martedì 20 ottobre 2009

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La prima intenzione era quella di fare un'operazione di “copia ed incolla” dei titoli delle ultime due settimane dei più importanti quotidiani nazionali. Un susseguirsi di parolacce, insulti, invettive: politici contro politici, politici contro giornalisti, giornalisti contro politici, politici contro magistrati, giornalisti contro magistrati magistrati contro politici e così via... Che cosa rappresenta tutto questo? Un involgarimento della politica che si propaga a tutti i settori della società e la fine del confronto politico nel senso più nobile, quello del confronto delle idee, confronto anche serrato, ma sempre confronto.

Eppure ci sono anche i bene informati che ci raccontano che tutto questo fa parte in realtà del teatrino della politica, che alla buvette del Parlamento le pacche sulle spalle si sprecano tra supposti “nemici”…e allora a che pro tutto questo?

Quale che sia la realtà, mi sembra che entrambe le situazioni siano preoccupanti:
nel primo caso l’avversario politico cessa di essere tale e diventa “nemico”: l’odio si sostituisce al confronto e le idee, i programmi, diventano elementi del tutto secondari del dibattito politico, oscurati dall’insulto e dall’invettiva;
nel secondo caso si fa ricorso alla volgarità perché in quest’era mediatica appare fondamentale urlare più forte..perché chi urla più forte viene più ascoltato..stupire l’uditorio, la “gente”, i cittadini, “colpire” conta più dell’argomentare e comunque in fondo tutto è apparenza, perché i politici di tutti gli schieramenti non ambiscono a cambiare in meglio la società, ma semplicemente a preservarsi come casta, con tutti i privilegi che questo comporta.

Entrambe le situazioni stanno determinando effetti perversi, spesso poco considerati, nel paese, tra le persone “comuni”. Chiacchierate tra amici con opinioni politiche diverse sfociano sempre più sovente in brutte imitazioni delle schermaglie tra politici nazionali, mentre al contempo si diffonde una sempre più profonda disaffezione nei confronti della politica e dei politici.

Nel passato gli scontri avvenivano, ma sullo sfondo c’era un contesto politico-internazionale molto diverso, con una netta contrapposizione tra blocchi. Molti dei termini del dibattito di allora oggi non hanno più senso: continuerebbe invece ad avere senso il confronto tra idee diverse, tra proposte e contributi diversi per il miglioramento della società nella quale viviamo…e sarebbe un bel confronto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

soprattutto quello che mi pare manchi del tutto è un confronto tra proposte concrete di idee mirate a risolvere problemi concreti

anche quelle insopportabili invettive che si lanciano sono sempre vuotamente "ideologiche": comunista, fascista, ... anche se qualcuno in effetti è vera: ladro, populista...

Max

Lisa ha detto...

Non solo, spesso si assiste ad episodi di banale maleducazione da parte di chi dovrebbe essere di esempio per tutti noi. Frasi, commenti, apprezzamenti che definire "da bar" è poco!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Anonimo e Lisa: concordo. E la cosa grave è che questo sistema di non-dialogo/invettiva secondo me sta inquinando anche le relazioni tra semplici cittadini, che si trovano ad adottare in modo acritico molte delle scempiaggini che sentiamo..quasi che la fedeltà al partito o alla fazione politica giustifichi il venir meno del senso critico di ciascuno di noi...