venerdì 28 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": terza tappa, Normandia, il giorno più lungo


Mappa nella mano seguiamo fedelmente il percorso che i francesi, con la loro proverbiale capacità organizzativa, suggeriscono ai turisti che vogliono ripercorrere le tappe dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944. Tutto è abilmente segnalato: impossibile saltare una tappa, perdersi un cimitero o un memoriale...mica come in Germania, dove per trovare le "vestigia" di quello che successe (vd. a Norimberga) dobbiamo chiedere ripetutamente, ottenendo in risposta poche sillabe che tradiscono una sensazione, neanche troppo nascosta, di fastidio. Arriviamo in mattinata a La Cambe, il più grande cimitero tedesco, dove riposano oltre 21.000 soldati. L'atmosfera è pacifica: poche le persone in giro...il vento sussurra tra le foglie degli alberi bassi, che fanno ombra ai caduti delle ultime file...sembra quasi non voler disturbare il sonno di questi uomini. Ogni stele - un semplice pezzo di pietra grigia a forma di croce - riporta almeno 2 nomi, a volte anche tre. Tanti uomini in un ristretto lembo di terra: troviamo uno o due fiori appoggiati a qualche lapide. Proseguiamo per Colleville sur Mer, il cimitero americano: circa 10.000 soldati vi riposano. Qui le croci non sono di pietra grigia, ma di un marmo bianco, "immacolato" : diverse quelle con la stella di David. Nomi di origine diversa, per quello che già allora era il "melting pot" (irlandesi, italiani, ispanici, ecc.). Tutto sembra grande rispetto a La Cambe...tutto è curatissimo...l'erba, la segnaletica, la fontana...La gente che viene qui è tanta. Dalla collinetta sulla quale è situato il cimitero contempla il mare e la spiaggia più in basso, immaginando di scorgervi - pochissimi con gli occhi di chi c'era, i più aiutandosi con le immagini tramandate dai documentari o dai film - l'ondata umana che dal mare giunse...La Cambe e Colleville Sur Mer: tanto diverse...tanto simili...

Ode al fumetto

Ciascuno di noi ha letto, per periodi più o meno lunghi, i fumetti...e ciascuno di noi ha le sue preferenze. Mi soffermo su due italiani, che sono tra i miei preferiti, Tex e le Sturmtruppen. Tex è il buono per eccellenza, un po' rude nei modi, ma con un'idea di giustiza che non conosce compromessi...L'aspetto più innovativo del fumetto penso sia la rappresentazione del popolo indiano che offre, molto distante da quella di buona parte dei classici film Western. Non un popolo assetato di sangue (benché i personaggi negativi ovviamente ci siano), che perseguita i "poveri" coloni, ma un popolo orgoglioso delle proprie radici, che si vede sottrarre dai "bianchi di Washington" le proprie terre e che è costretto a lottare per la propria libertà ed indipendenza...(sullo sfondo di loschi individui bianchi che li foraggiano con il famigerato wiskey...). Le Sturmtruppen, invece, sono ambientate nella Seconda Guerra Mondiale ed hanno per protagonisti i soldati tedeschi: l'aspetto innovativo consiste proprio nel descrivere la guerra dalla parte dei "cattivi"...che poi in realtà sono poveri soldati (che di fatto rappresentano il "soldato" a prescindere dalla nazionalità...) che oltre alla tragedia della guerra, devono subire anche le angherie di stupidi ufficiali. E' impossibile non commuoversi di fronte ai due elmetti (ma il lettore pensa che "sotto" ci sia una testa...) che commentano il loro destino: sono fieri di avere ottenuto una medaglia al valore ("Pensa come saranno fieri di noi a casa..!" ..."Già", risponde l'altro "Siamo proprio stati fortunati!")...peccato che ora non resti più nulla di loro, se non un elmetto sopra una semplice, nuda croce (del tipo di quelle che si vedono ancora oggi nei cimiteri della Normandia...). Ci sono anche i momenti più leggeri, come quando alla domanda :"Altolà, chi va là? Amici o nemici?" , la povera sentinella tedesca si sente rispondere: "Semplici conoscenti!"...(con comprensibile sbigottimento)...Se i fumetti (o almeno alcuni..) riescono ad offrici, oltre al salutare svago e divertimento, anche questi sentimenti, allora forse davvero si può parlare del fumetto come di una forma di letteratura...Viva il fumetto!

giovedì 27 novembre 2008

Filosofi come pagnotte?

