venerdì 29 gennaio 2010

Il popolo dei "guidos"

Negli Usa l’emittente MTV sta trasmettendo un reality dal titolo “Jersey shore” che sta suscitando un certo clamore. I protagonisti del programma sono alcuni ragazzi e ragazze italo-americani che passano il loro tempo a divertirsi in una casa sulla spiaggia.

Il clamore deriva dal fatto che questi ragazzi, tutti di bell’aspetto, super abbronzati, ingellati, con addominali scolpiti ma con un quoziente intellettivo che lascerebbe un po’ a desiderare*, si vantano di essere dei “guidos” termine che viene usato (spesso in un’accezione non troppo positiva) per indicare gli italo-americani.

La comunità italo-americana ha criticato l’emittente, accusandola di trasmettere in questo modo un’immagine negativa e comunque non veritiera, della comunità italo-americana.

Ma, ci chiediamo noi, che cosa penserebbe la stessa comunità italo-americana di fronte alle trasmissioni diffuse in tv nella madrepatria?
Quegli stessi italo-americani, che della madrepatria ricordano con nostalgia i panorami mozzafiato della costiera amalfitana, la Primavera del Botticelli, le sculture di Michelangelo (che a Little Italy si trovano riprodotti dappertutto, dalle tazzine da caffé ai grembiuli per la cucina) che cosa penserebbero di fronte ai belloni superabbronzati con quozienti intellettivi non proprio sopraffini che oggi affollano i nostri palinsesti televisivi?

Siamo dunque diventati un popolo di “guidos”?
Qualcuno fa notare come, per la prima volta, da qualche anno, l’Italia riesca ad esportare all’estero alcuni format televisivi. Indovinate un po’ quali…forse non è un primato del quale andare troppo fieri.

*A titolo di esempio, messi alla prova in una trasmissione televisiva nella quale bisognava riconoscere alcuni personaggi famosi, di fronte ad una foto di Gheddafi hanno esclamato convinti: “Lionel Richie”! (ma all'attuale papa è andata meglio...è stato solo scambiato con il suo predecessore Giovanni Paolo II).

mercoledì 27 gennaio 2010

Perché questo non è un paese per giovani...

Il tema ha avuto una vasta eco: ne ha parlato addirittura la BBC.
Sì, il tema dei "big babies" (traduzione inglese di "bamboccioni") e le proposte (rivelatesi successivamente provocazioni) del ministro Brunetta (obbligo per legge di lasciare la famiglia entro una certa età, seguito dall’idea di un contributo per incentivare i ragazzi in questa direzione) hanno attirato l’attenzione anche dei media inglesi.

La questione fondamentale è capire le ragioni alla base del fenomeno dei “big babies”. Penso che aldilà di fattori culturali, la ragione principale consista nella difficoltà, per un giovane, di crearsi la propria indipendenza.

Qualche giorno fa un articolo del Corriere della Sera ricordava un triste primato del nostro paese: gli effetti della crisi si sono fatti sentire soprattutto sui giovani, la categoria di lavoratori attualmente meno protetta (su 1,87 milioni di senza lavoro nei primi 3 trimestri del 2009 oltre un milione ha meno di 34 anni, pari a circa il 55%). Più nel dettaglio, facendo un confronto con i primi 3 trimestri 2008, “nella fascia di popolazione di chi ha fra i 15 e i 24 anni, il numero degli occupati è sceso dell’11,6%; in quella fra i 25 e i 34 anni si è ridotto del 5,5%”*. Nella fascia superiore ai 35 anni, invece, la crisi non si fatta sentire (forse anche grazie al ricorso alla cassa integrazione…?).

Quello che emerge è dunque un crescente divario, che diventa ancor più evidente nei momenti di crisi, tra coloro che godono di una elevata protezione (es. chi ha un contratto a tempo indeterminato) e chi invece (tipicamente i giovani) va avanti con contratti flessibili/atipici e con poche garanzie, senza neanche poter contare, nei momenti di necessità, su strumenti quali gli ammortizzatori sociali.
Come sintetizza bene un articolo del Riformista di ieri “La famiglia è diventata forzosamente la valvola di sfogo, l’ammortizzatore sociale, un’istituzione supplente, di un welfare state iniquo e duale”**.

