunicato stampa del Ministero dell’Ambiente del governo federale tedesco che indicava che la Germania è in anticipo sugli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Max ha approfondito la questione e, anche sulla scia di recenti dichiarazioni del nostro Governo (che ha dichiarato la volontà di chiedere la rinegoziazione del Protocollo) ha cercato di capire qual è la situazione in Italia e di rispondere (per quanto possibile, vista la complessità della questione e la difficoltà nell'interpretazione di alcuni dati che per loro natura sono influenzati da molte dinamiche) ad alcune domande che l'uomo della strada (cioé noi tutti) ci poniamo. Riprendo degli estratti dal blog di Max (http://www.stormysummit.blogspot.com) al quale rimando per tutte le cifre a supporto e gli approfondimenti. 1) "La Germania emette circa il doppio di gas serra dell'Italia (ma la differenza è molto più piccola se si considera il dato pro-capite), ma negli ultimi 15 anni le emissioni sono calate (-12% nel 2005 rispetto al 1991) mentre in Italia sono aumentate (+13% nel 2005 rispetto al 1991)"
2) "La lotta ai gas serra non sembra comportare per il paese un rallentamento della crescita economica in termini di Prodotto Interno Lordo (in Germania il PIL pro-capite è salito da 18,300 euro, nel 1991, a 27,200, nel 2005, un incremento di circa il 49% (incremento medio annuo 2.9%). Nello stesso periodo, in Italia, siamo passati da 17,000 euro a 24,400 euro; un incremento di circa il 44%, ovvero meno dei tedeschi, seppur da noi le emissioni siano aumentate…"
3) Allo stesso modo non sembra che "la lotta alle emissioni dei gas serra vada a scapito dell’industria automobilistica (nel senso di imporre ai costruttori standards troppo costosi per la costruzione di veicoli)" e che "l’abbandono di fonti di energia elettrica inquinanti a favore di fonti alternative faccia incrementare il costo dell’elettricità in modo significativo".
Per un'analisi più dettagliata rinviamo a http://www.iccfglobal.org/pdf/GermanStudy.pdf
Segnalo infine questo articolo http://www.lavoce.info/articoli/-energia_ambiente/pagina1000753.html ("Dimenticare Kyoto ci costa caro" di Alessandro Lanza) che discute altri aspetti della questione. Una osservazione interessante dell'autore Alessandro Lanza è che dopo la firma degli impegni di Kyoto (che l'autore definisce effettivamente "ambiziosi" per l'Italia) nessun governo, tra quelli che si sono succeduti, ha attuato politiche serie volte al rispetto degli obblighi sottoscritti. Ingenti saranno i costi per l'Italia per il mancato adeguamento agli obiettivi sottoscritti (costi previsti dal Protocollo stesso)...senza dimenticare, mi permetto di aggiungere io, tutti quei costi (poco quantificati...) legati al peggioramento della qualità di vita (salute, ecc.).

giovedì 4 dicembre 2008

Lacrime in...the Sky

Sì, proprio così, a leggere i giornali di questi giorni viene proprio da piangere. La vicenda "Sky" è l'ennesima testimonianza dello stato malato in cui verte la nostra politica. Riassumiamo (semplificandola di MOLTO...) la vicenda:
1) Il Governo decide di portare al 20% (dall'attuale 10%) l'IVA sugli abbonamenti alla pay-tv (iniziativa che colpisce soprattutto Sky che vanta circa 4,7 milioni di abbonati - meno Mediaset che ha pochi abbonati alla sua offerta televisiva a pagamento sul DTT e che vende perlopiù singoli eventi a pagamento). Il motivo: è necessario soddisfare la richiesta della Commissione europea, che già ai tempi dell'Esecutivo Prodi aveva minacciato di arrivare ad un processo di infrazione contro l'Italia qualora l'Italia avesse continuato ad applicare IVA diverse su servizi ritenuti "analoghi" (da un lato i servizi di pay-per-view proposti da Mediaset sul digitale terrestre - con IVA al 20% - e dall'altro gli abbonamenti Sky con IVA al 10%). La Commissione europea dice soltanto che bisogna uniformare: o verso il basso o verso l'alto. La decisione spetta al Governo ma la Commissione suggerisce una soluzione verso il basso (idealmente il 10%). Il Governo decide invece di alzare l'IVA, apparentemente per "far cassa", per utilizzare quelle maggiori entrate per bonus sociali, ecc. In Europa la situazione è molto variegata: i paesi membri, infatti, secondo una normativa comunitaria, possono scegliere per questi servizi aliquote IVA "speciali" (nei principali paesi ad oggi siamo attorno a valori inferiori al 20%, con il minimo della Francia al 5,5%)
2) La decisione del Governo suscita un putiferio: da sinistra attaccano parlando di uno sgarro che Berlusconi vuole fare a Murdoch, che, con Sky, comincia a dare fastidio all'eterno duopolio Rai-Mediaset...Quando viene rivelato, qualche giorno più tardi, il carteggio con la Commissione europea, la destra gongola dicendo che la sinistra ha fatto tanto rumore per nulla...l'obbligo di uniformare era europeo...dunque nessun interesse nascosto da parte del Governo. Vergogna alla sinistra che difende i ricchi abbonati della pay-tv di Murdoch!