Qualche tempo fa, nel corso di una rassegna stampa alla televisione, ho intravisto (era il periodo nel quale si parlava del Decreto Gelmini) un titolo provocatorio sull'Università italiana che (vado a memoria) terminava con "...e invece noi continuiamo a sfornare filosofi". Già dall'utilizzo del verbo emerge il pensiero di chi lo ha concepito..."sfornare" filosofi è evidentemente meno nobile che sfornare ingegneri, economisti, ecc. (ma penso che in questi casi gli autori non avrebbero utilizzato il verbo "sfornare"...) Alcune mie considerazioni: 1) Penso che sia stupido e poco utile contrapporre le facoltà tra di loro come se alcune fossero più "pregiate" di altre: penso che contino piuttosto la qualità dell'offerta universitaria da un lato e dall'altro l'impegno (che si traduce in tempistica nel conseguimento della laurea, votazione, ecc.) di chi frequenta un corso di laurea; 2) In termini di lavoro, non penso che in Italia ci sia necessità soltanto di laureati in ingegneria ed economia, anche se, a leggere quotidianamente gli annunci di lavoro, sembrerebbe proprio così; 3) E' senza dubbio vero che in Italia è avvenuta storicamente una sopravvalutazione dell'importanza delle materie umanistiche ("tutti avvocati, notai, ecc.") a discapito della preparazione scientifica, che si è tradotta in un livello di preparazione (in matematica, fisica, ecc.) più basso degli altri paesi (per non parlare della conoscenza delle lingue straniere...aspetto sul quale ora non mi soffermo ); 4) è desolante vedere che quando si parla di scuola in Italia si affronta il problema in termini ideologici piuttosto che costruttivi (Che fare per migliorare il sistema?). Allora mi chiedo: 1) Non sarebbe più utile riflettere su come avvicinare lo studente (di qualsiasi facoltà) al lavoro (in termini di materie insegnate, di metodologia nell'affrontare i problemi....?); 2) Cosa si può fare perché le aziende investano davvero nella formazione (e riqualificazione, se necessaria)? E perché la formazione viene nella maggior parte dei casi vista come uno spreco di tempo e di energie? Vorrei sentire più spesso anche in Italia le parole che mi disse tempo fa in Inghilterra la responsabile di una importante società di revisione contabile: " Per noi contano le persone, non le facoltà (e, vi assicuro, non si trattava di uno slogan...!)". Sarebbe necessario anche in Italia pensare di meno alle facoltà e pensare maggiormente alle persone!

martedì 25 novembre 2008

E io essenzializzo: "Là dove mi porta il cuore" proprio non ci voglio andare!

Avete letto oggi il giornale? Se la risposta è sì allora avete indovinato anche il tema di questo blog: oltre al sempreverde Villari, i quotidiani davano molto spazio ai... reality show! Già perché siamo sulla scia di arrivo di alcuni importanti reality. Uno si è concluso ieri con successo, "L'Isola dei famosi", l'altro, "La Talpa", si conclude questa settimana. E così mi sono divertita a leggere qualche articolo al proposito. Tra questi quello di Maurizio Costanzo, su "Il Messaggero" (I reality vincono in tempi "ansiogeni"), che motiva così il successo di questi programmi: "Non è facile capire il perché di questi risultati (ah ecco!.., ndr.) se non supponendo che in una stagione dove il telespettatore rifiuta categoricamente (addirittura!!! E chi glielo avrà detto?, ndr.) tutto ciò che è ansiogeno (che procura ansia, ndr.), al contrario gioca, scommette e partecipa sulle altrui fatiche (partecipa "su"? Ahhhh Costanzo, occhio all'italiano!, ndr.) " e ancora... "Negli anni del boom (ohi ohi qui la mette sul piano dell'economia, ndr.), quando le cose vanno bene (e quando mai in Italia?, ndr.) ci possiamo permettere horror mozzafiato (e proprio nient'altro? ndr. ) o anche sproloqui autoreferenziali (ok, era meglio l'horror mozzafiato, ndr.). Ma quando l'aria intorno si fa pesante (troppa bagna cauda? ndr.), il telespettatore, inconsapevolmente il più delle volte (un po' scemo questo telespettatore? ndr.), essenzializza le sue scelte (uhm uhm!, ndr.). Va, mutando la Tamaro (nooo, la letteratura no, pietà!, ndr.) , dove lo porta il cuore".
Sarà...Io non rifiuto "categoricamente " l'ansiogeno (premesso che prima dovrei capire quali trasmissioni rientrerebbero nella categoria, forse "La signora in giallo"? - in fondo, dovunque lei vada, il morto ci scappa sempre...e se non procura ansia questo...!
). Però è vero, lo ammetto,...io in fondo essenzializzo (verbo del quale ignoravo pure l'esistenza, ma che a quanto pare sta diventando di uso comune, vd. qui http://luposelvatico.blogspot.com/2008/09/la-neolingua-di-tremonti-e-gelmini.html se volete farvi due risate..)..dicevo, anche io essenzializzo, spengo la tv e vado a leggermi un bel libro...