Ritroviamo qui il concetto che avevamo già discusso in un post precedente (http://ilportapenne.blogspot.com/2009/12/famigliama-quanto-mi-costi.html) e che, secondo me, pone alcuni interrogativi: le istituzioni e in generale il sistema paese (dunque classe politica, sindacati, imprenditori, ecc.), si sono “serviti” della famiglia e della sua solidità nel contesto italiano, per evitare di porre mano ad alcune riforme strutturali del nostro paese tese a riequilibrare il divario tra le generazioni? Detto altrimenti, è ipotizzabile che la situazione dei “bamboccioni”, criticata a parole, di fatto rappresenti per queste forze una situazione "utile" in quanto consente di non prendere/ritardare quelle iniziative che potrebbero avere costi elevati in termini di consenso (politico, sociale, ecc.)?

Se aggiungiamo il fatto che l’Italia è uno dei paesi più vecchi in Europa e che dunque c’è una tendenza, da parte del sistema paese al quale accennavamo sopra, a fare scelte che favoriscono la popolazione “anziana”, rispetto alla minoranza - giovane e meno organizzata - se ne deduce che, forse, davvero, questo non è un paese per giovani (bamboccioni o meno).

*F. Fubini e G. Stringa “La crisi? In Italia la pagano i giovani”, Corriere della Sera, 23/01/2010, p.11.
**G. Gazzetta “Bamboccioni per colpa del welfare”, il Riformista, 26/01/2010, p.11

lunedì 25 gennaio 2010

"L'eco del portapenne". Puntata n.2

La seconda puntata de “L’eco del portapenne”, rubrica su titoli e ritagli della carta stampata...Post "leggeri" per iniziare con leggerezza una nuova settimana di lavoro.

Sacro e profano, serio e faceto, neologismi, accostamenti linguistici azzardati, metafore roboanti...tutto è possibile nella politica e nel linguaggio politico italiano (tranne, forse, un dibattito serio su programmi ed idee?…).
Ora poi che si avvicinano le elezioni amministrative gli spunti non mancano…

Il quotidiano Libero ad esempio qualche giorno fa ci raccontava che “La Polverini (candidata del centro-destra alle elezioni regionali nel Lazio, ndr.) fa il pieno al mercato”, rispondendo con un sorriso al pizzicagnolo che le raccomanda in dialetto romanesco “non spendete i soldi con i trans” (quando si dice “la saggezza popolare”!), mentre la sua avversaria, Emma Bonino, veniva definita da Il Foglio “l’icona maggioritaria concepita in vitro” ed Italia Oggi, scomodando Lucio Battisti ci informava che “Nel Lazio balla anche Linda” (con riferimento alla possibile candidatura nel Lazio di Linda Lanzilotta). E infine il Tempo che parlava dell’avvenuta “Schiarita nei Casini”, con riferimento alle alleanze tra Pdl e Udc ( e per fortuna, visto che solo il giorno precedente Libero titolava “Chi aspetta Casini trova guai”).

E alla fine, in questo calderone di battute, sottintesi e altro pensiamo quasi di essere stati presi in giro quando leggiamo la notizia delle dichiarazioni del Presidente della Fieg (Federazione italiana editori giornali) sulla crisi dell’editoria. “L’editoria soffre”. E a dirlo è Carlo Malinconico (questa volta sì, di nome, e di fatto!).

giovedì 21 gennaio 2010

Europarlamentari all'italiana: tutti caciocavallo e bagna cauda?

Sembra che a Napoli se la siano un po’ presa. Non sono piaciute le dichiarazioni del Ministro Brunetta a proposito delle delegazioni di europarlamentari provenienti dal meridione che aveva occasione di vedere "in azione" quando era eurodeputato a Strasburgo. Secondo il ministro, questi personaggi andavano a riunioni parlamentari nelle quali non capivano nulla e l’unica cosa nella quale erano professionali “era costruire eventi legati al cibo”.

