mercoledì 25 febbraio 2009

Carnevale e civiltà

Sabato 14 febbraio, anziché festeggiare San Valentino, io e la mia dolce metà abbiamo deciso di viaggiare fino a Nizza, dove imperversava il carvevale.

La sfilata serale dei carri è stata meravigliosa: persone di diverse nazionalità festeggiavano insieme "Le roi des mascarades". Niente schiuma, solo stelle filanti e coriandoli, niente rischi, bambini che correvano in giro da soli alle dieci di sera, che facevano piccoli scherzi innocenti ai passanti, che ridevano contenti anche se di fronte a perfetti sconosciuti che a loro volta accettavano di essere spruzzati di coriandoli di buon grado.


Finita la sfilata, una squadra di netturbini, composta da almeno una ventina di mezzi e una cinquantina di persone, ha iniziato a ripulire con la massima efficienza la promenade des Anglais (il lungomare di Nizza) e il corso principale. A mezzanotte era tutto perfettamente pulito e pronto per il giorno successivo. E sì, perchè a Nizza si festeggia il carnevale per due settimane consecutive e, ogni giorno, c'è almeno una parata (diurna o notturna).


Ogni giorno le squadre di netturbini ripuliscono l'intera area per predisporla alla sfilata successiva.

Aggiungo un dettaglio: erano presenti almeno 10 auto della polizia e una cinquantina di poliziotti. Non hanno avuto nessuna parte attiva nella parata, stazionavano tranquilli sulla passeggiata per garantire l'ordine pubblico, ma la loro presenza è stata superflua. Tutto si è svolto con molto ordine, civiltà, gioia e condivisione.

Inutile sottolineare che la spiaggia (assolutamente pubblica) è sempre stata perfettamente in ordine e pulitissima: a Nizza non vige alcun divieto di mangiare in spiaggia, ma non ci sono rifiuti. I cestini sono sulla passeggiata, mai in spiaggia, ma nessuno si sogna di lasciare rifiuti e spazzatura in un luogo che è comune e di proprietà di tutti. In spiaggia non abbiamo trovato un solo coriandolo, e la sfilata è passata a pochi passi da essa.


La domenica mattina passeggiavo con un croissant in mano (e in bocca!), dopo aver visitato il mercato quotidiano di frutta e fiori, ed ho iniziato a pensare al nostro Carnevale e più in generale all'Italia.

Ho ricordato le mie esperienze a Milano durante il carnevale: ci sono stata poche volte, sempre rigorosamente in compagnia di qualcuno (da sola troppo pericoloso). Lamette, schiuma da barba, uova marce...certo, qualche maschera e tanti coriandoli, ma non ho un ricordo positivo. Nessuna sicurezza e solo la certezza di tornare a casa quanto meno completamente schiumata, se non in uno stato peggiore.
E dopo? Coriandoli per strada per giorni, vetrine schiumate, se non in alcuni casi danneggiate seriamente...Il tutto (fortunatamente?) solo per una serata.

Nizza è a pochi chilometri dall'Italia, eppure i nostri vicini di casa si dimostrano ancora una volta "più" di noi. Più cosa? Più puliti, più ordinati, più sicuri, più cordiali (sì, anche cordiali, benché fossimo italiani e loro francesi), più sereni, più ospitali....mi passate il termine "più sociali"?

Più sociali nel senso che il bene comune è un bene di tutti, e quindi rispettato e tutelato.

Un'ultima nota: stranieri a Nizza? Un sacco. E non erano solo turisti.

Francesci, algerini, cinesi, tutti abitanti di Nizza che festeggiavano il carnevale insieme ai turisti e come gli altri, se trovavano per terra una bottiglia, la raccoglievano e la buttavano nel cestino dei rifiuti.

7 commenti:

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Ele: emblematico il tuo racconto, soprattutto se pensi che l'immaginario comune italiano pone la "stirpe italica" al punto più in alto della classifica della "pulizia"..:"I francesi non sono molto puliti...degli inglesi poi è meglio non parlare...". La contraddizione sta proprio in questo: la maggioranza degli italiani ha molta cura della propria casa, pulizia compresa. Ma la casa è il confine: oltre la casa non c'è più nulla che valga la nostra cura ed attenzione...Educazione civica...questa sconosciuta...!

Lisa ha detto...

Sì, però noi siamo più forti a pallone, vuoi mettere? Questione di...valori!!!

Ele ha detto...

E se anziché rimettere il grembiule a scuola, introducessimo l'educazione civica (per bambini e genitori, logicamente)?