lunedì 24 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": seconda tappa, il Parco Nazionale del Gran Paradiso (autore: Max)


5.30 del mattino, la vallata è ancora ammantata dal silenzio del buio, ma quassù agli oltre duemilacinquecento metri del rifugio Vittorio Sella, il sole inizia a fare capolino... non abbastanza per scaldare però... saranno 4-5 gradi...

Ogni cosa ha il suo nome...a volte anche due

Nel suo commento al mio primo post Lisa mi fa notare che dalle sue parti il "portapenne" si chiama "astuccio"...Questo mi ha fatto tornare in mente una curiosa scenetta...
Ore 11. In ufficio (Milano, ndr.). Il mio collega, seduto a qualche metro più in là, strabuzza gli occhi a causa dei troppi fogli excel sui quali sta lavorando, mi guarda e mi chiede "Scusa, hai una gomma?". Ohh..proprio lui, penso, il techno-fan, mi chiede un oggetto così "old-fashioned"!...Apro il cassetto e comincio a rovistare...Trionfante, contenta di poter soddisfare questa sua richiesta, gli lancio la gomma...Lui l'afferra, la guarda sbigottito e mi dice "E che cosa ci dovrei fare con questa?"..Cancellare, rispondo io...!
Ok, cari amici che vivete aldilà dei confini sabaudi, sappiatelo!...Se sperate di ottenere una gomma da masticare dal vostro interlocutore piemontese, chiamatela (la gomma, non il vostro interlocutore...) con il suo nome corretto: cicles!!! (ndr.: si legge come è scritto e non "saicols"...non siamo mica inglesi! Néeee...)

domenica 23 novembre 2008

I viaggi de "Il portapenne": prima tappa, la "Death Valley"


Ore 10. Macchina presa a noleggio, mappa in mano, percorriamo la strada che ci condurrà alla Death Valley. Fuori 50 gradi ma, grazie all'aria condizionata, in macchina riusciamo a non boccheggiare. Fino ad un certo punto ci accompagna la radio con la solita canzone su Arlington (ndr. il famoso cimitero nazionale militare) che è tristemente diventata un "hit" da queste parti...Siamo ancora in California ma qui davvero nulla ricorda le immagini viste tante volte in televisione. Davanti e dietro a noi nessuno...forse dopo la curva...già, peccato che qui di curve non ce ne siano, ma soltanto la solita lunga strada...Lungo la strada nulla: nessun albero, nessun arbusto...nulla. Già mi sembra di vedere la scena: un guasto alla macchina e noi soli (i cellulari qui non funzionano e non esistono le colonnine SOS). Con tono poco rassicurante, la guida ci informa che in caso di guasto la "procedura" da seguire è quella di attendere e di non abbandonare l'auto perché con la temperatura a 50 gradi incamminarsi sarebbe un rischio. E poi...inaspettatamente uno spettacolo incredibile si apre di fronte a noi...dune di sabbia (sì!!!) ma soprattutto delle immense rocce dalle forme stranissime. Ci fermiamo a Zabriskie Point, come ci consiglia la guida. Apriamo la portiera e un caldo strano, mai provato, quasi "surreale", ci assale. Guida in mano, mi accingo a leggere la "storia" di questo luogo fantastico...poi mi fermo...in fondo non mi interessa sapere quali strane forze della natura abbiano determinato questo miracolo...voglio guardare e basta. Restiamo lì un'ora, forse di più...in silenzio, soli. E poi le foto, tante...ancora oggi le scorro negli album. La guida invece è nella libreria, e non l'ho mai aperta.

sabato 22 novembre 2008

Emozioni di viaggio

Ci sono viaggi, immagini, che lasciano nella nostra mente un ricordo indelebile... proviamo a raccontarli! Il viaggio comincia oggi dalla Death Valley (USA), per arrivare sino alle vostre immagini. Inviatemi la vostra foto con un breve commento e la condivideremo.

