domenica 27 settembre 2009

A proposito di Coca-Cola

Sto leggendo un interessante libro sulla storia della Coca Cola*: interessante soprattutto per capire il ruolo sociale e politico svolto dalla bibita simbolo degli Stati Uniti nel mondo.

Molte le curiosità nelle quali mi sono imbattuta. Ve ne propongo una sotto forma di quiz: qual é il paese che vanta il maggior consumo annuale pro-capite di Coca Cola? (Come avrete intuito non si tratta degli USA....!).

Ecco le opzioni: Iraq, Islanda, Cuba, Isole Hawai, Svizzera, Corsica.

*Mark Pendergrast, Storia della Coca-Cola, Odoya, Bologna, 2009 (760 pagine!)

venerdì 11 settembre 2009

Oggi, 11/09

Ogni generazione ha i suoi eventi da raccontare : i nostri nonni ricordano la guerra, i nostri genitori ricordano lo sbarco sulla Luna, l’uccisione del Presidente Kennedy…per noi l’11/09 sarà senza dubbio uno di quegli eventi dei quali parleremo un giorno ai nostri figli…

Ciascuno di noi ha il proprio 11/09 da raccontare…
Io mi trovavo nel mio ufficio al V piano di un bell’edificio che si affaccia sul Rond Point Schuman, il centro comunitario di Bruxelles. Accanto a noi il palazzo della Commissione europea ed il Consiglio: in strada un fluire continuo, ma ordinato, di persone ed automobili.
Sulla scrivania il cellulare vibra: un SMS dall’Italia mi chiede se sto vedendo quello che sta succedendo a New York...In ufficio non c’è la televisione e così provo a collegarmi ai siti dei giornali: inutile…Pochi minuti dopo, il mio capo, che sta per uscire da casa e venire in ufficio mi chiama: “Sto guardando la televisione, un aereo si è schiantato contro una delle Torri Gemelle…eh no…ma che cosa succede? Ce n’è un altro….”.

Qualche ora dopo Rond Point Schuman è deserto. La sicurezza ha fatto evacuare i palazzi della Commissione, del Consiglio e del Parlamento, per timore di un attentato anche qui, nel cuore dell’Europa: file interminabili e silenziose di persone escono e si dirigono verso la metropolitana, verso i parcheggi, verso il parco.
La stessa cosa avviene in un altro quartiere, fuori dal centro: la sede della Nato viene fatta evacuare.

Anche in ufficio è calato il silenzio: tutti se ne sono andati. Che senso ha rimanere?
La metropolitana alle 17 è surreale: pochi passeggeri, che si guardano senza parlare. Anche la chitarra di Michel tace…è la prima volta che lo vedo seduto con gli altri passeggeri e non in piedi, tra la gente, a cantare con la chitarra al collo.

martedì 8 settembre 2009

I viaggi de "Ilportapenne". Undicesima tappa: Capri

All’ombra del caratteristico tettuccio dei taxi di Capri, coppie di turisti percorrono celermente e silenziosamente le stradine della città, mentre altri turisti, a piedi, anch’essi con l’immancabile cappello di paglia bianco, si attardano ad osservare le vetrine degli eleganti negozi, copie in miniatura di quelli che si trovano nelle più blasonate città della moda. L’invasione nelle piccole stradine c’è, ma è silenziosa: con perizia, gli autisti dei minibus degli hotel 4 e 5 stelle carichi dei bauli e delle valigie dei clienti che sono appena sbarcati con l’aliscafo, schivano i turisti.

Il piccolo pullman che ci porta ad Anacapri, nella zona più alta dell’isola, lontano dal glamour della Piazzetta, è seguito da un taxi: a bordo una giovane donna di 35 anni circa, occhiali scuri e vistoso cappello di paglia ed un giovane valletto di un hotel di lusso, con la divisa granata e le decorazioni giallo-oro che ha accompagnato la donna nei suoi acquisti e che ora, con cura, tiene accanto a sé le 3-4 borse, color panna, enormi, con il nome delle griffe stampato sopra.

Alla base della partenza della seggiovia c’è il banchetto di Pasquale: sul piccolo banchetto di legno una sigaretta accesa e gli attrezzi del mestiere, con i quali Pasquale confeziona sandali su misura.

Mentre saliamo sulla seggiovia incontriamo lo sguardo di alcune giovani giapponesi che stanno scendendo: ci sorridono discretamente e ci salutano con la mano inguantata che regge l'immancabile piccolo ombrellino. Qualche seggiolino dopo, un bimbo giapponese di 6-7 anni, seduto sul seggiolino con le gambe incrociate, ha chiuso gli occhi.

Giunte alla sommità del Monte Solaro... Capri come non l’abbiamo mai vista: una piccola baia quasi nascosta e una macchia blu inchiostro, nella quale si distinguono poche barchette bianche. Dall’altra parte dell’isola gli imponenti Faraglioni e la via Krupp...bellissimi…ma è qui che il nostro sguardo si perde.