Mio commento e motivo delle mie amare lacrime: ancora una volta in Italia non si riesce a discutere dei problemi in modo obiettivo e serio...tutto è perennemente "inquinato" da malafede, stupidità, leggerezza, incompetenza, ecc. La sinistra ha fatto una pessima figura (colta di "sorpresa" dalle rivelazioni di Tremonti sul carteggio con l'UE) e perdipiù su una questione che non è certo avvertita dai cittadini come tra le più "rilevanti". Piuttosto, la sinistra dovrebbe ricordare come sulla questione della televisione tante siano state le mosse del Governo di destra apertamente scorrette e non in linea con il diritto . Il problema è che con quel tono di lamento perenne che la contraddistingue da ormai troppo tempo e la mancanza di interlocutori capaci, la sinistra sembra aver perso la capacità di ragionare ed ARGOMENTARE. Eppure gli argomenti ci sarebbero: la Commissione europea ha chiaramente e più volte sottolineato come la legge Gasparri - ottimo esempio di legge fatta ad hoc per preservare nefandezze del passato e uno status quo consolidato anche per colpa della sinistra - non sia in linea con il diritto comunitario; la Corte di Giustizia europea nel gennaio 2008 ha dato ragione all'imprenditore Di Stefano che da anni, pur avendo legittimamente ottenuto la concessione per fare la sua televisione, aspetta le frequenze necessarie per trasmettere (frequenze che sono occupate da Rete4, grazie ad una abilitazione transitoria...). Il Consiglio di Stato, in una sentenza di fine maggio 2008, ha esortato il Ministero dello Sviluppo Economico (competente anche per le Comunicazioni) a rispettare questa sentenza della Corte di Giustizia europea. E queste sono cose dette da enti indipendenti, non dal portavoce di qualche partito politico. Tra l'altro, se il Parlamento/Governo non provvederanno entro il 2009 a modificare la Gasparri nelle parti in cui essa viola il diritto comunitario, l'Italia dovrà sborsare cifre intorno ai 300-400.000 euro al giorno...apparentemente anche retroattivamente al 2006 (e queste non mi sembrano proprio briciole...). Se a questo aggiungiamo l'infrazione per il sovvenzionamento - tramite soldi pubblici - dei set-top-box digitali terrestri, varie procedure per infrazioni sulla pubblicità ecc. arriviamo, secondo me, ad alcune conclusioni...
1) E' necessaria una seria revisione della normativa in campo televisivo, non fatta in base a logiche di partito (sinistra, destra, centrosinistra, ecc.) ma che riformi il sistema televisivo italiano a vantaggio dell'informazione, della qualità e della competitività del sistema televisivo italiano nel suo complesso
2) Senza entrare nel merito della decisione sull'IVA, il caso Sky dimostra come le iniziative dell'Esecutivo possano facilmente essere criticate come misure ad hoc per favorire gli interessi del Presidente del Consiglio, delle sue aziende, ecc. Sarebbe dunque utile per TUTTI giungere finalmente ad una soluzione (chiamatela legge sul conflitto di interessi o altro) che tuteli in primis i cittadini e i principi democratici, ma anche quelle persone che, democraticamente elette, assumono incarichi di Governo (oggi Berlusconi, domani qualche altra persona con rilevanti interessi economici in gioco) e che hanno il diritto di proporre, nelle sedi parlamentari, le proprie iniziative senza sentirsi ogni giorno potenzialmente accusati di favoritismi, ecc. E sarebbe un bel gesto che questa proposta arrivasse proprio da chi è chiamato in causa...
3) E infine un avvertimento alla sinistra: dove sono le proposte del governo ombra sui temi importanti sui quali le forze politiche dovrebbero confrontarsi? Urlare "al lupo al lupo" serve poco: bisogna smetterla di urlare, di fare comizi e cominciare ad argomentare, a discutere, a proporre...altrimenti non solo si rischia di perdere il proprio uditorio, ma anche di non essere mai presi sul serio da quanti, pur avendo votato il centrodestra, avrebbero l'onestà intellettuale di riconoscere gli errori commessi dai propri eletti.
Sogni...in the Sky?

martedì 2 dicembre 2008

Facebook: risultati del sondaggio

Grazie a coloro i quali hanno partecipato al nostro sondaggio su Facebook! Ecco i risultati: la maggioranza (57%) pensa che Facebook sia un fenomeno destinato a continuare; il 29% pensa che sia una moda temporanea e il 14% non sa. Benché il sondaggio non sia rappresentativo (ovviamente!!!) penso che in fondo offra un'idea di quello che è il comune sentire - oggi - su questo fenomeno. Facebook ha "inaugurato" una nuova modalità di interazione: semplice, immediata, che consente di combinare in un unico contesto diverse modalità di interazione e comunicazione (condivisione di foto, video, creazione di "gruppi di interesse", applicazioni, ecc).
Forse tra un anno/due anni non ci sarà più una cosa chiamata "Facebook", ma gli insegnamenti che "gli addetti ai lavori" stanno ricavando da questa rete di social networking avranno un ruolo importante nella definizione dei social network del futuro...

Vorrei...ma non sono abilitata...

Oggi, facendo una ricerca su Internet mi è capitato di finire sul blog di una persona che oltre a fare il ricercatore universitario, è partner di uno studio molto noto che si occupa di ascolti televisivi. "Bene, penso io, finalmente un blog interessante...". Leggo alcuni post e clicco sulla voce "commenti". Ed ecco il pop-up che mi avverte, con tono perentorio:

"Spiacente, Lei non è abilitato a commentare i post del prof. (...) Se lo ritiene opprtuno puo' inviare una mail con il suo pensiero a (...). La mail potrebbe non essere letta a cadenze regolari nel secondo semestre dell'a.a. ma viene cmq letta".

