lunedì 4 gennaio 2010

Tu tu tu tuuuuuuuuuuu...

E’ sempre difficile scegliere il post con il quale iniziare il nuovo anno…
Il tema del quale parleremo oggi è, per usare l’espressione del giornalista Claudio Gatti che ha ispirato questo post, “profondamente italiano”.

No, non parliamo di panettoni, musica, pizza e mandolino, ma delle FS…le Ferrovie dello Stato (nelle sue varie forme: Rfi – il gestore della rete – e Trenitalia, che gestisce il servizio di trasporto).
Lo so, il tema non è nuovo, ne abbiamo già parlato in passato: ma come poteva resistere una pendolare dall’acquistare un libro, appena pubblicato, dal titolo “Fuori orario – Da testimonianze e documenti riservati le prove del disastro FS” (Claudio Gatti, Chiarelettere, Milano, 2009).
E avendone già letto qualche pagina, come poteva la suddetta non condividere con voi qualche interessante curiosità…?

Una a caso: come mai, secondo le Ferrovie, i treni hanno un indice di puntualità molto elevato e pari a quello di Stati come Francia e Germania…quando invece il viaggiatore – pendolare recidivo o semplice viaggiatore occasionale – sperimenta ogni giorno minuti e minuti di ritardo su regionali, interregionali, ICnight, Eurostar, AV e così via…?

Ecco le cause principali:

1) il concetto di ritardo, ovvero…quando un treno è considerato in ritardo Italia?
Vi fornisco un aiutino: avete presente il quarto d’ora accademico? Ecco, è la stessa cosa..In Italia, se il treno arriva entro i 15 minuti, è considerato puntuale (fanno eccezione alla regola solo i treni regionali, quelli che percorrono distanze più brevi, per i quali c’è il principio dei 5 minuti). In Francia e Germania un treno - di qualsiasi tipologia - è puntuale se arriva entro cinque minuti dall’orario previsto. Non solo, ma mentre negli altri paesi la puntualità è calcolata anche a livello delle fermate intermedie, in Italia vale solo per la destinazione finale. Così, per dire, se percorrete la Torino-Milano ma dovete scendere a Vercelli, poco importa se il treno arriva alla vostra destinazione con 30 minuti di ritardo…se per uno strano caso del destino recupera ed arriva a Milano entro i 15 minuti di ritardo, allora il treno è puntuale (per le FS o Trenitalia, si intende)!!!

Tanto per darvi un’idea, i dati ai 5 minuti (che Trenitalia non comunica, ma che il giornalista è riuscito ad ottenere) forniscono, per la categoria Eurostar (che dovrebbe essere una delle punte di diamante del nostro sistema ferroviario) queste percentuali*: “nel 2008 la media annuale della puntualità entro i 5 minuti degli Eurostar è stata un patetico 64 per cento. Cioè 31 punti in meno della Svizzera (95,8%!!!, ndr.), 26 in meno della Germania (90%!!!, ndr.) e 18 della Francia (82,8%, ndr.)”.

2) l’utilizzo delle cause esterne (o indipendenti dalle FS, come di norma si sente all’altoparlante). I minuti di ritardo che sono attribuibili a cause esterne sono decurtati dal computo. Anche qui tutto dipende da che cosa viene definito come “causa esterna”. E qui abbiamo**: “causa di forza maggiore, cause meteo o naturali, lavori programmati lungo la linea resi noti alla clientela, scioperi, fatti di terzi con conseguenze sulla circolazione, occupazione dei binari da parte di soggetti estranei all’organizzazione ferroviaria, incendi o calamità naturali, ordine dell’autorità”. Insomma motivazioni che esonerano Trenitalia dalla responsabilità del ritardo, come nella migliore tradizionale italiana della negazione delle responsabilità (e, ovviamente, del rimborso!).

Ed infine…3) l’allungamento degli orari o “l’inganno del ritardo incorporato” come lo definisce Gatti. Questa è forse la modalità più “sbarazzina” e peraltro già nota ai pendolari recidivi…Al momento della modifica degli orari (es: a dicembre) se si vede che un treno che dovrebbe arrivare alle 15 arriva regolarmente alle 15,15 che cosa si fa? Si modifica direttamente l’orario di arrivo a destinazione e… magia!!! Il treno non è più in ritardo!

Non so se questo post abbia contribuito al vostro buonumore…ad ogni modo, buon anno a tutti, pendolari recidivi o semplici viaggiatori occasionali…

*Claudio Gatti, Fuori orario, Chiarelettere, Milano, 2009, pp. 22-23
**Op.cit., pp.26-27.

2 commenti:

Lisa ha detto...

Il punto 3 è disarmante! Secondo me l'ha pensato il figlio di terza elementare di qualche funzionario.

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Io non direi...E' risolutivo, non implica né costi né investimenti...insomma, una soluzione da veri manager!