martedì 23 novembre 2010

Back to the past: all'università 12 anni dopo...

In un frizzante lunedì di novembre, l’aria pulita grazie alle abbondanti piogge, gli ultimi scorci di sole che filtrano tra i rami disadorni , capitiamo dalle parti dell’università…12 anni dopo.

Il palazzo principale, uno dei tanti mostri “provvisori” italiani costruiti in fretta e furia ed ancora lì dopo troppi anni, non è cambiato: la scalinata sporca, le ringhiere con attaccati teli sui quali campeggia una scritta rossa di vernice nella quale ci sembra di intravvedere il nome di Sacconi (ma non è Gelmini il ministro della pubblica istruzione?)…Mancano soltanto i giovani incravattati dei comitati comunisti leninisti intenti a distribuire volantini (ma forse è solo una questione di orario, di solito operavano ad inizio mattinata).

I corridoi sono gli stessi: gli ascensori minuscoli, le bacheche affollate di manifesti, dagli avvisi di chi cerca compagni per condividere appartamenti in affitto a quelli sui corsi di ballo, a quelli relativi ai seminari sulla libertà di stampa che si tengono nell’aula 34.

La biblioteca non è più in fondo al corridoio: sappiamo che è stata spostata, ma temiamo che, come una volta, sia nascosta nel sottosuolo del palazzo. Triste destino per una biblioteca: che biblioteca è una bilioteca nella quale i libri non possono essere toccati, sfogliati, sbirciati tra gli scaffali…, ma solo ordinati con un modulo da consegnare agli addetti, gli unici che, scesi i gradini di una piccola scaletta, hanno il privilegio di addentrarsi nei meandri della biblioteca nascosta, per tornare poco tempo dopo con i volumi richiesti? Una biblioteca come un triste magazzino merci…

Scendiamo le scale per verificare se la libreria, quella nella quale prenotavamo i libri c’è ancora: è ancora lì e alla cassa troviamo il ragazzo, ora uomo, di un tempo che, ancora oggi, dopo 12 anni, con il medesimo sorriso e tono gentile ci chiede come ci può aiutare…”Ciao, grazie…stavo dando solo un’occhiata…ma tu sei qui da tanto tempo…mi ricordo di te…” “Sì, effettivamente sono 21 anni, ma mi dispiace non mi ricordo tutte le generazioni di studenti”…e così si parla per qualche minuto mentre lo sguardo passa velocemente in rassegna i libri stipati sugli scaffali: dalla letteratura ai manuali di economia e diritto…perché, come dice il nostro amico, “tutti gli studenti passano da noi”.

Pochi minuti dopo ci dirigiamo all’uscita: guardiamo distrattamente gli studenti perché sappiamo che non riconosceremmo nessuno…in compenso ci sembra di riconoscere qualche assistente con qualche ruga in più. Accanto al palazzo dell’università i bar sono più o meno gli stessi: anche le copisterie non sono cambiate: squallide e tristi come un tempo, ma sempre affollate…Il principale cambiamento è l’abbattimento di un prefabbricato che avevano costruito proprio i primi anni della nostra università..l’unico locale che potesse contenere, in un ambiente asettico ma tutto sommato più confortevole di quelli del palazzo “mostro”, 500 studenti (quelli che si materializzavano in occasione degli esami obbligatori per poi scomparire il giorno dopo alle lezioni…durante le lezioni eravamo non più di 40 studenti…forse anche perché la controguida dello studente rappresentava il prof. di diritto come un cavaliere senza testa con una falce in mano che faceva strage di studenti e le cui lezioni erano totalmente incomprensibili….).

Ci allontaniamo con passo rapido…sono stati anni dei quali conserviamo alcuni bei ricordi… ma è un mondo al quale non apparteniamo più...

2 commenti:

Lisa ha detto...

Credo che questo sia l'unico testo in rete che parli in modo tranquillo dell'università! Evidentemente ci sei stata giusto un'ora prima che scoppiasse la protesta ;)

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Confermo! E'proprio quello che è successo...(la quiete prima della tempesta...)