giovedì 25 marzo 2010

"Il silenzio"

L’ho ritrovata per caso, tra i vecchi libri di scuola. Una raccolta di racconti della scrittrice piemontese Gina Lagorio*.

A leggere gli appunti a matita ancora perfettamente decifrabili (a quei tempi la calligrafia era ancora un elemento importante del bagaglio scolastico dell’alunno medio…) viene da sorridere. Inaspettatamente profondi per un alunno di seconda media: merito del prof. F la cui dedizione e passione per l’insegnamento delle lettere si traduceva, in noi alunni, in una contagiosa voglia di imparare e di comprendere.

“Il silenzio” è il mio preferito: tra le pagine si respirano gli odori e i sapori delle Langhe, ma non quelli delle dolci colline note ai turisti, bensì quelli, meno noti, della fatica, della fillossera che flagella le vigne, dei bimbi strappati dal loro letto all’alba e trascinati sui campi, ad aiutare il papà, come il protagonista della storia.

Una storia fatta di silenzi, di sacrifici, di parole non dette, di un riscatto che non arriva mai perché l’ostinata rassegnazione riporta il protagonista ogni giorno sui campi. Nel figlio l’unica speranza di riscatto…per un finale intenso e struggente che resta indelebile nella memoria.

Gina Lagorio, Qualcosa nell’aria, Garzanti, 1982.

1 commento:

Lisa ha detto...

Cara Beth, non per spiattellare a tutto il web la tua età, ma la tua seconda media risale agli anni '80, giusto? Ebbene, a quei tempi il prof. F poteva permettersi di tradurre "dedizione e passione" in proposte ai suoi studenti. Oggi, se non è andato in pensione, starà spendendo tutte le sue energie nel marasma di progetti, progettini, commissioni e tutta la burocrazia del XXI secolo!
Comunque un bel post, affezionato e malinconico, con un che di deamicisiano.