domenica 11 gennaio 2009

Internet: ma quanto male fa?

"Bocciati in Internet? Ottima notizia", questo il titolo di un articolo di Stefano Lorenzetto su "Il Giornale" di oggi (versione integrale online: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=319999) che commenta positivamente alcune statistiche sul calo della penetrazione di Internet nelle famiglie italiane (in controtendenza rispetto agli altri principali paesi europei).
Ecco alcune delle considerazioni che l'autore fa a supporto della sua tesi:

1) i ragazzi di oggi passano ore imbambolati di fronte al Pc a parlare di nulla con persone che non vedranno mai, perdendo il contatto con la realtà

2) Facebook si è rivelato uno strumento molto pericoloso (vedi l'ultimo caso degli infermieri che a Torino hanno filmato i pazienti e postato il video su Facebook)

3) Molti impiegati si trastullano con Internet in ufficio, con impatti negativi sulla produttività

4) Nessuno controlla i contenuti...sulla rete si trova di tutto, si può dire di tutto, la rete è incontrollabile...siamo di fronte ad una sorta di "dittatura della libertà".

Diversi sono gli argomenti che si potrebbero utilizzare per confutare queste tesi, ma mi limito ad uno solo: l'utilizzo consapevole del mezzo.

Secondo me, l'errore di fondo di queste argomentazioni consiste nel pensare che il problema risieda nel mezzo, nella tecnologia. Io penso che stia invece nella testa delle persone che usano la tecnologia. E' vero, le nuove tecnologie sollevano nuovi interrogativi su come ci rapportiamo con gli altri: la risposta però non penso sia nel "mettere i lucchetti ad Internet", come suggerisce l'autore, ma nell'educare le persone, sin da piccole, ai nuovi media, aiutarle a distinguere tra reale e virtuale e a mantenere quel senso critico, quella capacità di ragionare e discernere che è - o almeno dovrebbe essere - caratteristica imprescindibile dell'essere umano (e che, per la cronaca, si dovrebbe esercitare nei confronti di TUTTI i media: giornali, televisione, cinema, radio, ecc.)

2 commenti:

Lisa ha detto...

Cara Beth, condivido le tue argomentazioni che credo possano essere riassunte in un semplice "pensare con la propria testa!", attività non sempre praticata, anzi, rarissima nei ragazzi e solo un po' più frequente negli adulti. Milioni di anni di evoluzione ci hanno lasciato in eredità un cervello in grado di fare le cose che tu scrivi in fondo al post, ma siamo pur sempre dei pigroni che preferiscono che siano altri a fare e anche pensare per noi! Così qualunque cosa può essere pericolosa, anche un libro di favole, dove il mondo è dipinto in buoni-belli e cattivi-brutti, o un servizio di moda al telegiornale con le modelle filiformi e malate, se non si possiede la capacità di capire e interpretare i diversi linguaggi.
Per quante riguarda gli impiegati cazzeggiatori, o "fannulloni" come usa dire oggi, be' io credo che se fossero controllati a dovere e avessero scadenze e standard da rispettare pena provvedimenti disciplinari, forse magicamente internet perderebbe tutto il suo fascino!

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Concordo pienamente: più controllo non guasterebbe...peraltro, se fosse solo colpa di Internet non si capirebbe il perché certi settori - es. la pubblica amministrazione - non brillino per efficienza e questo certamente non dai tempi di Internet, ma da ben prima!