domenica 21 giugno 2009

Italia-Brasile: 0-3. Fato o libero arbitrio?

Il calcio, si sa, è "lo sport" in Italia. Curioso, dunque, è vedere come nel calcio si ritrovino atteggiamenti tipici del nostro modus vivendi.

L'Italia ha perso questa sera contro il Brasile: ha giocato male, senza motivazione...La causa di tutto ciò? "Siamo arrivati qui fisicamente non molto preparati"...

Quante volte ho già sentito questa scusa? E' possibile, dico io, che gli avversari arrivino sempre fisicamente più preparati di noi o siano sempre di stazza superiore alla nostra (quasi che l'Italia fosse un paese di nani e mingherlini e che un destino crudele ed immutabile ci colpisse ogni volta, condannandoci ad essere sempre fisicamente inferiori) E che cosa significa essere arrivati fisicamente poco preparati? Vuol dire che si sono allenati poco? Vuol dire che alla fine del campionato sono troppo stanchi? E allora mettiamoci il cuore in pace e facciamoli giocare alla bocciofila comunale (dove peraltro rischieranno di essere battuti da anziani assai arzilli...!).

In alternativa potremmo dire chiaro e tondo che abbiamo giocato male, che i giocatori non si sono impegnati, che l'allenatore ha sbagliato (e magari prendere qualche iniziativa al riguardo)...Probabilmente alla base di una sconfitta ci sono più motivazioni, ma l'addurre come giustificazione motivazioni che sembrano chiamare in causa un qualche destino/fato immutabile fuori dal nostro controllo mi sembra davvero troppo.

Il dibattito sul fato e sulla sua influenza sulle vicende umane è molto antico: il riconoscimento della capacità dell'uomo di influire sul proprio destino mi sembra una delle grandi conquiste del pensiero. L'atteggiamento di comodo che vedo così diffuso nella nostra società e consistente nell'allontanare la responsabiità personale, nel diluirla a tal punto da rendere impossibile l'identificazione delle colpe e degli errori personali mi sembra un enorme passo indietro...

1 commento:

Lisa ha detto...

Non so, forse bisognerebbe pagarli un po' di più...