Ora, a parte lo stile che ondeggia tra il formale ("Lei" su Internet?!..Ma quando mai???) e il ben più prosaico "cmq" e "a.a" (forse, visto il Lei, avrebbe anche potuto sprecarsi e scriverli per intero, "comunque" e "anno accademico", no?) e l'errore di scrittura (opprtuno...) la situazione mi ha fatto alquanto ridere: 1) perché inserire la funzione "commenti" se poi non consenti ai lettori di scrivere i "commenti"? (da notare: non è possibile farlo neanche registrandosi...dunque, chi sarà mai "abilitato"???); 2) lo stile del pop-up non invoglia proprio a commentare un bel nulla (o no?), figuriamoci a comunicare il proprio "pensiero", ma allora perché scrivere un blog se in realtà non si è interessati per nulla a ricevere eventuali commenti?
Se queste sono le modalità con le quali stimati professionisti nonché prof. universitari (del Politecnico!!!) utilizzano lo strumento del blog...siamo a cavallo! Ora che ci penso.. controllo meglio!...Magari trovo il numero di fax!

Cervelli in svendita (autrice: Laura)

In queste ultime settimane i media hanno parlato molto della crisi...ma le testimonianze valgono più di 1.000 parole...Ecco quella di Laura:" Io sono la testimonianza di una crisi aziendale, di un avvenimento che ha lasciato a casa 400 ingegneri qualificati, adesso pronti a spiccare il volo verso l’estero. Sono una donna di 30 anni, dopo la laurea ho lasciato il sud italia per frequentare un master a Londra. Successivamente, sono stata assunta in una grande multinazionale americana in cui ho realizzato i miei obiettivi professionali di una carriera fiorente, ottenuta con degli sforzi non indifferenti. Dopo tre anni di lavoro stabile a tempo indeterminato, ho deciso di specializzare le mie competenze entrando a far parte di un altro colosso americano, l’azienda Motorola. Mi sono trasferita a Torino per lavorare a tempo indeterminato presso il centro di eccellenza piemontese. Un giorno, l’azienda americana ci ha comunicato che l’Europa non è abbastanza strategica. Il giorno dopo, dopo appena tre settimane dalla mia assunzione, una notizia disarmante ed improvvisa che ci ha profondamente ferito: Motorola ha deciso di chiudere molti centri europei tra cui il centro di ricerca torinese, a partire dal prossimo gennaio. Adesso siamo circa 400 cervelli in svendita, nonostante una carriera fatta di sogni e prospettive, ci siamo ritrovati per strada a reggere le bandiere dei sindacati. Siamo giovani, entusiasti e appassionati del nostro lavoro, siamo il futuro dell’italia. Se non ci sarà un nuovo acquirente che rilevi il centro torinese saremo un patrimonio di intelligenza italiano disperso per il mondo. Quale futuro per l’Italia se non investe su giovani altamente qualificati? Il centro di ricerca ha competenze disparate, siamo capaci di creare innovazione e di dare alto valore aggiunto in un mercato italiano che sta soffrendo una forte crisi economica. Ma purtroppo, se questo centro chiuderà a gennaio, saremo tutti consapevoli che l’estero sia l’unica valida alternativa alle nostre aspettative professionali".

lunedì 1 dicembre 2008

Fratelli d'Italia...

C'è una cosa che si ripete ogni quattro anni e che proprio mi urta i nervi: i mondiali di calcio.
No, non sono i mondiali in sé, per carità, ma lo stupido ed insensato patriottismo che pervade i nostri connazionali in questa occasione.
Ma è normale sentire frasi del tipo "Sono fiero di essere italiano!", oppure apostrofare i calciatori come "ero
i", e lo sventolio di tricolori che neanche il 2 giugno ai Fori Imperiali?
Nel 2006 si è toccato il fondo...le Frecce Tricolori ad accogliere gli "...eroi di Berlino...", espressione riportata da più di un giornale. E su un rotocalco televisivo hanno addrittura mostrato due mogli di altrettanti calciatori che prendevano l'aereo per seguire il loro uomini...neanche fossero Pietro Micca e Salvo d'Acquisto! Mancava solo il sottofondo "Addio, mia bella, addio...
"
Forse sono all'antica, ma per me un eroe è "Il protagonista di uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di se stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune." (Wikipedia). Quelli danno i calci al pallone per soldi!!!!!

