giovedì 4 dicembre 2008

Lacrime in...the Sky

Sì, proprio così, a leggere i giornali di questi giorni viene proprio da piangere. La vicenda "Sky" è l'ennesima testimonianza dello stato malato in cui verte la nostra politica. Riassumiamo (semplificandola di MOLTO...) la vicenda:
1) Il Governo decide di portare al 20% (dall'attuale 10%) l'IVA sugli abbonamenti alla pay-tv (iniziativa che colpisce soprattutto Sky che vanta circa 4,7 milioni di abbonati - meno Mediaset che ha pochi abbonati alla sua offerta televisiva a pagamento sul DTT e che vende perlopiù singoli eventi a pagamento). Il motivo: è necessario soddisfare la richiesta della Commissione europea, che già ai tempi dell'Esecutivo Prodi aveva minacciato di arrivare ad un processo di infrazione contro l'Italia qualora l'Italia avesse continuato ad applicare IVA diverse su servizi ritenuti "analoghi" (da un lato i servizi di pay-per-view proposti da Mediaset sul digitale terrestre - con IVA al 20% - e dall'altro gli abbonamenti Sky con IVA al 10%). La Commissione europea dice soltanto che bisogna uniformare: o verso il basso o verso l'alto. La decisione spetta al Governo ma la Commissione suggerisce una soluzione verso il basso (idealmente il 10%). Il Governo decide invece di alzare l'IVA, apparentemente per "far cassa", per utilizzare quelle maggiori entrate per bonus sociali, ecc. In Europa la situazione è molto variegata: i paesi membri, infatti, secondo una normativa comunitaria, possono scegliere per questi servizi aliquote IVA "speciali" (nei principali paesi ad oggi siamo attorno a valori inferiori al 20%, con il minimo della Francia al 5,5%)
2) La decisione del Governo suscita un putiferio: da sinistra attaccano parlando di uno sgarro che Berlusconi vuole fare a Murdoch, che, con Sky, comincia a dare fastidio all'eterno duopolio Rai-Mediaset...Quando viene rivelato, qualche giorno più tardi, il carteggio con la Commissione europea, la destra gongola dicendo che la sinistra ha fatto tanto rumore per nulla...l'obbligo di uniformare era europeo...dunque nessun interesse nascosto da parte del Governo. Vergogna alla sinistra che difende i ricchi abbonati della pay-tv di Murdoch!

