martedì 26 ottobre 2010

Mamma, che omicidio danno questa sera in tv?

Basandoci sulla nostra pur limitata esperienza delle televisioni pubbliche straniere il sospetto c'era venuto. E i dati dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza pubblicati nel mese di ottobre 2010 li confermano: la criminalità in Italia è diventata un vero e proprio genere televisivo.

Dai dati raccolti dall'Osservatorio* emerge infatti che nel primo semestre 2010, il TG1 ha dedicato, nella sua edizione serale, 431 notizie ai fatti di criminalità, pari al 10,8% del totale delle notizie, contro il 7,7% di BBC One, il 4,2% della spagnola TVE, il 4% della francese France 2 e l’1,8% della tedesca ARD. Vista l’attenzione data a questo argomento, si potrebbe dedurre che il tasso di criminalità nel nostro paese sia decisamente superiore a quello degli altri paesi europei. Deduzione che viene però smentita dalle statistiche, comprese quelle sui soli omicidi, pubblicate da Eurostat (e consultabili al seguente indirizzo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-SF-09-036/EN/KS-SF-09-036-EN.PDF).

Non solo, ma ai dati relativi alla televisioni pubbliche bisognerebbe aggiungere quelli dei TG delle televisioni private e lo spazio che i cosiddetti programmi “contenitori” (es: quelli della mattina e del pomeriggio sulle reti pubbliche e private) dedicano all’argomento (e qui, chiunque abbia avuto modo di fare zapping in questi giorni non avrà dubbi sullo quantità di spazi dedicati a notizie sulla criminalità, ed in particolare al tipo di criminalità del quale parliamo di seguito nel post).

Il problema non è infatti soltanto quantitativo, ma qualitativo: riguarda cioè anche le modalità con le quali tali crimini sono trattati. E qui emergono quell’attenzione morbosa e la tendenza alla spettacolarizzazione che portano agli eccessi ai quali abbiamo assistito nei giorni scorsi (e che ci inducono ad immaginare con terrore a "tour del crimine" con gite in autobus e pranzo al sacco a luoghi quali la villetta di Garlasco, la villetta di Cogne, il garage di Avetrana e così via, che un giorno potrebbero venire organizzati da qualche intraprendente personaggio).

Raramente, infine, questi fatti diventano motivo di riflessione su problematiche di tipo sociale, familiare, ecc.(operazione peraltro difficile da condurre quando il presentatore di turno interpella gli esperti "occasionali” – categoria sempre più “affollata” in Italia - , che comprende il vicino di casa, il parrucchiere, la cassiera del supermercato e il personaggio dello spettacolo che si trova in quel momento in studio).

Ma consoliamoci, un elemento positivo emerge dall’Osservatorio: alla domanda “Quali ritiene, oggi, i problemi più gravi che occorre affrontare, nella sua regione, per migliorare l’attuale livello di vita?”, la maggior parte degli intervistati cita al primo posto la disoccupazione, seguita dalla "qualità dei servizi sociali e sanitari”...Curiosamente, temi dei quali poco si dibatte in televisione….Che dite, prima o poi qualcuno se ne accorgerà?

*Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, Report 3/2010, Focus sui crimini violenti, ottobre 2010, http://www.demos.it/2010/pdf/1452report_-focus_sui_crimini_violenti.pdf

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