Anime e Manga: il punto di vista orientale

Mi ricollego al post di Beth di qualche giorno fa per introdurre una variante sul tema: il fumetto orientale.
Il termine manga, che letteralmente significa "immagini casuali", ha radici storiche, che permettono di risalire fino al XVIII secolo.
A dare per primo lustro e importanza al genere fu sicuramente Hokusai Katsushika.
Noto per le famose "36 vedute del monte Fuji" (raccolta a cui appartiene la celebre "Onda") e per le successive "100 vedute del Monte Fuji", Hokusai fu tra i primi a lavorare sui manga, immagini senza uno scopo preciso che raffigurano persone, animali, situazioni di vita vissuta, arti e mestieri, strumenti, attrezzi e mille altri soggetti. Nel corso della sua vita, Hokusai realizzò più di 4.000 disegni, dando libero sfogo alla sua creatività e, in molti casi, al suo sottile umorismo.
La raccolta dei manga, inizialmente destinata ad un utilizzo pedagogico come manuale di pittura, rivela il metodo pittorico dell'artista nonché un universo grafico che interpreta la natura e il mondo degli uomini.
Oggi il termine manga ha cambiato significato e in Giappone è sinonimo, in modo più generale, del temine fumetto. Il significato assume una connotazione diversa nel resto del mondo, dove con il termine manga si intende chiaramente il fumetto giapponese (il fumetto coreano è chiamato manhwa e quello cinese manhua).
In Giappone il fumetto è a tutti gli effetti un genere letterario, e come tale viene venduto e commercializzato. I manga non vengono venduti solo in edicola, anzi! La maggior parte di essi si trova in libreria, in un'area specializzata, come qualsiasi genere letterario.
Per chi ama questo genere, in una qualsiasi libreria di ogni angolo del Giappone è possibile trovare almeno uno scaffale zeppo di titoli vecchi e nuovi.
Normalmente i manga vengono serializzati a puntate su riviste specializzate in fumetti, di solito con pubblicazione settimanale o mensile, e si rivolgono al pubblico più vasto possibile. Come tutti i libri che si rispettino, ogni manga ha un pubblico di riferimento: ragazze (shojo manga), ragazzi (shonen manga), adulti, bambini,...
Queste riviste specializzate (che arrivano ad essere anche di 300 pagine!) sono stampate su carta scadente ed esclusivamente in bianco e nero.
Se un manga che viene serializzato raggiunge un discreto successo di pubblico e vendita, la casa editrice può proporre un'edizione da collezione, in volumi rilegati come un libro, dove le tavole in bianco e nero sono introdotte da alcune illustrazioni a colori realizzate apposta per l'edizione: parliamo dei cosiddetti tankobon.
Alcune serie di manga hanno segnato la vita di molti Giapponesi e alcuni autori sono considerati addirittura più importanti di molti scrittori contemporanei. Un esempio è Osamu Tetsuka, noto anche in Italia per alcuni cartoni animati quali Kimba il Leone Bianco, La Principessa Zaffiro, Astro Boy... Appena fuori dalla stazione centrale di Kyoto si possono trovare due cabine del telefono sovrastate da alcuni personaggi da lui realizzati.
Possiamo ricordare Doraemon, tenero micione-robot blu che è stato spesso utilizzato per numerose campagne pubblicitarie, non solo in Giappone ma anche all'estero.
Alcuni autori serializzano lo stesso manga da almeno 35 anni, pubblicando una puntata o due all'anno...lasciando così i lettori con il fiato in sospeso!
Spesso i manga sono anche lo spunto da cui nascono i cartoni animati, che in Giappone sono chiamati anime. Il termine anime è una contrazione di animeshoon, traslitterazione giapponese del termine inglese animation, e identifica l'animazione e il cartone animato giapponese.
I primi anime nacquero nel 1914 ed erano basati su soggetti tradizionali. In quell'epoca alcuni autori cominciarono a sperimentare, ognuno per conto proprio, delle tecniche di animazione rudimentali come, ad esempio, fotografare in sequenza disegni realizzati col gesso su una lavagna.
Oggi in Giappone gli anime altro non sono che film di animazione a tutti gli effetti (a volte brevi, ad episodi, o veri e propri lungometraggi cinematografici). Tra i più grandi autori ricordiamo Hayao Miyazaki, celebre padre di Conan il ragazzo del futuro, e realizzatore di film quali La città incantata (per il quale ha ricevuto l'Oscar), La principessa Mononoke, Il castello errante di Howl (tratto da una fiaba inglese) e molti altri.
Questo è il mondo dei manga di Hokusai, un mondo moderno di carta e sogni, un mondo di anime tutte da scoprire...

venerdì 28 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": terza tappa, Normandia, il giorno più lungo


Mappa nella mano seguiamo fedelmente il percorso che i francesi, con la loro proverbiale capacità organizzativa, suggeriscono ai turisti che vogliono ripercorrere le tappe dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Tutto è abilmente segnalato: impossibile saltare una tappa, perdersi un cimitero o un memoriale...mica come in Germania, dove per trovare le "vestigia" di quello che successe (vd. a Norimberga) dobbiamo chiedere ripetutamente, ottenendo in risposta poche sillabe che tradiscono una sensazione, neanche troppo nascosta, di fastidio. Arriviamo in mattinata a La Cambe, il più grande cimitero tedesco, dove riposano oltre 21.000 soldati. L'atmosfera è pacifica: poche le persone in giro...il vento sussurra tra le foglie degli alberi bassi, che fanno ombra ai caduti delle ultime file...sembra quasi non voler disturbare il sonno di questi uomini. Ogni stele - un semplice pezzo di pietra grigia a forma di croce - riporta almeno 2 nomi, a volte anche tre. Tanti uomini in un ristretto lembo di terra: troviamo uno o due fiori appoggiati a qualche lapide. Proseguiamo per Colleville sur Mer, il cimitero americano: circa 10.000 soldati vi riposano. Qui le croci non sono di pietra grigia, ma di un marmo bianco, "immacolato" : diverse quelle con la stella di David. Nomi di origine diversa, per quello che già allora era il "melting pot" (irlandesi, italiani, ispanici, ecc.). Tutto sembra grande rispetto a La Cambe...tutto è curatissimo...l'erba, la segnaletica, la fontana...La gente che viene qui è tanta. Dalla collinetta sulla quale è situato il cimitero contempla il mare e la spiaggia più in basso, immaginando di scorgervi - pochissimi con gli occhi di chi c'era, i più aiutandosi con le immagini tramandate dai documentari o dai film - l'ondata umana che dal mare giunse...La Cambe e Colleville Sur Mer: tanto diverse...tanto simili...

