martedì 1 dicembre 2009

Germania: direttrice di banca come Robin Hood, condannata

Ha preso 8 milioni di euro dai ricchi per darli ai poveri

Fonte: http://ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2009/11/24/visualizza_new.html_1620437359.html

BERLINO - Il crimine non paga, nemmeno quando è a fin di bene: 22 mesi di carcere con la condizionale é la condanna ricevuta a Bonn da una vera e propria Robin Hood tedesca, una direttrice di banca che prelevava dai conti correnti dei ricchi per risanare quelli dei poveri. E' accaduto a Bornheim, un piccolo centro vicino Bonn, la ex capitale della Germania federale fino alla riunificazione tedesca.

Qui Erika B., (anche il nome è stato modificato, per rispetto della privacy) dal 1990 era direttrice della locale cassa di risparmio, la Vr-Bank. Signora dall'aspetto rassicurante, in realtà ha saccheggiato per anni senza essere scoperta i conti correnti dei clienti più ricchi per ripianare quelli dei più poveri. In tutto, secondo quanto scrive oggi la 'Bild', tra il 2003 e il 2005 ha spostato 7,6 milioni di euro in 117 casi accertati. La donna, che ha 62 anni, per sé non ha mai preso nemmeno un centesimo, ha più volte ripetuto il suo avvocato difensore Thomas Ohm. Erika B. ha spiegato di avere aperto linee di credito anche per clienti meno abbienti, con il risultato di avere tanti conti correnti in rosso.

Per non attirare l'attenzione, quando si avvicinava una ispezione, trasferiva somme importanti dai libretti di risparmio di clienti benestanti a quelli dei più poveri. Passato il controllo, restituiva le somme trasferite ai legittimi proprietari. Questo però non sempre era possibile in quanto alcuni clienti dai conti in rosso profondo, riuscivano a spendere i soldi prima ancora che lei riuscisse a riprenderli. Alla fine, il danno arrecato alla banca da Erika B. è stato di 1,1 milioni di euro. Alla giudice che le chiedeva perché lo ha fatto, non ha saputo dare nessuna spiegazione per il suo gesto.

"Forse, senza rendermene conto, ero caduta in preda di una mania di aiutare" ha detto Erika, che oggi afferma di essere pentita. Il tribunale ha avuto difficoltà a condannarla. "Da una parte ha arrecato un grave danno finanziario - ha spiegato la giudice - dall'altra va notato che il suo è stato un comportamento senza fini di utile personale, quindi abbiamo affrontato un caso radicalmente diverso dai soliti". Dopo essere stata scoperta, la direttrice di banca dal cuore d'oro è stata licenziata in tronco, e per far fronte al debito ha dovuto vendere la casa, le polizze di assicurazione, quasi ogni bene. Insomma si è ritrovata sul lastrico, ed ora vive con una pensione di mille euro.

3 commenti:

Sergio ha detto...

Leggendo questo articolo ho pensato due cose:
la prima: bhè dai allora non è poi tutto da buttare in questo mondo malato.
la seconda: e se avesse fatto queste "donazioni" con i miei soldi? Bhè forse mi avrebbe dato parecchio fastidio!!!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Inoltre, stando a quanto dice l'articolo, comunque alcuni clienti in rosso riuscivano a spendere quei soldi prima che lei li stornasse verso i conti originali. Se poi aggiungiamo la tua seconda considerazione, relativa al fatto che il correntista deve poter considerare che i soldi depositati sul proprio conto corrente siano "al sicuro" (salvo investimenti, dei quali però si è consapevoli) allora esiste un oggettivo danno causato dalla signora. Non mi intendo di banche, ma considerando che la soluzione Robin Hood non è praticabile, forse una alternativa è prevedere sistemi un po' più "elastici" per quelle famiglie che a causa di una difficile situazione economica possono finire in rosso. Forse proprio qui sta un aspetto contraddittorio delle banche: molto rigorose con chi va in rosso e molto più superficiali (per non dire altro) in tutti quei casi nei quali persone oneste, fidandosi dei consigli della propria banca, investono in società delle quali gli stessi bancari conoscono la fragilità, arrivando a perdere ingenti somme...Una signora di mia conoscenza che lavora in banca si è dimessa proprio perché non sopportava che le venisse imposto di proporre ai clienti prodotti finanziari dei quali lei stessa dubitava. Insomma, l'etica ha sempre un costo...

Lisa ha detto...

Se ognuno di noi provvedesse da solo a sanare le ingiustizie del mondo cosa succederebbe? Altro che foresta di Sherwood! La signora ha violato la legge. Se voleva aiutare i poveri poteva trovare altre soluzioni: volontariato, beneficenza e come direttrice di banca doveva proteggere e garantire tutti i suoi clienti.