Giustamente il giornale di Napoli, il Mattino, si è chiesto se gli eurodeputati veneti si accontentassero di brodino o se i lombardi si imponessero una dieta a pane ed acqua mentre i partenopei si strafogavano di salsicce e friarielli.
Effettivamente, il dubbio sorge spontaneo.

Devo dire che questa differenza io non l’ho notata...mi sembravano quasi tutti incompetenti (con poche eccezioni, bipartisan e senza differenze sostanziali tra “sudisti e nordisti”).

Peraltro, ricordo che a Bruxelles le attività per le quali gli uffici di rappresentanza delle Regioni e delle Camere di Commercio italiane (un ufficio per ogni regione, con tanto di funzionari e staff pagati profumatamente) erano noti, era proprio l’organizzazione di eventi (serate, cene, cocktail) a base di prodotti culinari tipici delle varie regioni italiane (più che per le attività legate allo sviluppo delle relazioni commerciali tra le imprese europee o quelle legate al lobbying nei confronti delle istituzioni comunitarie).

Insomma, il cibo sembrava essere considerato da tutti coloro che rappresentavano, a vario titolo, il nostro paese, IL prodotto d’eccellenza da presentare in Europa agli altri paesi europei. E leggendo quello che si dice del nostro paese sui principali giornali europei è difficile pensare che qualche altro prodotto nostrano abbia potuto sostituire in questi ultimi anni il cibo come testimone d’eccellenza dell’italianità.

Stando così le cose, non ci resta che sperare che nessuno, all’estero, venga a conoscenza della storia delle mozzarelle di bufala annacquate.

mercoledì 20 gennaio 2010

In Italia, in media, 1 su 4 non lo fa...

Una cosa già la sapevamo: tra coloro che dovrebbero farlo, in Italia, in media, 1 su 4 non lo fa..ossia non paga il canone televisivo ordinario (i famosi 109€ dovuti entro la fine di gennaio 2010). Se la Toscana e la Liguria si distinguono per i tassi di evasione più bassi (entrambe sotto il 18%), Campania e Sicilia detengono il record negativo (evasione superiore al 40%).*

Ma vi sono alcune cose che non sapevamo: ad esempio l’esistenza di esenzioni dal pagamento del canone di abbonamento speciale (che riguarda gli apparecchi posti fuori dell'ambito familiare) per “ospedali militari (di quelli non militari non abbiamo notizia), Case del soldato (sì, apparentemente esistono anche quelle…!) e Sale convegno dei militari delle Forze armate”**, mentre il corpo nazionale del soccorso alpino del Club Alpino Italiano e alcune associazioni di soccorso sono esonerate dal pagamento del solo canone radiofonico (le richieste di aiuto mica arrivano per televisione, no?), mentre le scuole, a richiesta, possono avere la licenza gratuita (a fini didattici), ad eccezione che per la tv nella stanza del preside.

Fa quasi tenerezza scoprire che nell’Italia dell’incertezza globale, dove le norme non sono mai chiare e i termini dei pagamenti spesso fumosi (tipo “il bollo auto scade il 31/01..ma hai tempo a pagarlo fino al mese successivo”) qualcuno abbia pensato a disciplinare la questione della tv nella stanza del preside e quella nella Casa del Soldato…rassicurante, direi…

Fonti: *IlSole24Ore del 19/01/2010, p.22.
**Sito Rai

venerdì 15 gennaio 2010

Giunta a destinazione

Ebbene sì sono giunta a destinazione. Ho terminato di leggere il libro “Fuori orario”, che, come sapete, è stato spunto di diversi post recenti.

Non mi soffermerò su uno dei capitoli più interessanti del libro, quello sulla gestione degli appalti. Gare truccate, vincitori di gare scoraggiati a realizzare il lavoro per far prevalere i soliti pochi noti, specifiche tecniche utilizzate per aggiudicare le gare ai soliti pochi noti, espedienti di ogni genere per aggirare la legislazione (italiana e comunitaria), licenziamenti di quei dipendenti del gruppo che denunciano la mancata concorrenza in molte gare, nessun controllo sulla qualità dei servizi effettivamente erogati dalle ditte vincitrici.

