venerdì 2 ottobre 2009

A proposito di Coca-Cola...e la risposta è...(aggiornato con aneddoto nei commenti)

L’Islanda! (Questa volta non ci complimenteremo con Sergio perché sappiamo che ha avuto un aiutino…;-).

Questa, almeno, è la risposta fornita dal libro: su Internet ho trovato citato anche il Messico…purtroppo, sul sito della Coca Cola non vi sono informazioni di dettaglio che consentano di dare una risposta definitiva... quindi dovrete accontentarvi di sapere che questi due paesi sono ai primi posti in termini di consumo pro-capite annuo della celebre bevanda.

Più interessante è invece sapere che fu proprio in Islanda che la società condusse un esperimento che si sarebbe rivelato decisivo per portare la Coca-Cola a tutti i soldati americani impegnati al fronte (obiettivo, questo, che la società si era posta sin dall'inizio della seconda guerra mondiale).

La compagnia aprì in Islanda un impianto di imbottigliamento: grazie all'imbottigliamento in loco della bevanda, la società si limitava a trasportare dagli Stati Uniti il solo concentrato di Coca Cola, evitando così il trasporto delle bottiglie vere e proprie, non troppo agevole in tempi di guerra (tra l'altro il Governo, riconoscendo la Coca-Cola come un bene primario per il soldato, spesso contribuì in prima persona a finanziare la realizzazione degli stabilimenti di imbottigliamento all'estero...).

Ai rappresentanti della Coca Cola l’esercito degli Stati Uniti riconobbe inoltre, durante la guerra, lo statuto di “osservatori tecnici” che di norma veniva riservato ai civili i cui servigi venivano ritenuti essenziali ai fini dello sforzo bellico. Grazie alla guerra e alla vittoria degli Stati Uniti (con tutto quello che questo comportò in termini di pubblicità e visibilità della bevanda) la società riuscì ad espandersi sui mercati esteri in un modo che, per stessa ammissione della società, "avrebbe altrimenti richiesto 25 anni e 25 milioni di dollari” (M. Pendergrast, Storia della Coca-Cola, Odoya, Bologna, p.341).

3 commenti:

Lisa ha detto...

@ aiutino??? Ma così non vale! In questo blog ci sono dei raccomandati! E l'occhietto strizzato...ma, ma...c'è qualcosa che dobbiamo sapere?

Anonimo ha detto...

e io che pensavo che l'esercito americano esportasse solo basi per lo stoccaggio di testate nucleari, invece ci ha regalato anche la Coca-Cola!!!

Max

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Max: e tra le due la scelta non è poi così ardua, no?!...Aggiungo un ulteriore aneddoto raccontato nel libro che dà un'idea della "pervasività" raggiunta dalla Coca-Cola. Alcuni prigionieri tedeschi giunti nel 1945 nel New Jersey alla vista di una insegna della Coca-Cola cominciarono a discutere animatamente e a gesticolare. Alla guardia statunitense che chiedeva loro una spiegazione per il loro comportamento essi risposero: "Siamo sorpresi che abbiate la Coca-Cola anche qui"...Altro che testate nucleari!
@Lisa: chiamiamolo cameratismo aziendale...