giovedì 16 luglio 2009

C’ero e non me ne sono accorto

Ne “L’America in pugno”, l’economista Susan George sostiene che l’arrivo alla Casa Bianca di un Presidente democratico (quando il libro è andato in stampa non si conosceva ancora il nome del successore di Bush) difficilmente potrà portare ad un profondo cambiamento nella politica americana.

Questo per via del fatto che, secondo l’autrice, negli ultimi anni la destra americana è stata molto abile nel costruire una ideologia forte (investendo nelle idee tramite finanziamenti a fondazioni, supporto a brillanti studiosi, una efficace politica nei confronti dei media e nel marketing delle proprie idee) arrivando ad “impadronirsi” (uso il termine indicato dall’autrice) di “istituzioni, cultura, economia”.

Un’osservazione del libro mi ha particolarmente colpita: “i progressisti, che probabilmente confidavano troppo nella forza e nella correttezza delle proprie idee, si resero conto del pericolo con inaudito ritardo,disdegnando il confronto con i neoconservatori fino a quando questi ultimi non ebbero già vinto la battaglia” (S. George, "L’America in pugno. Come la destra si è impadronita di istituzioni, cultura, economia”, Feltrinelli, 2008, p.38).

Mi sembra che questa affermazione si applichi bene anche al contesto italiano. Mi sembra che la nostra sinistra negli ultimi anni si sia caratterizzata proprio per un atteggiamento spocchioso, di superiorità, di eccessiva confidenza nelle proprie idee. Ma la società cambia, le esigenze ed i problemi cambiano: i valori di fondo restano quelli nei quali crediamo, ma il pensare che le idee che ne conseguono non necessitino mai di essere argomentate e discusse (non tanto e non solo a livello di partito, ma soprattutto con e nella società) mi sembra un esempio di miopia acuta.

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