Bulimici, anoressici o equilibrati?

Rob, che si sta appassionando allo studio del fenomeno "Facebook", ha sinora individuato queste categorie di utenti: 1) Il "bulimico", che colleziona amici come figurine (celo, celo, mi manca); 2) L'"anoressico", con una una ristretta cerchia di amici-amici; 3) L'"equilibrato", che sa avventurarsi con giudizio nella società virtuale. Concordate? E soprattutto..qual è la categoria più diffusa su Facebook?

venerdì 21 novembre 2008

Lobbisti: quella "sporca dozzina"...?

Molto spesso alla televisione sentiamo parlare di Unione europea, Commissione europea e Parlamento europeo. E qui ci fermiamo...sì perché di questi organismi e di quello che fanno si parla (in modo serio) veramente poco (e si "straparla" tanto!). La cosa non stupisce poi tanto se si pensa (e parlo per esperienza diretta...) che la maggior parte dei giornalisti che arriva a BXL di fatto non sa nulla di come funzionano le istituzioni comunitarie e di quello che fanno (e notate bene, qui non stiamo parlando di giornalisti di emittenti o di giornalisti di quotidiani di second'ordine..., anzi!). Io a BXL sono vissuta per qualche anno (3) e ci ho lavorato, sempre a contatto con gli organismi europei..per questo mi azzardo a dire qualche cosa...Il tema è complesso e molti sono i potenziali argomenti..inizio con i tanto vituperati lobbisti...Già perché, lo ammetto, io a Bruxelles ero una di loro (come la stragrande maggioranza di coloro che vanno a lavorare nella capitale belga). Partiamo dall'immaginario collettivo: i lobbisti sono loschi personaggi, 24ore in mano e mazzette nel taschino, pronti a corrompere i funzionari e i politici europei...
1) Io personalmente questi personaggi non li ho mai incontrati...intendiamoci, con questo non dico che non siano avvenuti o che ancora non avvengano episodi di corruzione, ma mi sento di dire che se avvengono rappresentano davvero l'eccezione...anche perché per fortuna nelle istituzioni comunitarie ci sono funzionari e politici di tutti i paesi membri e dunque non solo italiani, che per tradizione, di "mani sporche" ne sanno qualcosa. I politici degli altri paesi membri mi sono sembrati sempre molto diffidenti e attenti ai contatti con i "loschi individui"
2) I lobbisti a BXL sono chiaramente individuati ed individuabili: girano con cartellino di riconoscimento (hanno l'obbligo di accreditarsi) e hanno l'obbligo di dire sempre chi rappresentano (nonché di sottostare a norme di comportamento definite in ambito europeo). I documenti che inviano ai parlamentari recano sempre chiaramente la dicitura dell'ente/società che rappresentano. Sul sito web del Parlamento europeo c'è la lista di tutti i lobbisti accreditati
http://www.europarl.europa.eu/parliament/expert/lobbyAlphaOrderByName.do?letter=A&language=EN In Italia manca una regolamentazione del settore e non penso che esistano liste chiare e trasparenti come questa (se esistono e qualcuno le ha viste sono pronta a ricredermi). Sono però pronta a scommettere che se andassi ora al Senato o al Parlamento mi imbatterei in molti personaggi- questi sì davvero loschi - che gironzolano intorno ai nostri parlamentari
3) Non ci sono solo le grandi aziende!...Se qualcuno avrà la pazienza di scorrere la lista troverà che oltre alle aziende importanti (nei settori dell'energia, dei trasporti, delle tlc, ecc.) ci sono anche molti enti (federazioni, enti di commercio, rappresentanze di regioni, ecc.) ma anche enti che almeno dal nome ci parlano di sani principi (enti che tutelano i diritti degli utenti della televisione, enti che tutelano i diritti dei bambini, NGO, enti che difendono i diritti dei disabili, ecc.). Dunque, anche coloro che difendono i diritti dei disabili rientrano nella definizione di "lobbisti"? Proprio così..Qualcuno dirà che non tutti i lobbisti hanno lo stesso potere: certo questo è vero...ma tutti hanno opportunità di espressione (che è diverso ovviamente dal dire "forza di persuasione", ma questo dipende ovviamente anche dalla sensibilità dei politici e dei funzionari di turno)
4) In sintesi: fare lobbying non vuol dire soltanto premere affinché nelle monete da 5 eurocent ci sia un X percentuale di un determinato metallo (la confederazione che si è battuta in nome di questa percentuale ha fatto senza dubbio fare molti soldi alle aziende che rappresentava) ma anche lottare affinché nella regolamentazione sui nuovi autobus ci sia scritto che l'apertura delle porte deve essere di una certa misura per garantire l'accesso alle carrozzelle...Che poi di disabili in carrozzella sui mezzi pubblici se ne vedano pochi questa non è una colpa "europea" (come dimostra il fatto che se andiamo all'estero vediamo in "circolazione" - in senso stretto - molti più disabili che in Italia, paese dove troppo spesso essi sono di fatto confinati a stare in casa per la mancanza di strutture adeguate...).
Una puntualizzazione finale: con tutto questo non voglio dire che le istituzioni europee siano perfette e che tutto vada come deve andare...ma soltanto che una maggiore informazione e chiarezza gioverebbero molto al dibattito.