A proposito, un avvertimento: se dovete prendere un letto con cuccetta, cercate di sapere dove ha stazionato il treno per la pulizia, prima di arrivare alla vostra stazione.

Già perché sembra che in passato la lavanderia responsabile della pulizia delle lenzuola a Pisa abbia utilizzato un curioso sistema.
Se le lenzuola consegnate erano manifestamente sporche, allora venivano lavate. Ma se al contrario non vi erano macchie visibili, le lenzuola venivano stese all’aria aperta per qualche ora, lungo l’Arno, spruzzate con disinfettante, ripiegate e riconsegnate a Trenitalia (dunque nessun lavaggio, nessun detersivo, nessun costo per l’elettricità per il lavaggio, asciugatura e piegatura, con risparmi di un terzo rispetto ad un normale ciclo di lavaggio)*.

Da notare che il sistema era utilizzato solo per il gruppo Ferrovie dello Stato perché gli altri clienti della ditta (ristoranti, alberghi) controllavano sempre la biancheria ricevuta e quindi si sarebbero accorti del trucco, con immediata revoca del contratto.

Pertanto ricordatevi: per evitare equivoci, quando viaggiate in cuccetta, al termine del viaggio assicuratevi di rovesciare sempre un po’ di succo di mirtillo sulle lenzuola che avete utilizzato…avrete così fatto un favore al prossimo viaggiatore che userà le vostre lenzuola!

*C. Gatti, “Fuori orario – Da testimonianza e documenti riservati le prove del disastro FS”, Chiarelettere, Milano, 2009, pp.225-226.

lunedì 11 gennaio 2010

Per tutte le donne che sei

Sì sì avete letto bene! “Per tutte le donne che sei”!
Questo è il titolo che campeggia attualmente nella pagina web di un importante operatore telefonico.

Ma cerchiamo di capire meglio in che cosa consiste questa offerta “Per tutte le donne che sei”...(e qui cito testualmente):

1) Un telefono incluso e chiamate senza scatto alla risposta, per organizzare la tua giornata (e giustamente, aggiungiamo noi...in fondo, di che cosa altro può aver bisogno una donna?)
2) Tutte le chiamate che vuoi, senza limiti, al tuo numero Vodafone* del cuore (NUMERO DEL CUORE???? Forse pensano di parlare a bambine di 10 anni che hanno l’amichetto del cuore?)
3) Una Internet Key inclusa per essere sempre connessa con tutto quello che più ti piace (QUELLO CHE PIU’ TI PIACE???? Tipo il sito di Hello Kitty o della Barbie?).

Insomma, dopo aver letto queste frasi sorge davvero il dubbio che l’offerta sia rivolta a bambine di età compresa tra gli 8 e i 13 anni (cosa che non risulterebbe neanche troppo insolita se si pensa che anni fa lo stesso operatore pubblicizzava cellulari Disney)..ma nulla, nessun riferimento.
D’altronde, l’immagine di una mano femminile preziosamente inanellata che destreggia da un lato uno smartphone e dall’altro una chiavetta per la connessione Internet, posta accanto alla descrizione dell’offerta, non fa pensare immediatamente ad una adolescente, quanto piuttosto al clone della Miranda Priesley di “Il diavolo veste Prada”.

E infine non si capisce in che cosa differisca questa offerta da quella che compare di norma sul sito dell’operatore (e che a questo punto potremmo battezzare – se non risultasse un po’ equivoco visti i tempi che corrono - “Per tutti gli uomini e le donne che sei”). Anche se qui, a dire il vero, non si fa menzione del "numero del cuore” (forse i maschietti non hanno un numero del cuore…o se lo hanno non lo vogliono ammettere?).

Va bene che loro (non i maschietti, ma la società telefonica) sono quelli dello slogan “Tutto gira intorno a te”…ma mi sa che a forza di girare hanno perso un po’ la bussola.