Ode al fumetto

Ciascuno di noi ha letto, per periodi più o meno lunghi, i fumetti...e ciascuno di noi ha le sue preferenze. Mi soffermo su due italiani, che sono tra i miei preferiti, Tex e le Sturmtruppen. Tex è il buono per eccellenza, un po' rude nei modi, ma con un'idea di giustiza che non conosce compromessi...L'aspetto più innovativo del fumetto penso sia la rappresentazione del popolo indiano che offre, molto distante da quella di buona parte dei classici film Western. Non un popolo assetato di sangue (benché i personaggi negativi ovviamente ci siano), che perseguita i "poveri" coloni, ma un popolo orgoglioso delle proprie radici, che si vede sottrarre dai "bianchi di Washington" le proprie terre e che è costretto a lottare per la propria libertà ed indipendenza...(sullo sfondo di loschi individui bianchi che li foraggiano con il famigerato wiskey...). Le Sturmtruppen, invece, sono ambientate nella Seconda Guerra Mondiale ed hanno per protagonisti i soldati tedeschi: l'aspetto innovativo consiste proprio nel descrivere la guerra dalla parte dei "cattivi"...che poi in realtà sono poveri soldati (che di fatto rappresentano il "soldato" a prescindere dalla nazionalità...) che oltre alla tragedia della guerra, devono subire anche le angherie di stupidi ufficiali. E' impossibile non commuoversi di fronte ai due elmetti (ma il lettore pensa che "sotto" ci sia una testa...) che commentano il loro destino: sono fieri di avere ottenuto una medaglia al valore ("Pensa come saranno fieri di noi a casa..!" ..."Già", risponde l'altro "Siamo proprio stati fortunati!")...peccato che ora non resti più nulla di loro, se non un elmetto sopra una semplice, nuda croce (del tipo di quelle che si vedono ancora oggi nei cimiteri della Normandia...). Ci sono anche i momenti più leggeri, come quando alla domanda :"Altolà, chi va là? Amici o nemici?" , la povera sentinella tedesca si sente rispondere: "Semplici conoscenti!"...(con comprensibile sbigottimento)...Se i fumetti (o almeno alcuni..) riescono ad offrici, oltre al salutare svago e divertimento, anche questi sentimenti, allora forse davvero si può parlare del fumetto come di una forma di letteratura...Viva il fumetto!

giovedì 27 novembre 2008

Filosofi come pagnotte?

Qualche tempo fa, nel corso di una rassegna stampa alla televisione, ho intravisto (era il periodo nel quale si parlava del Decreto Gelmini) un titolo provocatorio sull'Università italiana che (vado a memoria) terminava con "...e invece noi continuiamo a sfornare filosofi". Già dall'utilizzo del verbo emerge il pensiero di chi lo ha concepito..."sfornare" filosofi è evidentemente meno nobile che sfornare ingegneri, economisti, ecc. (ma penso che in questi casi gli autori non avrebbero utilizzato il verbo "sfornare"...) Alcune mie considerazioni: 1) Penso che sia stupido e poco utile contrapporre le facoltà tra di loro come se alcune fossero più "pregiate" di altre: penso che contino piuttosto la qualità dell'offerta universitaria da un lato e dall'altro l'impegno (che si traduce in tempistica nel conseguimento della laurea, votazione, ecc.) di chi frequenta un corso di laurea; 2) In termini di lavoro, non penso che in Italia ci sia necessità soltanto di laureati in ingegneria ed economia, anche se, a leggere quotidianamente gli annunci di lavoro, sembrerebbe proprio così; 3) E' senza dubbio vero che in Italia è avvenuta storicamente una sopravvalutazione dell'importanza delle materie umanistiche ("tutti avvocati, notai, ecc.") a discapito della preparazione scientifica, che si è tradotta in un livello di preparazione (in matematica, fisica, ecc.) più basso degli altri paesi (per non parlare della conoscenza delle lingue straniere...aspetto sul quale ora non mi soffermo ); 4) è desolante vedere che quando si parla di scuola in Italia si affronta il problema in termini ideologici piuttosto che costruttivi (Che fare per migliorare il sistema?). Allora mi chiedo: 1) Non sarebbe più utile riflettere su come avvicinare lo studente (di qualsiasi facoltà) al lavoro (in termini di materie insegnate, di metodologia nell'affrontare i problemi....?); 2) Cosa si può fare perché le aziende investano davvero nella formazione (e riqualificazione, se necessaria)? E perché la formazione viene nella maggior parte dei casi vista come uno spreco di tempo e di energie? Vorrei sentire più spesso anche in Italia le parole che mi disse tempo fa in Inghilterra la responsabile di una importante società di revisione contabile: " Per noi contano le persone, non le facoltà (e, vi assicuro, non si trattava di uno slogan...!)". Sarebbe necessario anche in Italia pensare di meno alle facoltà e pensare maggiormente alle persone!

martedì 25 novembre 2008

E io essenzializzo: "Là dove mi porta il cuore" proprio non ci voglio andare!

Avete letto oggi il giornale? Se la risposta è sì allora avete indovinato anche il tema di questo blog: oltre al sempreverde Villari, i quotidiani davano molto spazio ai... reality show! Già perché siamo sulla scia di arrivo di alcuni importanti reality. Uno si è concluso ieri con successo, "L'Isola dei famosi", l'altro, "La Talpa", si conclude questa settimana. E così mi sono divertita a leggere qualche articolo al proposito. Tra questi quello di Maurizio Costanzo, su "Il Messaggero" (I reality vincono in tempi "ansiogeni"), che motiva così il successo di questi programmi: "Non è facile capire il perché di questi risultati (ah ecco!.., ndr.) se non supponendo che in una stagione dove il telespettatore rifiuta categoricamente (addirittura!!! E chi glielo avrà detto?, ndr.) tutto ciò che è ansiogeno (che procura ansia, ndr.), al contrario gioca, scommette e partecipa sulle altrui fatiche (partecipa "su"? Ahhhh Costanzo, occhio all'italiano!, ndr.) " e ancora... "Negli anni del boom (ohi ohi qui la mette sul piano dell'economia, ndr.), quando le cose vanno bene (e quando mai in Italia?, ndr.) ci possiamo permettere horror mozzafiato (e proprio nient'altro? ndr. ) o anche sproloqui autoreferenziali (ok, era meglio l'horror mozzafiato, ndr.). Ma quando l'aria intorno si fa pesante (troppa bagna cauda? ndr.), il telespettatore, inconsapevolmente il più delle volte (un po' scemo questo telespettatore? ndr.), essenzializza le sue scelte (uhm uhm!, ndr.). Va, mutando la Tamaro (nooo, la letteratura no, pietà!, ndr.) , dove lo porta il cuore".
Sarà...Io non rifiuto "categoricamente " l'ansiogeno (premesso che prima dovrei capire quali trasmissioni rientrerebbero nella categoria, forse "La signora in giallo"? - in fondo, dovunque lei vada, il morto ci scappa sempre...e se non procura ansia questo...!
). Però è vero, lo ammetto,...io in fondo essenzializzo (verbo del quale ignoravo pure l'esistenza, ma che a quanto pare sta diventando di uso comune, vd. qui http://luposelvatico.blogspot.com/2008/09/la-neolingua-di-tremonti-e-gelmini.html se volete farvi due risate..)..dicevo, anche io essenzializzo, spengo la tv e vado a leggermi un bel libro...

