mercoledì 14 ottobre 2009

A René...

Su una parete della mia stanza, da anni mi fa compagnia una riproduzione de “L'empire des lumières” del pittore belga surrealista René Magritte (http://www.opac-fabritius.be/fr/F_database.htm).

Un pomeriggio, ai Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles, me lo sono ritrovata davanti e sono rimasta alcuni minuti immobile, a bocca aperta: era come se una forza mi impedisse di volgere altrove lo sguardo. E lo stesso avviene ancora oggi, di fronte alla sua riproduzione.
Perché? Che cosa rende così speciale una tela ai nostri occhi? Perché quella sensazione che ci pervade al punto da lasciarci senza parole, quasi inebetiti?

Per quanto riguarda la musica la risposta sembra più semplice: una canzone ci piace (anche) perché la associamo a particolari momenti della nostra vita: anzi, spesso il riascoltare una canzone ci consente di rivivere quei momenti per qualche istante.
Ma per quanto riguarda il quadro la questione sembra più complicata….

Forse semplicemente è “stupore” la parola chiave, quella sensazione di sorpresa/suggestione/ammirazione che ci lasciano quei colori e quelle forme, che ci colpiscono aldilà della nostra particolare condizione, in modo “estemporaneo” e dunque, per definizione, senza tempo...

1 commento:

Lisa ha detto...

Il quadro è bellissimo. Non so se l'effetto sia poi così diverso dalla musica. In fondo anche luci e colori vanno a "toccare" qualche corda nel nostro vissuto. Infatti uno stesso quadro non piace allo stesso modo a tutti.