martedì 8 settembre 2009

I viaggi de "Ilportapenne". Undicesima tappa: Capri

All’ombra del caratteristico tettuccio dei taxi di Capri, coppie di turisti percorrono celermente e silenziosamente le stradine della città, mentre altri turisti, a piedi, anch’essi con l’immancabile cappello di paglia bianco, si attardano ad osservare le vetrine degli eleganti negozi, copie in miniatura di quelli che si trovano nelle più blasonate città della moda. L’invasione nelle piccole stradine c’è, ma è silenziosa: con perizia, gli autisti dei minibus degli hotel 4 e 5 stelle carichi dei bauli e delle valigie dei clienti che sono appena sbarcati con l’aliscafo, schivano i turisti.

Il piccolo pullman che ci porta ad Anacapri, nella zona più alta dell’isola, lontano dal glamour della Piazzetta, è seguito da un taxi: a bordo una giovane donna di 35 anni circa, occhiali scuri e vistoso cappello di paglia ed un giovane valletto di un hotel di lusso, con la divisa granata e le decorazioni giallo-oro che ha accompagnato la donna nei suoi acquisti e che ora, con cura, tiene accanto a sé le 3-4 borse, color panna, enormi, con il nome delle griffe stampato sopra.

Alla base della partenza della seggiovia c’è il banchetto di Pasquale: sul piccolo banchetto di legno una sigaretta accesa e gli attrezzi del mestiere, con i quali Pasquale confeziona sandali su misura.

Mentre saliamo sulla seggiovia incontriamo lo sguardo di alcune giovani giapponesi che stanno scendendo: ci sorridono discretamente e ci salutano con la mano inguantata che regge l'immancabile piccolo ombrellino. Qualche seggiolino dopo, un bimbo giapponese di 6-7 anni, seduto sul seggiolino con le gambe incrociate, ha chiuso gli occhi.

Giunte alla sommità del Monte Solaro... Capri come non l’abbiamo mai vista: una piccola baia quasi nascosta e una macchia blu inchiostro, nella quale si distinguono poche barchette bianche. Dall’altra parte dell’isola gli imponenti Faraglioni e la via Krupp...bellissimi…ma è qui che il nostro sguardo si perde.

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