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Ele: c'era una volta l'educazione civica...piccola creatura inserita tra le "sorelle maggiori" (Storia e Filosofia)...nessuna l'ha vista.
Ancora oggi vaga di qua e di là in cerca di mentori (ma gli insegnanti che fumano in classe le hanno detto che di lei non c'è bisogno...). Sconosciuta anche ai genitori..perché l'educazione civica è materia scolastica...e là dovrebbe essere insegnata... al Ministero dell'Istruzione non si vede da secoli...come pure nelle aule del Parlamento (dalle quali è stata bandita a forza di lanci di pomodori, striscioni da stadio e botte da ring...). ..e in tv dove è stata relegata (ma solo un po') nelle quarte serate (dopo le 24) perché prima si è in fascia protetta e qualche bimbo potrebbe rimanere traumatizzato..Educazione (civica) cerca disperatamente alloggio, compagno e famiglia...pena l'estinzione.

Lisa ha detto...

Ragazze, scusatemi, ma io non credo molto nell'Educazione civica a scuola. Il rispetto delle cose e delle persone rientra in un più generale "saper campare", che deve essere appreso giorno dopo giorno in famiglia, attraverso l'insegnamento e soprattutto l'ESEMPIO dei genitori. Penso che alla scuola si chieda un po' troppo: educazione sessuale, stradale, civica, ambientale e poi ovviamente matematica, lingue straniere, informatica e tutto il resto. Immaginate che per l'insegnamento delle Scienze al Liceo scientifico tradizionale, per la classe quinta sono previste numero DUE ore settimanali. Ecco, educazione ambientale e sessuale rientrano ovviamente nelle ore di Scienze, ma altrettanto ovviamente i nostri liceali devono essere preparati ai test universitari e quindi in quelle misere due ore devi far rientrare tutto ciò che può servire per superare i test di medicina. Secondo me l'educazione civica può passare tranquillamente attraverso le discipline. Se io conosco e so apprezzare un'opera d'arte, difficilmente andrò poi ad imbrattarla; se conosco la Biologia e quindi la meravigliosa complessità e armonia della Vita, sarò forse più portato al rispetto della stessa no?

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

@Lisa: hai ragione, l'educazione (civica, sessuale, ambientale, ecc.) dovrebbe essere appresa soprattutto in famiglia, dall'esempio dei genitori. Nel commento precedente ironicamente infatti dicevo che (sbagliando) alcuni genitori pensano che sia soltanto una cosa "da scuola". Mettiamola così: prima c'è la famiglia, ma la scuola è molto importante secondo me perché è lì che i ragazzi si aggregano, si incontrano (certo, lo fanno anche fuori dalla scuola ma all'inizio soprattutto a scuola...e soprattutto a scuola incontrano ragazzi provenienti da tutti gli ambienti sociali, trovandosi quindi a fare i conti con situazioni che magari nel loro "ambiente naturale" non vedrebbero...). So quanto è dura per gli insegnanti riuscire a rispettare programmi, ecc. Condivido la tua ricetta: educazione civica non come 1 ora alla settimana, ma come "modo di comportarsi, di vivere" che apprendo giorno per giorno studiano le varie materie..magari con una maggiore consapevolezza (es: nell'educazione ambientale capire come certi comportamenti pratici quotidiani stiano compromettendo l'ambiente e come piccoli cambiamenti virtuosi possano essere utili...anziché dire che nel 201..non ci saranno più i ghiacciai...che potrebbe sembrare un particolare lontano, che non ci tocca da vicino). Resta il problema di quella parte dell'educazione civica che significa conoscenza delle nostre istituzioni, dei nostri diritti di cittadino...ecco un'infarinatura maggiore su questi concetti non sarebbe male..magari quando si parla del dopo-guerra italiano...).

Lisa ha detto...

L'importante secondo me è non cadere nel "predicozzo", cioè nell'insegnamento del senso civico impartito dall'alto come elenco di comportamenti giusti e sbagliati, ma questa consapevolezza dovrebbe scaturire dall'individuo stesso ad un certo punto della sua crescita e formazione. Per questo credo sia importante conoscere tante cose, il più possibile, per poter apprezzare e quindi rispettare ciò che abbiamo (un esempio: il diritto all'Istruzione? Se i nostri ragazzi sapessero come stavano le cose nel passato forse si renderebbero conto di quanto sono fortunati ad avere l'obbligo scolastico!). Tra l'altro non dobbiamo dimenticare che l'adolescente generico medio normalmente fa l'esatto contrario di ciò che gli adulti gli dicono. Le regole possono produrre l'effetto opposto, mentre la consapevolezza e la convinzione sono punti saldi e duraturi che possono radicare in tutte le fasce sociali, come accade all'estero.