lunedì 16 marzo 2009

Ricetta

Prendete un palcoscenico. Non deve necessariamente essere in un teatro. Mettiamo il caso che questo palcoscenico sia il parquet di una stanza in una scuola di ballo.
Prendete dieci persone: età, culture, idee, caratteri diversi, o in alcuni casi pure troppo simili. Le accomuna solo la voglia di divertirsi facendo qualcosa di diverso dal solito.
Prendete dieci persone e mettetele sul palcoscenico a recitare la parte di personaggi nati dal nulla, solo dalla fantasia, senza un copione, senza battute. Solo improvvisazione.
Prendete questi dieci personaggi: sono il frutto delle idee e del vissuto del singolo, tutti comunque molto reali. Ognuno di essi è legato agli altri da una caratteristica: sono tutti pazienti dello stesso manicomio.
Prendete due donne che sullo stesso palco diventano medici: la prima crede fortemente nella sanità mentale delle persone con cui vive la sua quotidianità, la seconda è scettica riguardo alla guarigione dei cosiddetti malati.
Prendete un'insegnante: abbigliamento rigorosamente viola, voce da angelo e fattezze da elfo dei boschi. A volte psicologa, a volte compagna, a volte mamma, a volte direttore, a volte generale!
Prendete una bella dose di sana ironia e mescolatela con una notevole quantità di autoanalisi. Aggiungeteci allegria e divertimento in abbondanza, portate il tutto a ebollizione per alcuni mesi, e se per caso il composto esce dalla pentola...va bene anche così!
E' in questo modo che stiamo lavorando allo spettacolo di inizio estate con il mio gruppo di musical.
Credo sia proprio vero quello che vogliamo portare in scena: da vicino nessuno è normale. Per fortuna.

1 commento:

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Andare oltre i confini della normalità per trovare una realtà "più vera"? Uhm...Intrigante questa esperienza! Chissà che cosa scopriremmo se applicassimo l'esercizio nella vita di tutti i giorni...(lavoro, famiglia, ecc.)