*Sì sì per una volta facciamo pubblicità...(positiva o negativa, giudicate voi). La pagina web è qui: http://www.areaprivati.vodafone.it/190/trilogy/jsp/channelView.do?contentKey=49712&pageTypeId=9607&channelId=-8669&tk=9607%2Cr&ty_key=pri_offerta_donne_piani_piu_facile
P.S.: rivedendo la pagina web a colori mi è poi venuto il sospetto che il lato femminile dell'offerta sia legato al fatto che sono disponibili telefonini rosa e Internet Key rosa (!) Uaoooo!

sabato 9 gennaio 2010

Trenino (non) va...

Qualche aggiornamento in tempo reale sulla circolazione di Intercity ed Eurostar…in un venerdì 8 gennaio come tanti altri…

Fonte: sito Trenitalia.

h.11:48
Il treno 9511 da Milano C.le (10:15) a Napoli C.le (15:10) viaggia con un ritardo di 82 minuti per un intervento tecnico al treno (leggasi: era rotto)

h.13:34
Il treno 9807 da Milano C.le (09:35) a Lecce (19:04) viaggia con un ritardo di 55 minuti per un intervento tecnico al treno (idem come sopra)

h.14:11
Il treno 9803 da Milano C.le (07:35) a Lecce (17:04) viaggia con un ritardo di 43 minuti per un intervento tecnico al treno (idem come sopra)

h.14:15
Il treno 9718 da Venezia S.L. (11:50) a Milano C.le (14:25) viaggia con un ritardo di 55 minuti per un intervento tecnico alla linea ferroviaria (leggasi: è finito qualcosa sulla linea..quando c’è vento succede spesso…)

h.14:24
Il treno 587 da Milano C.le (10:50) a Salerno (20:32) viaggia con un ritardo di 61 minuti per la preparazione del treno in partenza (per le pulizie? Uhm…)

h.14:27
Il treno 9816 da Lecce (07:00) a Milano C.le (16:25) viaggia con un ritardo di 44 minuti per un inconveniente tecnico (leggasi: si sono persi il locomotore o il macchinista…a chi non è successo una volta nella vita?)

h. 14:29
Il treno 9515 da Milano C.le (12:15) a Napoli C.le (17:10) viaggia con un ritardo di 45 minuti per un intervento tecnico al treno (vd. sopra)

h. 14:32
Il treno 615 da Milano C.le (09:50) a Crotone (23:59) viaggia con un ritardo di 45 minuti per la preparazione del treno in partenza (vd. sopra)

h. 14:36
Il treno 728 da Palermo C.le (07:08) a Roma T.ni (18:33) viaggia con un ritardo di 71 minuti per un inconveniente tecnico (vd. sopra)

h. 14:38
Il treno 9241 da Modane (11:55) a Milano C.le (14:50) viaggia con un ritardo di 49 minuti per cause dipendenti da ferrovie estere (le famose cause esterne!!! Niente rimborso!)

h. 14:47
Il treno 9814 da Taranto (06:00) a Milano C.le (15:30) viaggia con un ritardo di 38 minuti per un inconveniente tecnico (vd. sopra)

h. 15:39
Il treno 9815 da Milano C.le (13:35) a Taranto (22:57) viaggia con un ritardo di 37 minuti per la preparazione del treno in partenza (vd. sopra)

h. 16:10
Il treno 9729 da Milano C.le (15:05) a Venezia S.L. (17:40) viaggia con un ritardo di 44 minuti per un intervento tecnico alla linea ferroviaria (vd. sopra)

h. 16:39
Il treno 723 da Roma T.ni (07:34) a Palermo C.le (19:24) viaggia con un ritardo di 90 minuti per criticità durante il traghettamento (vagoni finiti in acqua?)

h.16:50
Attenzione! A causa di nevicate e formazione di ghiaccio nelle regioni del nord Italia, per ragioni di sicurezza e regolarità, tutti i treni alta velocità ed eurostar potranno ridurre la velocità maturando lievi ritardi.

E questo era l’ultimo messaggio…dopo le 16:50 non vi sono stati più aggiornamenti (ma i treni hanno continuato a registrare “lievi” ritardi).