Mio commento e motivo delle mie amare lacrime: ancora una volta in Italia non si riesce a discutere dei problemi in modo obiettivo e serio...tutto è perennemente "inquinato" da malafede, stupidità, leggerezza, incompetenza, ecc. La sinistra ha fatto una pessima figura (colta di "sorpresa" dalle rivelazioni di Tremonti sul carteggio con l'UE) e perdipiù su una questione che non è certo avvertita dai cittadini come tra le più "rilevanti". Piuttosto, la sinistra dovrebbe ricordare come sulla questione della televisione tante siano state le mosse del Governo di destra apertamente scorrette e non in linea con il diritto . Il problema è che con quel tono di lamento perenne che la contraddistingue da ormai troppo tempo e la mancanza di interlocutori capaci, la sinistra sembra aver perso la capacità di ragionare ed ARGOMENTARE. Eppure gli argomenti ci sarebbero: la Commissione europea ha chiaramente e più volte sottolineato come la legge Gasparri - ottimo esempio di legge fatta ad hoc per preservare nefandezze del passato e uno status quo consolidato anche per colpa della sinistra - non sia in linea con il diritto comunitario; la Corte di Giustizia europea nel gennaio 2008 ha dato ragione all'imprenditore Di Stefano che da anni, pur avendo legittimamente ottenuto la concessione per fare la sua televisione, aspetta le frequenze necessarie per trasmettere (frequenze che sono occupate da Rete4, grazie ad una abilitazione transitoria...). Il Consiglio di Stato, in una sentenza di fine maggio 2008, ha esortato il Ministero dello Sviluppo Economico (competente anche per le Comunicazioni) a rispettare questa sentenza della Corte di Giustizia europea. E queste sono cose dette da enti indipendenti, non dal portavoce di qualche partito politico. Tra l'altro, se il Parlamento/Governo non provvederanno entro il 2009 a modificare la Gasparri nelle parti in cui essa viola il diritto comunitario, l'Italia dovrà sborsare cifre intorno ai 300-400.000 euro al giorno...apparentemente anche retroattivamente al 2006 (e queste non mi sembrano proprio briciole...). Se a questo aggiungiamo l'infrazione per il sovvenzionamento - tramite soldi pubblici - dei set-top-box digitali terrestri, varie procedure per infrazioni sulla pubblicità ecc. arriviamo, secondo me, ad alcune conclusioni...
1) E' necessaria una seria revisione della normativa in campo televisivo, non fatta in base a logiche di partito (sinistra, destra, centrosinistra, ecc.) ma che riformi il sistema televisivo italiano a vantaggio dell'informazione, della qualità e della competitività del sistema televisivo italiano nel suo complesso
2) Senza entrare nel merito della decisione sull'IVA, il caso Sky dimostra come le iniziative dell'Esecutivo possano facilmente essere criticate come misure ad hoc per favorire gli interessi del Presidente del Consiglio, delle sue aziende, ecc. Sarebbe dunque utile per TUTTI giungere finalmente ad una soluzione (chiamatela legge sul conflitto di interessi o altro) che tuteli in primis i cittadini e i principi democratici, ma anche quelle persone che, democraticamente elette, assumono incarichi di Governo (oggi Berlusconi, domani qualche altra persona con rilevanti interessi economici in gioco) e che hanno il diritto di proporre, nelle sedi parlamentari, le proprie iniziative senza sentirsi ogni giorno potenzialmente accusati di favoritismi, ecc. E sarebbe un bel gesto che questa proposta arrivasse proprio da chi è chiamato in causa...
3) E infine un avvertimento alla sinistra: dove sono le proposte del governo ombra sui temi importanti sui quali le forze politiche dovrebbero confrontarsi? Urlare "al lupo al lupo" serve poco: bisogna smetterla di urlare, di fare comizi e cominciare ad argomentare, a discutere, a proporre...altrimenti non solo si rischia di perdere il proprio uditorio, ma anche di non essere mai presi sul serio da quanti, pur avendo votato il centrodestra, avrebbero l'onestà intellettuale di riconoscere gli errori commessi dai propri eletti.
Sogni...in the Sky?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Betta, d'accordo con te sull'inutilità di un certo antiberlusconismo di sinistra, che urla anziché argomentare. Però davvero ti aspetti che il nostro attuale Primo Ministro faccia una legge sul conflitto di interessi? Ha sempre risposto che la questione non esiste, è pura invenzione della propaganda comunista.

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Cara Rob, capisco l'obiezione (e in parte me l'aspettavo). Io ovviamente penso che la questione esista e...mettiamola in questi termini: anche solo eventuali sospetti sulla sua esistenza dovrebbero costituire un motivo sufficiente per spingere le persone che ne sono soggette a fare qualcosa in questo senso..proprio per evitare continue accuse. Questo sì, sarebbe un gesto significativo (e anche politicamente "scaltro", in quanto toglierebbe alla sinistra certi suoi argomenti, a volte pretestuosi). Tra i collaboratori del Presidente del Consiglio ci sono persone che penso siano consapevoli di queste cose...chi lo sa che qualcuno non riesca a convincerlo? E' vero, l'approvazione di norme come il lodo Alfano non inducono a ben sperare. Ma è anche vero che purtroppo, i toni con i quali spesso da sinistra si accenna alla questione non favoriscono quel clima "sereno" che dovrebbe accompagnare un dibattito serio su questa materia...per questo, penso, in tanti cittadini, si guarda ad iniziative sul conflitto di interesse non come a necessari strumenti per assicurare la democrazia, ma come iniziative punitive ad personam...purtroppo. Dal momento che, a mio parere, motivazioni serie per criticare il governo sulla questione della tv (come su altre) esistono, mi dispiace assistere, quasi quotidianamente, ad un teatrino che si perde dietro a rivoli che non portano da nessuna parte e che non fanno altro che lasciare nello sconforto chi crede nel confronto -anche duro, ma serio e costruttivo - sulle politiche sociali e economiche del nostro paese.