giovedì 20 novembre 2008

Talking serious: perché scrivere un blog?

Un post serio dopo tanti post "leggeri"...l'ispirazione a scrivere questo post mi viene dalla lettura di mail/messaggi di due amici...entrambi, sebbene, in modo diverso, sollevano la questione del perché scrivere un blog. La mia amica, che stimo molto e che avevo cercato di coinvolgere in questo blog collettivo, mi scrive che non si sente sufficientemente competente per scrivere, e che non pensa di avere sufficienti argomenti per parlare del mondo, mentre il mio amico, che invece scrive già un blog, nel quale affronta temi seri (economia, energia, ecc.) riportando le sue opinioni e quelle degli esperti del settore, il tutto supportato da documentazione, ecc..insomma un approccio molto "scientifico ed informato", si lamenta del fatto che in sostanza nessuno lo legge...Siamo di fronte ad un bivio? Da un lato il timore di affrontare argomenti non abbastanza interessanti o senza la necessaria competenza, dall'altro la constatazione che oggi è difficile affrontare argomenti seri con un approccio "metodico ed informato" (e che superi la battuta sarcastica con la quale su Internet si tende spesso a condensare il commento, anche ad argomenti che meriterebbero molto spazio)...Alcune mie considerazioni (che sono poi alla base del perché di questo mio tentativo di blog collettivo): 1) penso che ciascuno di noi abbia cose interessanti da dire, in base alla propria esperienza personale e lavorativa (da qui il mio tentativo di coinvolgere persone con background molto diversi) ; 2) oggi poche persone scrivono di argomenti seri (come dicevo in un precedente post, analisi e commenti informati non si trovano neanche più nei giornali)...questo penso sia dovuto ad una oggettiva difficoltà, in un'epoca nella quale siamo quotidianamente sottoposti ad un bombardamento di stimoli visivi, a soffermarsi a pensare e riflettere. La tendenza è amplificata da Internet, che ci ha abituati a vedere tutto e subito (vedi l'impazienza di fronte allo schermo che "carica" la pagina) e che spesso ci porta a "sorvolare" velocemente su quanto scritto. Personalmente ritengo che sia possibile coniugare questi due aspetti ...La mia speranza è che questo blog raggiunga una dimensione tale, in termini di lettori, da alimentare un dibattito, che potrà essere ora leggero, ora più impegnato a seconda dei momenti...ma che comunque sarà più ricco di stimoli di quanto potrebbe mai derivare dalla presenza di un unico autore...grazie dunque a quelli che oltre a leggere, avranno anche la pazienza di commentare o "postare" in prima persona!

Non c'è righetti senza rigotti...