A tutto questo potremmo aggiungere che la maggior parte dei treni di cui sopra sono i famosi Eurostar, i treni Etr 500…quei treni che, come ci spiega Gatti*, furono ordinati negli anni ’90, arrivando troppo in anticipo (probabilmente l’unica volta nella loro vita!) rispetto alla rete ad alta velocità per la quale erano stati progettati.

Quando cominciarono ad essere utilizzati sulle linee normali alcuni problemi furono subito evidenti. Tra questi un’insufficiente capienza dei serbatoi dei bagni (erano stati pensati per linee veloci e con poche fermate intermedie!) e un eccessivo consumo di pastiglie dei freni e conseguenti alti costi di sostituzione (erano stati concepiti per fermarsi poche volte e dunque frenare poco).

A questo si aggiunge poi il fatto che gli Etr sono molto delicati e quindi frequentemente soggetti a guasti, che sono stati progettati con una trazione tale per cui se una motrice non funziona il treno spesso si ferma (anche se le motrici sono due) che le tendine elettriche si rompevano talmente frequentemente che si decise di sostituirle in blocco.

Quando ero piccola c’era una graziosa canzone di De Sica che iniziava così: Trenino va…trenino va…**
Oggi penso che suonerebbe così: trenino va…trenino…trenin…tren…tr….t…
...(il trenino non va più…sarà un Etr 500?)

*“Fuori orario – Da testimonianze e documenti riservati le prove del disastro FS” (Claudio Gatti, Chiarelettere, Milano, 2009, pp.103-105)
**Per i nostalgici, la canzone si trova qui: http://video.libero.it/app/play?id=648f3b4cc111c4f84a45408693709113

venerdì 8 gennaio 2010

Bollettino di guerra: aggiornamento delle 12.55

Fonte: Sito Trenitalia

Linea: Milano Centrale- Roma (aggiornamento delle 12.55)

IC 583 (partenza da Milano: 6.50): 24 minuti di ritardo
ES 9509 (partenza da Milano: 9.15): in orario
ES 9613 (partenza da Milano: 9.30): 92 minuti di ritardo
ES 9511 (partenza da Milano: 10.15): 81 minuti di ritardo
IC 587 (partenza da Milano: 10.50): 44 minuti di ritardo
ES 9513 (partenza da Milano: 11.15): 11 minuti di ritardo (ops scusate, come non detto... "il treno viaggia con regolarità” recita la didascalia....ricordate il quarto d’ora accademico?)
ES 9515 (partenza da Milano: 12.15): in orario
ES 9769 (partenza da Milano: 13:10): in orario (E' vero, sono le 12.55 e quindi il treno non è ancora partito...dunque è in orario!)

Tenendo conto del fatto che gli ES e gli IC hanno la precedenza sugli altri treni (ovvero, se sono in ritardo e la linea è unica gli altri treni si devono fermare e li devono lasciar passare, accumulando a loro volta ritardi) immagino che vi siano in questo momento migliaia di viaggiatori furibondi (anche) su interregionali e regionali.

giovedì 7 gennaio 2010

Bruno e Smuth

Bruno e Smuth hanno otto anni.
Bruno è sempre ben vestito: camicia, cravatta e pantaloncini corti ben stirati.
Smuth invece indossa sempre un pigiama a righe, e sopra la giacca del pigiama un numero stampato.
Bruno e Smuth giocano a palla e a scacchi ma, il più delle volte, semplicemente parlano: a dividerli solo il filo spinato.

Il bambino con il pigiama a righe (The Boy in the Striped Pyjamas, Mark Herman, USA 2008): un film che nella sua “essenzialità” riesce a commuovere come pochi altri…
Un film da vedere…

lunedì 4 gennaio 2010

Tu tu tu tuuuuuuuuuuu...

E’ sempre difficile scegliere il post con il quale iniziare il nuovo anno…
Il tema del quale parleremo oggi è, per usare l’espressione del giornalista Claudio Gatti che ha ispirato questo post, “profondamente italiano”.

