lunedì 1 febbraio 2010

Una poltrona? Forse meglio due...!

E’ giusto/opportuno che un parlamentare possa diventare anche sindaco di una grande città oppure Presidente di una provincia?

A livello normativo la questione non è chiara, e le Giunte per le elezioni (quella della Camera e del Senato rispettivamente) decidono in base alla propria interpretazione della normativa vigente, con il risultato che se alcuni anni fa si riteneva che le due cariche fossero incompatibili, oggi, invece, si decide in modo contrario (vd. la decisione della Giunta per le elezioni della Camera che nel mese di gennaio 2010 ha deciso per la compatibilità nel caso di 12 deputati che, eletti alla Camera, successivamente sono stati eletti a ricoprire cariche anche a livello locale)*.

C’è chi assicura che questo non è un problema, che un parlamentare può benissimo essere in grado di garantire la presenza nelle riunioni a livello locale. Ma questo è sufficiente?
E’ sufficiente ad esempio per un sindaco (seppur supportato da validi collaboratori) presiedere ad alcune riunioni per svolgere appieno il proprio incarico (amministrare la propria città?). E’ sufficiente per capire quali sono i problemi quotidiani dei cittadini (dal lavoro, al rapporto con la pubblica amministrazione locale, dai trasporti alla sanità?) ed adottare le decisioni ritenute più opportune in funzione di tali problemi?

Ammettendo anche che il parlamentare possa comunque candidarsi alla posizione di sindaco o di Presidente della provincia mi sembra che il prevedere, in caso di vittoria, che il parlamentare diventato sindaco o Presidente della Provincia debba optare per una delle due cariche, lungi dal limitare i diritti della persona (come alcuni argomentano) sia una norma, oltre che di buon senso, eticamente più corretta nei confronti degli elettori (anche se, si potrebbe argomentare, qualunque sia la decisione presa, gli elettori che avevano votato a favore della persona - a livello nazionale o locale - si troveranno in ogni caso a vedere non rispettata la propria volontà…).

Da qualunque parte la si guardi, una norma che disciplini la questione sembra davvero improrogabile: eppure, il disegno di legge (del 23/06/2009, d’iniziativa dei senatori Follini, Augello, D’Alia e Sanna, intitolato “Disposizioni in materia di incompatibilità parlamentare”) è da tempo fermo al Senato. Crisi o non crisi, avere un lavoro è già una buona cosa…averne due (e di questo tipo)…forse è davvero troppo!


*Curiosamente la questione è diversa per i sindaci di città con più di 20.000 abitanti e i Presidenti di Provincia che si volessero candidare alla Camera: in questo caso è prevista l’ineleggibilità qualora la persona non dia le dimissioni entro un certo numero di mesi prima del voto.

3 commenti:

Lisa ha detto...

Del resto come fermare tanta devozione nei confronti della collettività nazionale e locale? Non mi dire che qualcuno ci vede del marcio...razza di malfidati!

Sergio ha detto...

al commento di lisa aggiungerei anche "comunisti"....
Come posso io - membro di una giunta che decide chi è candidabile o meno - impedire una candidtura a qualcuno già eletto altrove quando un domani potrei essere io stesso ad avere questo "onere" della doppia responsabilità!?!?!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Lisa e Sergio: già, le più recenti scelte della Giunta mostrano una lungimiranza che a noi cittadini (comunisti, fascisti, malfidati, ecc.) evidentemente sfugge...