Ore 17. Passeggio per il centro con Alberto...la conversazione è un po' lacunosa (ndr. Alberto ha 6 mesi...) e così mi distraggo leggendo...cartelloni pubblicitari, insegne, targhe sugli immobili...ed è così che lo vedo...Un professionista, tal Righetti, con studio in pieno centro...che di nome fa...Arrigo (grazie papà e mamma!). Arrigo Righetti...un nome che davvero non sfigurerebbe insieme a Bottini e a Garrone nel libro Cuore (e poi qui siamo a Torino, la patria di Cuore). Ma c'è di più...l'amico Arrigo (che speriamo sia cresciuto senza problemi di erre moscia...) ha lo studio con l'amico Mario, che di cognome fa...Rigotti! Righetti-Rigotti...proprio vero, Dio li fa e poi li accoppia!

mercoledì 19 novembre 2008

Oro, argento e bronzo...

No, non parliamo di medaglie, ma di... funerali...Già, come recita un cartellone pubblicitario che mi è capitato di leggere oggi, queste sono le tre tipologie di funerali che la ditta X offre. Ovviamente la versione oro è quella di lusso...tuttavia, come recita rassicurante il cartellone, anche con la versione bronzo si ha diritto a vari vantaggi, tra i quali...il feretro... "accessoriato"...(Doppio airbag? Aria condizionata? Cerchi in lega???)...Andarsene, ma con tutti gli optional, potremmo dire...

martedì 18 novembre 2008

Io oooodio gli open space

Quanto li odio...sì gli open space, che ormai vedo sempre più diffusi nei nostri uffici...penso che una delle "scuse" ufficiali per adottare questa soluzione sia (a parte i costi), quella di favorire la collaborazione tra i colleghi...meno "muri" hai, più collabori...ineccepibile!
A parte il fatto che se io non voglio collaborare con il mio collega il fatto che sia a 2 metri piuttosto che a 10 cm conta poco, ma perché non devo avere un mio piccolo spazio nel quale, oltre a lavorare, posso anche fare le mie meritate pause? E le mie telefonate (intendiamoci non intendo chiamate di 2 ore...)? Per non parlare poi di chi ha la sfortuna di avere vicino un collega che parla tutto il tempo...e che ti impedisce di lavorare. Inoltre l'assenza di spazi chiusi determina una vera e propria lotta di potere...perché tutti quelli che assurgono ad una determinata posizione pretendono un proprio ufficio...ed ecco che magicamente si spostano pareti, si creano e si distruggono porte...alla faccia dei costi! Ridateci i nostri piccoli spazi!!!

sabato 15 novembre 2008

Terrorista, criminale di guerra...? Allora (forse) non ti lasceremo entrare

Chi di voi è già stato negli Stati Uniti lo sa ed immagino sia stato sorpreso quanto me la prima volta che in volo, prima dell'atterraggio sul suolo statunitense, ha dovuto compilare un modulo verde da consegnare al momento dei controlli. L'originale si trova qui https://evisaforms.state.gov/ds156.asp
Mi soffermo su alcune domande - alle quali si deve rispondere obbligatoriamente con un YES o NO - e che riporto nella versione originale inglese:
1) Do you seek to enter the United States to engage in export control violations, subversive or terrorist activities, or any other unlawful purpose? Are you a member or representative of a terrorist organization as currently designated by the U.S. Secretary of State? Have you ever participated in persecutions directed by the Nazi government of Germany; or have you ever participated in genocide?
2) Have you ever unlawfully distributed or sold a controlled substance(drug), or been a prostitute or procurer for prostitutes?
3) Have you attended a U.S. public elementary school on student (F) status or a public secondary school after November 30, 1996 without reimbursing the school?
Sono sicura che molte persone selezionano YES alla domanda 1, come pure alla 2. Che poi il mancato pagamento di una scuola venga posto insieme alle domande precedenti, quasi che sia paragonabile a queste in termini di "gravità", fa davvero sorridere...Eppure, mi spiegava un americano, loro davvero si aspettano che le persone rispondano sinceramente...ah questi americani!!!
Ah dimenticavo...dopo queste ed altre domande che qui ho tralasciato, nel modulo di legge:
While a YES answer does not automatically signify ineligibility for a visa, if you answered YES you may be required to personally appear before a consular officer...come dire che anche nel caso in cui tu abbia espressamente dichiarato di voler compiere attività terroristiche, non è detto che la VISA ti sia negata...