Max ha detto...

Io concordo con Rob, sono abbastanza scettico sulle scelte della politica (sia dell'attuale governo, che di quello precedente che in due anni al potere si è ben guardato dal ritoccare la Gasparri ed affrontare il conflitto di interessi).
Confido invece sul potere del web. Che nell'arco dei prossimi 10-15 anni spero soppianterà in buona parte il ruolo di informazione ed intrattenimento della TV. A quel punto controllare tre televisioni non sarà più fonte di potere.
Temo fra l'altro che anche i nostri retrogradi politici se ne stiano accorgendo, come ben dimostrato dalla nuova nefandezza proposta da Berlusconi che vuole introdurre una regolamentazione per la rete con un identificativo personale obbligatorio per tutti i navigatori, o roba del genere. La preoccupazione è condivisa, con ben più autorevolezza, dal professor Fuggetta (http://www.alfonsofuggetta.org/?p=4003).

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Max, per quanto riguarda la Gasparri, in realtà c'era stato un tentativo di modifica (la cosiddetta Gentiloni), peraltro criticabile in quanto poneva un tetto alla crescita del fatturato pubblicitario di un'azienda (con preoccupanti profili anche dal punto di vista giuridico)...e anche in quella occasione l'impressione che si era diffusa era di una legge "contro", non di una legge "per"...(per la riforma, ecc.). Alcune osservazioni sui tuoi punti : 1) senza dubbio il web avrà un ruolo sempre più importante nei prossimi anni (penso soprattutto sotto il profilo di opinion-making e, in generale, di scambio delle opinioni, non tanto di intrattenimento). Per l'intrattenimento ci vorrà parecchio tempo (forse anche di più di 15 anni)...il problema alla base è infatti il modello economico. La questione è complessa: 1) Come è noto la tv generalista si basa su canone e (soprattutto) pubblicità...ora la pubblicità sul web, per quanto in crescita, rappresenta ancora una fetta piccola della torta totale. I motivi sono tanti e legati, tra l'altro ad alcuni ritardi del nostro paese: scarsa informatizzazione - possesso PC -nelle famiglie, penetrazione della banda larga (necessaria per accedere alla web tv) inferiore a quella degli altri principali paesi europei, ecc. Fino a quando una imponente massa di utenti non si sarà spostata sulla web tv o su Internet in generale, difficilmente le aziende inserzioniste pagheranno per la pubblicità 2)i contenuti: i contenuti vengono pagati dalla pubblicità (o dagli abbonamenti degli utenti nel caso della pay-tv)...senza pubblicità è difficile che ci siano contenuti di qualità. E senza contenuti di un certo tipo non si fa una tv. In sintesi: la web tv è un fenomeno interessante, ma si trova in uno stadio iniziale, di sperimentazione. Nessuno sa che cosa avverrà nei prossimi anni: la IP TV (la televisione che "viaggia" sul protocollo internet) potrebbe essere un modello interessante, ma di fatto oggi il modello è bloccato (chiusura nei confronti dei contenuti Internet, modello a pagamento per mancanza di interesse degli inserzionisti pubblicitari, ecc.). Insomma i prossimi anni saranno interessanti..ma per sbloccare il sistema è necessario avviare un processo virtuoso (di business model funzionante) che oggi appare ancora lontano...vedremo..Sulla regolamentazione della rete, non ho ancora letto dell'iniziativa, ma ho letto già molte critiche...senza dubbio è necessario, come sempre vigilare...vigilare..