sabato 18 aprile 2009

L'ultimo caffé

C’erano una volta le pause tra colleghi di fronte alla macchinetta del caffè, vero termometro degli umori aziendali, il luogo nel quale scoprire tutto su tutti, sparlare su tutti e di tutto e così via.

E se il collega spifferasse un giorno tutto quello che sa di voi o di altri colleghi, delle pause pranzo un po’ troppo lunghe, delle cene con i clienti mai fatte ma inserite in nota spese, dell’utilizzo un po’ spregiudicato dell’auto aziendale, ecc.?

Un progetto di reality che dovrebbe essere introdotto negli USA, intitolato “Qualcuno se ne deve andare”, punta proprio su questo, sulla delazione tra colleghi…delazione che porterà il perdente (quello che avrà fatto più pause caffè?) dritto al licenziamento (sul serio, apparentemente).

In periodi di crisi economica una bella lotta all’ultimo sangue tra colleghi mi sembra un vero toccasana…che potrebbe portare in breve all’estinzione dell’intera razza lavorativa.

9 commenti:

erounabravamamma ha detto...

mio dio, beth, il reality di cui parli sarebbe davvero agghiacciante. com'è il titolo originale inglese?

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Il titolo è: "Someone's gotta go"..più agghiacciante di così...

Ele ha detto...

A proposito di nuovi reality aziendali, ho letto di un reality "a telecamere spente" che dovrebbe favorire il teambuilding. Alcune aziende hanno provato a riunire un team di 8-10 colleghi in una casa per un periodo variabile tra 2 e 4 settimane, senza alcun contatto con il mondo esterno, con lo scopo di creare nuove idee in merito a prodotti/servizi ecc.
Niente telecamere, ma vita reale 24/7 con il compagno di scrivania.
Secondo le esperienze già vissute, sembra che funzioni. Le idee generate sono buone,funzionano, e questa esperienza ha aiutato a comprendere meglio i colleghi.
Che ne pensate?

Lisa ha detto...

A me sembra un incubo!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Il reality del quale parlo nel post mi sembra davvero agghiacciante. Ben diverso quello di cui parla Ele. Di fronte alla macchinetta del caffé, oltre ai pettegolezzi, si parla sovente di cose molto serie, che hanno a che fare con il business dell'azienda. Ci si confronta in libertà, senza vincoli, e spesso vengono fuori stimoli interessanti, idee, ecc. Se questi stimoli potessero essere colti anche dal management, forse qualche cosa di buono alla fine ne uscirebbe...

Ele ha detto...

Concordo con Beth, l'esperienza potrebbe essere interessante e dare origine a nuove idee realmente positive (a patto che la direzione accetti di mettere in pratica queste idee nuove, logicamente!).
Da persona che si occupa di personale, credo che sia un'opportunità per conoscersi meglio tra colleghi.
Non escludo che ci potrebbero essere litigi, franintendimenti ecc., ma questo potrebbe comunque favorire comunque la conoscenza e lo scambio di idee e punti di vista diversi.
La domanda esistenziale a questo punto potrebbe essere: "ma quanto siamo disposti ad accettare quello che ci dicono gli altri?".

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Ele: mi viene da dire che la disponibilità ad ascoltare ed accettare quello che dicono gli altri è decisamente maggiore ai livelli "più bassi" che non a quelli più alti...

Sergio ha detto...

@Ele, riguardo al "reality" a telecamere spente. Una cosa simile è citata anche nel libro di Nonaka I., Takeuchi H., The Knowledge Creating Company, (University Press, Oxford 1995; tr. it. The Knowledge Creating Company, Guerini e Associati, Milano 1997). Dove ingegneri della canon e di qualche altra azienda produttrice di stampanti, furono rinchiusi in una stanza di albergo per "reinventare" la stapante. Unica dotazione fu una cassa di lattine di birra....e proprio grazie ad una di queste lattine vuota che hanno avuto la "folgorazione" di ripensare la stampante inserendo un componente cilindrico.
A volte la realtà supera di gran lunga la fantazia!!!
E sempre in quel libro si esalta il "VAPORWARE" offero la condivisione informale di informazioni che avviene di fronte alla macchinetta del caffè. Insomma una sorta di "CAMERA CAFFE'" orientata alla produzione e non alla gag...anche se quella di Luca e Paolo è veramente notevole.

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@ Sergio: grazie per l'aneddoto della lattina, molto carino...Sarebbe interessante sapere che cosa sarebbe successo se al posto della lattina avessero dato loro i cartocci dei succhi di frutta...(magari una stampante "ecologica"?)