La vecchia TV si spegne...arriva il digitale terrestre

In base alle ultime decisioni ufficiali, entro il II semestre 2009 (per le province di TO e CN) o il I semestre 2010 (per le altre province) in Piemonte avverrà il switch-off al digitale terrestre (ovvero il passaggio dalla modalità di trasmissione analogica - per intenderci la tv "normale", che da anni tutti vediamo - alla modalità di trasmissione digitale). Da non confondere con tv satellitare e IPTV delle quali si parla molto...Il passaggio alla televisione digitale terrestre riguarda tutti noi (ovviamente anche chi vive fuori dal Piemonte, in quanto la cosa riguarda tutta l'Italia, anche se con tempistiche diverse) e richiede (altrimenti non vedrete più nulla...) o l'acquisto di nuovi televisori oppure l'acquisto di scatolotti (in linguaggio tecnico - set-top-box) da collegare al vecchio televisore. Se qualcuno è interessato a saperne di più (es: quali canali si vedranno, costi,ecc.) me lo faccia sapere (a scanso di equivoci, non voglio vendere televisori o set-top-box...semplicemente è uno degli argomenti che seguo per lavoro, dunque potrei scrivere qualcosa sul tema...)

venerdì 14 novembre 2008

La prima volta

Nooooo, non QUELLA prima volta...mi riferisco alla prima volta che dovetti usare un PC...ero in Inghilterra per l'Erasmus e per superare gli esami dovevamo preparare delle tesine da 3.000/6.000 parole...Nella sala computer (allora nessuno aveva un notebook in camera...), una volta acceso il potente strumento, mi trovai di fronte ad un mondo sconosciuto...che cos'era questo strano sistema?...Windows? Io ricordavo vagamente solo un certo Turbo...Turbo Pascal...sistema del quale peraltro non avevo mai capito l'utilità, che usavamo ai tempi del liceo...ma questo era tutto diverso...ahimé...ero già vecchia...

Se potessi avere...1.000€ al giorno...

Farei un sacco di cose...accanto alle più tradizionali aspirazioni (es: avere una casa sul mare tipo quella che ha la protagonista del film "Tutto può succedere", viaggiare, ecc.) creerei un museo...Già un museo dedicato alla vita quotidiana nei "nostri anni" (dal '70 in poi), ossia a come si viveva prima del cellulare, di Internet, ecc...quando per controllare le traduzioni delle versioni di latino e greco si doveva andare in biblioteca a spulciare libri e non siti Internet, quando nei computer, per giocare, si inserivano strani supporti neri grandi quasi come un 45 giri, quando con 1.000 lire compravi ben 10 pacchetti di figurine da attaccare agli album (by the way, esistono ancora?)...Vi immaginate? Quando ai nostri figli, nati nell'era digitale, racconteremo tutto questo??? Ci crederanno?

Scemo chi legge?

Chi legge ancora i giornali? Un articolo apparso sul Corriere.it parlava proprio di questo...i giornali sono in crisi per molte ragioni, tra queste molto probabilmente anche la scarsa qualità che li contraddistingue...trovare analisi/approfondimenti è sempre più raro, cosicché trovare differenze (qualitative) tra un articolo qualunque sul web e un articolo di giornale è sempre più difficile...personalmente, quando voglio approfondire un tema cerco altrove...ad esempio su http://www.lavoce.info/ un sito sul quale scrivono professori universitari (Bocconi in primis) di varie tendenze politiche, sui temi più disparati..dalla politica, all'immigrazione, ecc..lo stile però non è quello universitario, ma giornalistico...agile, succinto ma con dati a supporto...è tutto gratis e gli articoli si possono salvare in pfd, nonché commentare.

Il liceo a luci rosse (altro post per gli ex govoniani)

In una vecchia e polverosa stanza di chimica-biologia, una mattina la prof.:"Signor C. per favore, ci eccita gli elettroni?". Ve lo ricordate?

Siamo tutti "prigionieri"?