lunedì 24 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": seconda tappa, il Parco Nazionale del Gran Paradiso (autore: Max)


5.30 del mattino, la vallata è ancora ammantata dal silenzio del buio, ma quassù agli oltre duemilacinquecento metri del rifugio Vittorio Sella, il sole inizia a fare capolino... non abbastanza per scaldare però... saranno 4-5 gradi...

Ogni cosa ha il suo nome...a volte anche due

Nel suo commento al mio primo post Lisa mi fa notare che dalle sue parti il "portapenne" si chiama "astuccio"...Questo mi ha fatto tornare in mente una curiosa scenetta...
Ore 11. In ufficio (Milano, ndr.). Il mio collega, seduto a qualche metro più in là, strabuzza gli occhi a causa dei troppi fogli excel sui quali sta lavorando, mi guarda e mi chiede "Scusa, hai una gomma?". Ohh..proprio lui, penso, il techno-fan, mi chiede un oggetto così "old-fashioned"!...Apro il cassetto e comincio a rovistare...Trionfante, contenta di poter soddisfare questa sua richiesta, gli lancio la gomma...Lui l'afferra, la guarda sbigottito e mi dice "E che cosa ci dovrei fare con questa?"..Cancellare, rispondo io...!
Ok, cari amici che vivete aldilà dei confini sabaudi, sappiatelo!...Se sperate di ottenere una gomma da masticare dal vostro interlocutore piemontese, chiamatela (la gomma, non il vostro interlocutore...) con il suo nome corretto: cicles!!! (ndr.: si legge come è scritto e non "saicols"...non siamo mica inglesi! Néeee...)

domenica 23 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": prima tappa, la "Death Valley"


Ore 10. Macchina presa a noleggio, mappa in mano, percorriamo la strada che ci condurrà alla Death Valley. Fuori 50 gradi ma, grazie all'aria condizionata, in macchina riusciamo a non boccheggiare. Fino ad un certo punto ci accompagna la radio con la solita canzone su Arlington (ndr. il famoso cimitero nazionale militare) che è tristemente diventata un "hit" da queste parti...Siamo ancora in California ma qui davvero nulla ricorda le immagini viste tante volte in televisione. Davanti e dietro a noi nessuno...forse dopo la curva...già, peccato che qui di curve non ce ne siano, ma soltanto la solita lunga strada...Lungo la strada nulla: nessun albero, nessun arbusto...nulla. Già mi sembra di vedere la scena: un guasto alla macchina e noi soli (i cellulari qui non funzionano e non esistono le colonnine SOS). Con tono poco rassicurante, la guida ci informa che in caso di guasto la "procedura" da seguire è quella di attendere e di non abbandonare l'auto perché con la temperatura a 50 gradi incamminarsi sarebbe un rischio. E poi...inaspettatamente uno spettacolo incredibile si apre di fronte a noi...dune di sabbia (sì!!!) ma soprattutto delle immense rocce dalle forme stranissime. Ci fermiamo a Zabriskie Point, come ci consiglia la guida. Apriamo la portiera e un caldo strano, mai provato, quasi "surreale", ci assale. Guida in mano, mi accingo a leggere la "storia" di questo luogo fantastico...poi mi fermo...in fondo non mi interessa sapere quali strane forze della natura abbiano determinato questo miracolo...voglio guardare e basta. Restiamo lì un'ora, forse di più...in silenzio, soli. E poi le foto, tante...ancora oggi le scorro negli album. La guida invece è nella libreria, e non l'ho mai aperta.

sabato 22 novembre 2008

Emozioni di viaggio

Ci sono viaggi, immagini, che lasciano nella nostra mente un ricordo indelebile... proviamo a raccontarli! Il viaggio comincia oggi dalla Death Valley (USA), per arrivare sino alle vostre immagini. Inviatemi la vostra foto con un breve commento e la condivideremo.

Bulimici, anoressici o equilibrati?

Rob, che si sta appassionando allo studio del fenomeno "Facebook", ha sinora individuato queste categorie di utenti: 1) Il "bulimico", che colleziona amici come figurine (celo, celo, mi manca); 2) L'"anoressico", con una una ristretta cerchia di amici-amici; 3) L'"equilibrato", che sa avventurarsi con giudizio nella società virtuale. Concordate? E soprattutto..qual è la categoria più diffusa su Facebook?

venerdì 21 novembre 2008

Lobbisti: quella "sporca dozzina"...?