I viaggi de "Ilportapenne". Decima tappa: Pompei

Alle 10 di mattina il sole brucia le strade di Pompei.
Difficile immaginare il traffico brulicante lungo le stradine sulle quali si affacciano le botteghe, le case, le ville…
I recipienti per le bevande, lo spazio per la cottura del pane, i muri con le scritte che inneggiano al politico di turno, gli spazi intimi del Lupanare con le immagini proibite e poi il foro, maestoso, con le colonne, le statue, i grandi spazi…frammenti di vita quotidiana che il turista cerca di rivivere affacciandosi in tutte le aperture che scorge, toccando i muri, sbirciando attraverso le sbarre di metallo che vietano l’accesso.

Il Vesuvio è là…inquietante nel suo silenzio.

I calchi di alcuni pompeiani, come scatti di una foto, hanno fermato il tempo. Il pensiero, chissà perché, corre al computer portatile carbonizzato e alle bollette del telefono da pagare conservati nella teca del museo di New York, accanto al frammento della fusoliera di uno degli aerei dell’11/09.

Ma è un attimo…i mosaici colorati, i colori sgargianti e i giardini con le piccole fontane ci riportano alla vita gioiosa della città, ai suoi cittadini benestanti ed indaffarati.

Fino al tramonto…quando le vie tornano deserte ed il silenzio avvolge nuovamente la città, sotto lo sguardo protettivo del Vesuvio.

giovedì 3 settembre 2009

I viaggi de "Ilportapenne". Nona tappa: la costiera amalfitana

La costiera amalfitana ha il sapore inebriante della granita al limone, dei limoni appesi alle botteghe di Amalfi, accanto al peperoncino rosso.

“Save the water, drink Limoncello”, recitano le magliette delle piccole botteghe che vendono i prodotti tipici del luogo.


Il bianco delle case di Amalfi contrasta fortemente con il blu intenso del mare. Da Amalfi ci inerpichiamo con un piccolo pullman sulla stradina che porta a Ravello.


I grandi pannelli pubblicizzano il noto festival che ha luogo da aprile a settembre e che richiama tanti turisti stranieri venuti ad ascoltare la musica dei grandi compositori su un palco, posto all’interno di villa Rufolo, che si affaccia sul mare di Amalfi.

All’interno di villa Cimbrone, un trionfo di vegetazione, di fiori, di statue di Cerere e di altre divinità antiche, di grandi balconate che si affacciano sul mare e di piccoli angoli intimi nascosti nella vegetazione, troviamo il lussuoso e discreto albergo 5 stelle, all’interno del quale venne anche la divina Greta Garbo, in cerca di pace e tranquillità….
I turisti, discreti, si perdono per i silenziosi sentierini della villa: il mare è laggiù, solcato dalle scie delle barche e degli aliscafi. Immobile e rassicurante …

martedì 1 settembre 2009

Cercate un posto dove pranzare? Ho quello che fa per voi...

Anche quest'anno le vacanze sono finite, e mi ritrovo a pensare ad un episodio a cui ho assistito in montagna, per la precisione in val Pusteria, vicino a Dobbiaco (BZ).
Sono le 11, per una volta io e mio marito abbiamo deciso di uscire dalla valle di Heidi, dove le caprette ti fanno ciao, per ritornare in mezzo ai nostri simili, gli umani.
E abbiamo deciso di andare a vedere il cimitero di guerra di Monte Piana dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
Il cimitero è piccolo, molto ben tenuto, immerso in un bosco sulla riva di un fiume. Per accedervi si lascia la macchina in uno spiazzo sterrato e, passato un ponte sul fiume, si entra nel cimitero e si sale una scalinata per raggiungere la piccola cappella all'aperto. Le croci piantate nel terreno, in ferro battuto, portano i nomi di 1.259 giovani spezzati dalla guerra. Sono seppelliti a coppie, forse chissà, per non far sentire loro la solitudine nel riposo eterno.
Un luogo di quiete, di pace, di rispetto e silenzio... Silenzio? Ho detto silenzio?
Eh no...non qui, non questa volta.
Nel parcheggio troviamo un pullman targato Reykjavik, Islanda. E nel cimitero...i barbari!
Una cinquantina di persone di tutte le età, dai 30 agli 80 anni circa, stanno pasteggiando allegramente sulle tombe dei caduti. Sì, avete capito bene: stanno mangiando in un cimitero. Borse di plastica appoggiate sulle tombe, per potersi sedere senza sporcarsi i vestiti (per carità, non sia mai!), le bottiglie di Coca Cola appoggiate sopra le croci, questo gruppo di "persone " ride e scherza tra un boccone e l'altro.
Ora mi spiego il signore romano che ho incrociato mentre stavo entrando! Aveva una macchina fotografica in mano e diceva alla moglie "E' indecente, queste foto faranno il giro del mondo!"
Conoscevo l'abitudine di mangiare con i defunti, ma di solito sono i propri morti, e lo si fa tra familiari, perchè così si possa sentire il parente ancora presente, come se fosse in vita. Lo spettacolo a cui ho assistito non aveva nulla di religioso o commemorativo...
E poi dicono di noi italiani!

Ok, torniamo da Heidi e dalle caprette, che è meglio!