venerdì 20 febbraio 2009

Ricetta personale anticrisi

Max, che mi aveva suggerito uno spunto per un post sulla crisi economica, rimarrà deluso: senza dubbio aveva in mente qualcosa di diverso. Ma alle 23:57 non mi viene in mente altro. E inoltre è una ricetta nella quale credo fortemente.

Back to basic: torniamo con i piedi per terra...i temi sono sempre quelli (scuola, ambiente, riforma sociale, riforma del lavoro, innovazione, moralità della politica e in politica, res publica, ecc.). Ma cerchiamo di vedere più in là del nostro naso…altrimenti vedremo sempre e solo quello, anche quando la crisi sarà passata

Together is better
: insieme è meglio perché: 1) la società è un corpo…se parte delle sue membra non funzionano o non cooperano, tutto viene compromesso (rilettura libera del buon Menenio Agrippa); 2) più cervelli sono meglio di uno…a condizione che tutti perseguano gli stessi obiettivi (e comunque
non solo quelli “strettamente personali”)

Think before acting
: pensiamo bene prima di agire…e quando siamo sicuri di aver trovato la soluzione rileggiamo i passaggi, come nei problemi di matematica, tanto per essere sicuri di non aver dimenticato niente.

Ogni ulteriore suggerimento e/o commento è benvenuto! (Together is better!)

2 commenti:

Max ha detto...

è il back to basics che non mi convince
- lavori pubblici che rischiano di diventare cattedrali nel deserto e che per partire richiedono anni, mentre la crisi richiede una reazione nel giro di mesi (http://www.iht.com/articles/2009/02/06/asia/japan.php)?
- istruzione, formazione, sanità e welfare per assicurare a tutti i cittadini un punto di partenza egualitario? necessario, ma non sufficiente!
Non so se ve ne siete accorti, ma le crisi economiche prima arrivavano ogni 15-20-30 anni:
- dopo la prima guerra mondiale e la pandemia di influenza spagnola
- nel 1929
- ad inizio anni '70
poi la frequenza è aumentata:
- prima metà anni '80
- 1991-92 (vi ricordate le ultime grandi svalutazioni della Lira?)
- 2000: dot.com
- 2007: sub-prime

a me questo sembra un segnale di allarme per un sistema che fa sempre più fatica ad autosostenersi con 6 miliardi di abitanti, bisognerebbe cambiare qualche paradigma. Ad esempio:
- aiuti all'industria dell'auto condizionati allo sviluppo di auto a bassi consumi ed inquinamento, oppure ripensamento globale delle abitudini di spostamento per eliminare progressivamente l'auto?

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Max: sui lavori pubblici sono d'accordo...infatti non li ho citati nel mio "Back to basics".
1) Concordo con te: non servono cattedrali nel deserto. L'utilità delle opere da realizzare andrebbe valutata in funzione di diversi parametri il più possibile "obiettivi" (compresi i costi ambientali) e non in base al numero di potenziali voti che porterebbero (perché alla fine la sensazione è che molte opere da noi vengono fatte per questo motivo...non a caso aumentano di norma in periodi pre-elettorali);
2) insisto sulla istruzione e sulla formazione perché penso che qui in Italia stiamo veramente perdendo il passo con il mondo reale. Mi sembra evidente che il nostro sistema richieda qualche aggiustamento (e lo dice una che orgogliosamente ha frequentato il classico...!). Oltre alle lingue, all'utilizzo del computer, alle scienze ed alla matematica io insisterei molto più sull'educazione civica per arrivare a riformare completamente l'università che secondo me dovrebbe preparare al lavoro (mentre le scuole elementari e media e le superiori dvrebbero essere incentrate sulle conoscenze di base)
3) sanità: chiunque abbia frequentato un po' gli ospedali si è accorto della quantità di inefficienze e di sprechi..non penso che il problema principale sia il personale, ma la "struttura" amministrativa e gestionale in sé. Una sanità più efficiente ad esempio potrebbe consentire un allargamento dell'assistenza domiciliare per chi necessita di controlli che non richiedano la costante presenza in ospedale (con vantaggi non solo per la struttura ospedaliera, ma soprattutto per il malato...)
4) morale in politica...questo mi sembra un punto fondamentale..il problema è: come arrivare a riaffermare questo valore in politica? E' il paese che non "merita" di meglio? E' il sistema che non riesce ad esprimere persone più valide e capaci? E che cosa si può fare per tentare di risolvere la questione
5) concordo sull'importanza dlela questione ambientale e sulla necessità di nuove politiche (penso ad esempio ad incentivare l'utilizzo dei servizi pubblici, ma soprattutto a migliorarne la qualità)
6) perchè non inseriamo nelle nuove politiche una maggiore attenzione al ruolo della donna nel lavoro? Questo sì che è un tema molto importante. Tutto il mondo ha compreso l'importanza del contributo delle donne alla crescita economica del paese...noi dove siamo?