Molto spesso alla televisione sentiamo parlare di Unione europea, Commissione europea e Parlamento europeo. E qui ci fermiamo...sì perché di questi organismi e di quello che fanno si parla (in modo serio) veramente poco (e si "straparla" tanto!). La cosa non stupisce poi tanto se si pensa (e parlo per esperienza diretta...) che la maggior parte dei giornalisti che arriva a BXL di fatto non sa nulla di come funzionano le istituzioni comunitarie e di quello che fanno (e notate bene, qui non stiamo parlando di giornalisti di emittenti o di giornalisti di quotidiani di second'ordine..., anzi!). Io a BXL sono vissuta per qualche anno (3) e ci ho lavorato, sempre a contatto con gli organismi europei..per questo mi azzardo a dire qualche cosa...Il tema è complesso e molti sono i potenziali argomenti..inizio con i tanto vituperati lobbisti...Già perché, lo ammetto, io a Bruxelles ero una di loro (come la stragrande maggioranza di coloro che vanno a lavorare nella capitale belga). Partiamo dall'immaginario collettivo: i lobbisti sono loschi personaggi, 24ore in mano e mazzette nel taschino, pronti a corrompere i funzionari e i politici europei...
1) Io personalmente questi personaggi non li ho mai incontrati...intendiamoci, con questo non dico che non siano avvenuti o che ancora non avvengano episodi di corruzione, ma mi sento di dire che se avvengono rappresentano davvero l'eccezione...anche perché per fortuna nelle istituzioni comunitarie ci sono funzionari e politici di tutti i paesi membri e dunque non solo italiani, che per tradizione, di "mani sporche" ne sanno qualcosa. I politici degli altri paesi membri mi sono sembrati sempre molto diffidenti e attenti ai contatti con i "loschi individui"
2) I lobbisti a BXL sono chiaramente individuati ed individuabili: girano con cartellino di riconoscimento (hanno l'obbligo di accreditarsi) e hanno l'obbligo di dire sempre chi rappresentano (nonché di sottostare a norme di comportamento definite in ambito europeo). I documenti che inviano ai parlamentari recano sempre chiaramente la dicitura dell'ente/società che rappresentano. Sul sito web del Parlamento europeo c'è la lista di tutti i lobbisti accreditati
http://www.europarl.europa.eu/parliament/expert/lobbyAlphaOrderByName.do?letter=A&language=EN In Italia manca una regolamentazione del settore e non penso che esistano liste chiare e trasparenti come questa (se esistono e qualcuno le ha viste sono pronta a ricredermi). Sono però pronta a scommettere che se andassi ora al Senato o al Parlamento mi imbatterei in molti personaggi- questi sì davvero loschi - che gironzolano intorno ai nostri parlamentari
3) Non ci sono solo le grandi aziende!...Se qualcuno avrà la pazienza di scorrere la lista troverà che oltre alle aziende importanti (nei settori dell'energia, dei trasporti, delle tlc, ecc.) ci sono anche molti enti (federazioni, enti di commercio, rappresentanze di regioni, ecc.) ma anche enti che almeno dal nome ci parlano di sani principi (enti che tutelano i diritti degli utenti della televisione, enti che tutelano i diritti dei bambini, NGO, enti che difendono i diritti dei disabili, ecc.). Dunque, anche coloro che difendono i diritti dei disabili rientrano nella definizione di "lobbisti"? Proprio così..Qualcuno dirà che non tutti i lobbisti hanno lo stesso potere: certo questo è vero...ma tutti hanno opportunità di espressione (che è diverso ovviamente dal dire "forza di persuasione", ma questo dipende ovviamente anche dalla sensibilità dei politici e dei funzionari di turno)
4) In sintesi: fare lobbying non vuol dire soltanto premere affinché nelle monete da 5 eurocent ci sia un X percentuale di un determinato metallo (la confederazione che si è battuta in nome di questa percentuale ha fatto senza dubbio fare molti soldi alle aziende che rappresentava) ma anche lottare affinché nella regolamentazione sui nuovi autobus ci sia scritto che l'apertura delle porte deve essere di una certa misura per garantire l'accesso alle carrozzelle...Che poi di disabili in carrozzella sui mezzi pubblici se ne vedano pochi questa non è una colpa "europea" (come dimostra il fatto che se andiamo all'estero vediamo in "circolazione" - in senso stretto - molti più disabili che in Italia, paese dove troppo spesso essi sono di fatto confinati a stare in casa per la mancanza di strutture adeguate...).
Una puntualizzazione finale: con tutto questo non voglio dire che le istituzioni europee siano perfette e che tutto vada come deve andare...ma soltanto che una maggiore informazione e chiarezza gioverebbero molto al dibattito.

giovedì 20 novembre 2008

Talking serious: perché scrivere un blog?

