mercoledì 16 dicembre 2009

Quelle parole non dette…

Oggi, verso le 16, una persona ha deciso di porre termine alla sua vita.
Non conosciamo il suo nome, né la sua età, né il motivo che lo ha spinto a questo gesto. Sappiamo soltanto che lo ha fatto gettandosi sui binari, presso Vittuone, a circa 15 km da Milano.

Lo sappiamo perché, giunti alla Stazione Centrale di Milano verso le 18, abbiamo trovato lungo la banchina decine di viaggiatori che si interrogavano sul perché l’Intercity, che sarebbe dovuto partire da oltre un'ora fosse fermo sul binario 5.. e sul perché tutti i treni della linea Torino-Milano avessero ritardi superiori ai 60 minuti.

E’ stato un gruppo di poliziotti – il cui intervento era stato evidentemente richiesto da qualcuno, forse per timore di disordini – a dare l’informazione. “C’è stato un investimento a Vittuone…è tutto bloccato in attesa dell’arrivo del magistrato” ci ha detto la poliziotta.

Arrivati a Torino con un’ora di ritardo, l’unico ricordo che ci porteremo dietro di questa giornata saranno i cori di protesta dei pendolari, gli insulti - sentiti durante tutta la durata del viaggio - nei confronti di Trenitalia, che pensa soltanto all'alta velocità e ignora i passeggeri che non possono permettersi di spendere 60€ per un biglietto di andata e ritorno Torino-Milano.

Eppure quanto è successo non era imputabile a Trenitalia…l'alta velocità non c’entrava proprio nulla…e allora perché tutto questo? Perché neanche un pensiero a quella persona e al suo tragico gesto?

No, non siamo diventati tutti insensibili…semplicemente siamo stati ancora una volta vittime di quell’atteggiamento superficiale e totalmente noncurante delle esigenze e dei diritti dei passeggeri, diventato ormai purtroppo un tratto distintivo di Trenitalia. Nessun ferroviere sulle banchine ad informare i passeggeri…nessun ferroviere/controllore durante il tragitto a fornire aggiornamenti sui ritardi del treno, nessun comunicato attraverso l’altoparlante collocato a bordo.

Parole, semplici parole non dette…che hanno fatto dimenticare a tutti la cosa più importante.

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