Sul sito web de "Il Sole24Ore" è stato pubblicato un articolo su Facebook (Prigioniero di Facebook di A. Bajani) che sta suscitando molti commenti... in sostanza si dice che uscire da Facebook è difficile (da qui uno dei motivi dell'utilizzo del termine "prigioniero") perché è difficile cancellare tutti i propri dati (di fatto rimangono memorizzati sul server). Poi si sostiene che con Facebook si accentua il fenomento della virtualizzazione (anziché fermarsi a parlare con gli amici si dà loro appuntamento su Facebook...) e che di fatto si finisce con l'avere nell'elenco dei propri amici una lunga serie di persone che neanche si conoscono che cercano di coinvolgerti su tutto e in tutto...Alcune mie osservazioni: 1) nel momento in cui entriamo in un social network come Facebook di fatto ci "apriamo agli altri" e dunque accettiamo implicitamente di sacrificare un po' della nostra privacy (anche se, su questo sono d'accordo, ci dovrebbe essere maggiore trasparenza su quello che resta dei tuoi dati una volta che decidi di uscire definitivamente da Facebook): 2) penso che il giornalista sia di Milano...a Milano tutti hanno - o dicono - di avere fretta...è una mania molto milanese da "facciamo tutto noi, non abbiamo tempo da perdere"...personalmente penso che se uno incontra un amico (un vero amico, intendo) che non vede da tempo, 5 minuti per prendere un caffé insieme li trova...altrimenti vuol dire che di questo supposto "amico" non gli importava molto, o no? 3) non penso che il numero degli amici sia il fattore essenziale: ho letto di persone che hanno centinaia, spesso migliaia di amici....sarà, mi sembra un po' difficile, a meno di adottare una definizione di "amico" moooolto ampia...4) io non rispondo a tutte le richieste che ricevo, a volte perché non mi interessano, altre volte perché non ne vedo l'utilità..e penso che nessun mio amico si offenda per questo...siamo tutti amici, ma la libertà individuale di scegliere è un principio sacro, o no? Che ne pensate?

Un po' di nostalgia

Ricordate i trasferelli, i fiammiferini, i lettori 3D (quelli nei quali si inseriva una scheda e si vedevano le immagini delle fiabe, ecc.?). Per rispolverare un po' la memoria ecco il sito giusto (oltre ai giochi, dalla pagina principale potete vedere anche l'elenco di pubblicità, cibi, ecc.). Tutto rigorosamente anni '60-'70..
http://www.animamia.net/JANIMA_CONTENTS/JANIMA_GIOCHI/JANIMA_GIOCHI.HTML

Consigli per la lettura

Due dei libri, letti recentemente, che ho apprezzato di più: B. Ehrenreich Una paga da fame. Come non si arriva a fine mese nel paese più ricco del mondo (2002), un libro scritto da una giornalista che per qualche anno decide di lasciare la sua condizione agiata per vivere come milioni di americani, facendo lavori quali la cameriera, la donna delle pulizie, ecc. Molto interessante ed istruttivo! Più recentemente, T.L. Friedman, Il mondo è piatto - Breve storia del ventunesimo secolo (2006). In realtà non ha nulla a che vedere con la "storia" propriamente detta... è una analisi della globalizzazione con un focus particolare su come la tecnologia ha cambiato le nostre vite negli ultimi decenni...molto interessante, stile agile e per nulla didattico (spesso l'autore riporta interessanti interviste con manager di importanti multinazionali americane)

Chi lo ha detto? (Post per gli ex govoniani...)

Il professore: "Dalle 8, da quando cioè siete a scuola, nel mondo sono stati abbattuti x milioni di alberi"..Lo studente: "Allora non vengo più a scuola!"...Chi è lo studente?

Trooooppo scema...

Chi l'ha vista? Mi riferisco a quella stupidissima pubblicità di un prodotto per la lavatrice...lei fa il bucato e ridendo si vanta del fatto che mette i capi di tutti i colori insieme e...diventano ora tutti rossi, ora tutti neri...! Già effettivamente le casalinghe italiane sono così..tutte sceme, tutte contente di rovinare i capi nel lavaggio...ma io dico, nell'era de: "le aziende/ i brand devono ascoltare i clienti..." (frase che sentirete pronunciare in qualsiasi conferenza sul marketing/comunicazione) come si fa a commissionare delle pubblicità così???

Welcome!

Il portapenne...ricordate? Quell'oggetto nel quale riponevamo le penne appena orgogliosamente acquistate dal cartolaio (lo useranno ancora i bimbi di oggi?)...un tocco di nostalgia per cominciare questo diario collettivo, uno spazio aperto per discutere/commentare/perdere tempo e...perché no, magari fare due risate...