Un post serio dopo tanti post "leggeri"...l'ispirazione a scrivere questo post mi viene dalla lettura di mail/messaggi di due amici...entrambi, sebbene, in modo diverso, sollevano la questione del perché scrivere un blog. La mia amica, che stimo molto e che avevo cercato di coinvolgere in questo blog collettivo, mi scrive che non si sente sufficientemente competente per scrivere, e che non pensa di avere sufficienti argomenti per parlare del mondo, mentre il mio amico, che invece scrive già un blog, nel quale affronta temi seri (economia, energia, ecc.) riportando le sue opinioni e quelle degli esperti del settore, il tutto supportato da documentazione, ecc..insomma un approccio molto "scientifico ed informato", si lamenta del fatto che in sostanza nessuno lo legge...Siamo di fronte ad un bivio? Da un lato il timore di affrontare argomenti non abbastanza interessanti o senza la necessaria competenza, dall'altro la constatazione che oggi è difficile affrontare argomenti seri con un approccio "metodico ed informato" (e che superi la battuta sarcastica con la quale su Internet si tende spesso a condensare il commento, anche ad argomenti che meriterebbero molto spazio)...Alcune mie considerazioni (che sono poi alla base del perché di questo mio tentativo di blog collettivo): 1) penso che ciascuno di noi abbia cose interessanti da dire, in base alla propria esperienza personale e lavorativa (da qui il mio tentativo di coinvolgere persone con background molto diversi) ; 2) oggi poche persone scrivono di argomenti seri (come dicevo in un precedente post, analisi e commenti informati non si trovano neanche più nei giornali)...questo penso sia dovuto ad una oggettiva difficoltà, in un'epoca nella quale siamo quotidianamente sottoposti ad un bombardamento di stimoli visivi, a soffermarsi a pensare e riflettere. La tendenza è amplificata da Internet, che ci ha abituati a vedere tutto e subito (vedi l'impazienza di fronte allo schermo che "carica" la pagina) e che spesso ci porta a "sorvolare" velocemente su quanto scritto. Personalmente ritengo che sia possibile coniugare questi due aspetti ...La mia speranza è che questo blog raggiunga una dimensione tale, in termini di lettori, da alimentare un dibattito, che potrà essere ora leggero, ora più impegnato a seconda dei momenti...ma che comunque sarà più ricco di stimoli di quanto potrebbe mai derivare dalla presenza di un unico autore...grazie dunque a quelli che oltre a leggere, avranno anche la pazienza di commentare o "postare" in prima persona!

Non c'è righetti senza rigotti...

Ore 17. Passeggio per il centro con Alberto...la conversazione è un po' lacunosa (ndr. Alberto ha 6 mesi...) e così mi distraggo leggendo...cartelloni pubblicitari, insegne, targhe sugli immobili...ed è così che lo vedo...Un professionista, tal Righetti, con studio in pieno centro...che di nome fa...Arrigo (grazie papà e mamma!). Arrigo Righetti...un nome che davvero non sfigurerebbe insieme a Bottini e a Garrone nel libro Cuore (e poi qui siamo a Torino, la patria di Cuore). Ma c'è di più...l'amico Arrigo (che speriamo sia cresciuto senza problemi di erre moscia...) ha lo studio con l'amico Mario, che di cognome fa...Rigotti! Righetti-Rigotti...proprio vero, Dio li fa e poi li accoppia!

mercoledì 19 novembre 2008

Oro, argento e bronzo...

No, non parliamo di medaglie, ma di... funerali...Già, come recita un cartellone pubblicitario che mi è capitato di leggere oggi, queste sono le tre tipologie di funerali che la ditta X offre. Ovviamente la versione oro è quella di lusso...tuttavia, come recita rassicurante il cartellone, anche con la versione bronzo si ha diritto a vari vantaggi, tra i quali...il feretro... "accessoriato"...(Doppio airbag? Aria condizionata? Cerchi in lega???)...Andarsene, ma con tutti gli optional, potremmo dire...

martedì 18 novembre 2008

Io oooodio gli open space

Quanto li odio...sì gli open space, che ormai vedo sempre più diffusi nei nostri uffici...penso che una delle "scuse" ufficiali per adottare questa soluzione sia (a parte i costi), quella di favorire la collaborazione tra i colleghi...meno "muri" hai, più collabori...ineccepibile!
A parte il fatto che se io non voglio collaborare con il mio collega il fatto che sia a 2 metri piuttosto che a 10 cm conta poco, ma perché non devo avere un mio piccolo spazio nel quale, oltre a lavorare, posso anche fare le mie meritate pause? E le mie telefonate (intendiamoci non intendo chiamate di 2 ore...)? Per non parlare poi di chi ha la sfortuna di avere vicino un collega che parla tutto il tempo...e che ti impedisce di lavorare. Inoltre l'assenza di spazi chiusi determina una vera e propria lotta di potere...perché tutti quelli che assurgono ad una determinata posizione pretendono un proprio ufficio...ed ecco che magicamente si spostano pareti, si creano e si distruggono porte...alla faccia dei costi! Ridateci i nostri piccoli spazi!!!

sabato 15 novembre 2008

Terrorista, criminale di guerra...? Allora (forse) non ti lasceremo entrare

Chi di voi è già stato negli Stati Uniti lo sa ed immagino sia stato sorpreso quanto me la prima volta che in volo, prima dell'atterraggio sul suolo statunitense, ha dovuto compilare un modulo verde da consegnare al momento dei controlli. L'originale si trova qui https://evisaforms.state.gov/ds156.asp
Mi soffermo su alcune domande - alle quali si deve rispondere obbligatoriamente con un YES o NO - e che riporto nella versione originale inglese:
1) Do you seek to enter the United States to engage in export control violations, subversive or terrorist activities, or any other unlawful purpose? Are you a member or representative of a terrorist organization as currently designated by the U.S. Secretary of State? Have you ever participated in persecutions directed by the Nazi government of Germany; or have you ever participated in genocide?
2) Have you ever unlawfully distributed or sold a controlled substance(drug), or been a prostitute or procurer for prostitutes?
3) Have you attended a U.S. public elementary school on student (F) status or a public secondary school after November 30, 1996 without reimbursing the school?
Sono sicura che molte persone selezionano YES alla domanda 1, come pure alla 2. Che poi il mancato pagamento di una scuola venga posto insieme alle domande precedenti, quasi che sia paragonabile a queste in termini di "gravità", fa davvero sorridere...Eppure, mi spiegava un americano, loro davvero si aspettano che le persone rispondano sinceramente...ah questi americani!!!
Ah dimenticavo...dopo queste ed altre domande che qui ho tralasciato, nel modulo di legge:
While a YES answer does not automatically signify ineligibility for a visa, if you answered YES you may be required to personally appear before a consular officer...come dire che anche nel caso in cui tu abbia espressamente dichiarato di voler compiere attività terroristiche, non è detto che la VISA ti sia negata...