No, non parliamo di panettoni, musica, pizza e mandolino, ma delle FS…le Ferrovie dello Stato (nelle sue varie forme: Rfi – il gestore della rete – e Trenitalia, che gestisce il servizio di trasporto).
Lo so, il tema non è nuovo, ne abbiamo già parlato in passato: ma come poteva resistere una pendolare dall’acquistare un libro, appena pubblicato, dal titolo “Fuori orario – Da testimonianze e documenti riservati le prove del disastro FS” (Claudio Gatti, Chiarelettere, Milano, 2009).
E avendone già letto qualche pagina, come poteva la suddetta non condividere con voi qualche interessante curiosità…?

Una a caso: come mai, secondo le Ferrovie, i treni hanno un indice di puntualità molto elevato e pari a quello di Stati come Francia e Germania…quando invece il viaggiatore – pendolare recidivo o semplice viaggiatore occasionale – sperimenta ogni giorno minuti e minuti di ritardo su regionali, interregionali, ICnight, Eurostar, AV e così via…?

Ecco le cause principali:

1) il concetto di ritardo, ovvero…quando un treno è considerato in ritardo Italia?
Vi fornisco un aiutino: avete presente il quarto d’ora accademico? Ecco, è la stessa cosa..In Italia, se il treno arriva entro i 15 minuti, è considerato puntuale (fanno eccezione alla regola solo i treni regionali, quelli che percorrono distanze più brevi, per i quali c’è il principio dei 5 minuti). In Francia e Germania un treno - di qualsiasi tipologia - è puntuale se arriva entro cinque minuti dall’orario previsto. Non solo, ma mentre negli altri paesi la puntualità è calcolata anche a livello delle fermate intermedie, in Italia vale solo per la destinazione finale. Così, per dire, se percorrete la Torino-Milano ma dovete scendere a Vercelli, poco importa se il treno arriva alla vostra destinazione con 30 minuti di ritardo…se per uno strano caso del destino recupera ed arriva a Milano entro i 15 minuti di ritardo, allora il treno è puntuale (per le FS o Trenitalia, si intende)!!!

Tanto per darvi un’idea, i dati ai 5 minuti (che Trenitalia non comunica, ma che il giornalista è riuscito ad ottenere) forniscono, per la categoria Eurostar (che dovrebbe essere una delle punte di diamante del nostro sistema ferroviario) queste percentuali*: “nel 2008 la media annuale della puntualità entro i 5 minuti degli Eurostar è stata un patetico 64 per cento. Cioè 31 punti in meno della Svizzera (95,8%!!!, ndr.), 26 in meno della Germania (90%!!!, ndr.) e 18 della Francia (82,8%, ndr.)”.

2) l’utilizzo delle cause esterne (o indipendenti dalle FS, come di norma si sente all’altoparlante). I minuti di ritardo che sono attribuibili a cause esterne sono decurtati dal computo. Anche qui tutto dipende da che cosa viene definito come “causa esterna”. E qui abbiamo**: “causa di forza maggiore, cause meteo o naturali, lavori programmati lungo la linea resi noti alla clientela, scioperi, fatti di terzi con conseguenze sulla circolazione, occupazione dei binari da parte di soggetti estranei all’organizzazione ferroviaria, incendi o calamità naturali, ordine dell’autorità”. Insomma motivazioni che esonerano Trenitalia dalla responsabilità del ritardo, come nella migliore tradizionale italiana della negazione delle responsabilità (e, ovviamente, del rimborso!).

Ed infine…3) l’allungamento degli orari o “l’inganno del ritardo incorporato” come lo definisce Gatti. Questa è forse la modalità più “sbarazzina” e peraltro già nota ai pendolari recidivi…Al momento della modifica degli orari (es: a dicembre) se si vede che un treno che dovrebbe arrivare alle 15 arriva regolarmente alle 15,15 che cosa si fa? Si modifica direttamente l’orario di arrivo a destinazione e… magia!!! Il treno non è più in ritardo!

Non so se questo post abbia contribuito al vostro buonumore…ad ogni modo, buon anno a tutti, pendolari recidivi o semplici viaggiatori occasionali…

*Claudio Gatti, Fuori orario, Chiarelettere, Milano, 2009, pp. 22-23
**Op.cit., pp.26-27.