giovedì 30 aprile 2009

Ma Brunetta (e la Gelmini) lo saprà(nno)? Puntata n. 3

Nell'ultimo post Beth ha usato il termine "made in Italy", che solitamente evoca qualcosa di positivo, tipo la cucina, la sartoria, il genio italico in generale. Io ieri invece ho avuto una tipica esperienza di organizzazione "all'italiana", che può essere tradotto come "disorganizzazione in cui, in presenza di regole poco chiare, ognuno fa come gli pare, sperando che gli vada bene". Siamo a Torino, Ufficio Scolastico Provinciale. Questi sono giorni caldi, ci sono scadenze importanti per tutto il personale della scuola. Bene, il mercoledì pomeriggio l'orario di ufficio è dalle 14:30 alle 16:00, ma c'è un particolare: i numeri vengono distribuiti alle 13:00, per cui se tu arrivi anche mezz’ora prima dell’orario di apertura, trovi un fiume di gente che ti dice che i numeri sono finiti. Un'anima pia dell'ufficio informazioni avvisa i ritardatari (!) che, se devono solo consegnare i moduli, senza chiedere consulenze, quando tutti quelli col numero saranno passati, l'impiegata li ritirerà e farà loro una ricevuta. Bene, aspettiamo; io il modulo l'ho compilato, dovrebbe andare bene, certo mi sarebbe piaciuto farlo controllare ma, pazienza, lo consegnerò così perché proprio non ho la possibilità di tornare. La mattina ricevono dalle 11:00, ma si vocifera che i numeri vengano distribuiti alle 08:30 e io non posso proprio. Continua ad arrivare gente e la folla cresce. Il display con i numeri è rotto, quindi anche i "numerati" si accalcano per capire quando è il loro turno, che viene flebilmente annunciato da un omino dietro una porta socchiusa. Verso le 15:30 un'impiegata esce dall'ufficio e dice che avrebbe già ritirato i moduli, 10 alla volta. Non finisce di parlare che viene travolta di carta. La calca è impressionante, senza criterio, tutti cercano di passare avanti, scoppiano inevitabili discussioni. L'ufficio non è predisposto per le code e quindi la gente si infila da ogni parte. A gruppi di 10 le domande vengono ritirate e vengono compilate le ricevute. Ormai l'orario d'ufficio è finito da un pezzo, sono quasi le 17:00. Ci siamo, è il mio turno, dopo di me ancora circa 30 persone inferocite (in realtà moltissimi mi sono passati avanti..). Esce l'impiegata "Siamo troppo oltre l'orario, non ritiriamo più domande. Possiamo darvi il numero per domani mattina" La folla di insegnanti e bidelli si inferocisce, la signora tentenna, ma vuole chiudere l'ufficio. Personalmente tento la tattica del "La prego, sia buona, tengo famiglia!" e, tra preghiere, polemiche e insulti, i nostri moduli vengono ritirati. Un’altra giornata nel Belpaese è finita!

3 commenti:

Raperonzolo ha detto...

Certo, considerando che in piena era internet, ai genitori basterebbe compilare un modulo online e l'uffico scolastico non avrebbe neanche bisogno di aprire al pubblico perché moduli e pagamenti arriverebbero in formato elettronico come avviene qui in GB. Meno personale, pratiche rapidissime, meno costi di gestione, facilità di servizio ai genitori.
L'Italia purtroppo è ferma al Medioevo.

Lisa ha detto...

Tra l'altro la modulistica online ha il vantaggio che è praticamente impossibile fare errori, perché per ogni campo si apre una tendina con le scelte consentite. Il Ministero ogni tanto fa qualche tentativo in questo senso, ma spesso le applicazioni sono difettose e poi il mondo della scuola è fisiologicamente intollerante alll'informatica...sigh!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Cara Rapé, purtroppo l'online qui in Italia, laddove disponibile, spesso non serve a semplificare, ma solo a fare confusione (come avevamo raccontato qui
http://ilportapenne.blogspot.com/2009/02/ma-brunetta-lo-sapra.html). La questione è che non basta creare un sito online: bisogna creare i servizi aggiuntivi, bisogna costantemente aggiornare il sito (inserendo ad esempio gli ultimi moduli, non quelli non validi o "scaduti"). Insomma bisognerebbe pensare ad Internet in chiave "strategica" per la comunicazione con il pubblico e la semplificazione della pubblica amministrazione. Ma qui in Italia di strategico c'è proprio poco. Si va avanti così: per sentito dire, per cortesia o compassione dell'impiegato di turno. Made in Italy, appunto...