lunedì 1 dicembre 2008

Anime e Manga: il punto di vista orientale

Mi ricollego al post di Beth di qualche giorno fa per introdurre una variante sul tema: il fumetto orientale.
Il termine manga, che letteralmente significa "immagini casuali", ha radici storiche, che permettono di risalire fino al XVIII secolo.
A dare per primo lustro e importanza al genere fu sicuramente Hokusai Katsushika.
Noto per le famose "36 vedute del monte Fuji" (raccolta a cui appartiene la celebre "Onda") e per le successive "100 vedute del Monte Fuji", Hokusai fu tra i primi a lavorare sui manga, immagini senza uno scopo preciso che raffigurano persone, animali, situazioni di vita vissuta, arti e mestieri, strumenti, attrezzi e mille altri soggetti. Nel corso della sua vita, Hokusai realizzò più di 4.000 disegni, dando libero sfogo alla sua creatività e, in molti casi, al suo sottile umorismo.
La raccolta dei manga, inizialmente destinata ad un utilizzo pedagogico come manuale di pittura, rivela il metodo pittorico dell'artista nonché un universo grafico che interpreta la natura e il mondo degli uomini.
Oggi il termine manga ha cambiato significato e in Giappone è sinonimo, in modo più generale, del temine fumetto. Il significato assume una connotazione diversa nel resto del mondo, dove con il termine manga si intende chiaramente il fumetto giapponese (il fumetto coreano è chiamato manhwa e quello cinese manhua).
In Giappone il fumetto è a tutti gli effetti un genere letterario, e come tale viene venduto e commercializzato. I manga non vengono venduti solo in edicola, anzi! La maggior parte di essi si trova in libreria, in un'area specializzata, come qualsiasi genere letterario.
Per chi ama questo genere, in una qualsiasi libreria di ogni angolo del Giappone è possibile trovare almeno uno scaffale zeppo di titoli vecchi e nuovi.
Normalmente i manga vengono serializzati a puntate su riviste specializzate in fumetti, di solito con pubblicazione settimanale o mensile, e si rivolgono al pubblico più vasto possibile. Come tutti i libri che si rispettino, ogni manga ha un pubblico di riferimento: ragazze (shojo manga), ragazzi (shonen manga), adulti, bambini,...
Queste riviste specializzate (che arrivano ad essere anche di 300 pagine!) sono stampate su carta scadente ed esclusivamente in bianco e nero.
Se un manga che viene serializzato raggiunge un discreto successo di pubblico e vendita, la casa editrice può proporre un'edizione da collezione, in volumi rilegati come un libro, dove le tavole in bianco e nero sono introdotte da alcune illustrazioni a colori realizzate apposta per l'edizione: parliamo dei cosiddetti tankobon.
Alcune serie di manga hanno segnato la vita di molti Giapponesi e alcuni autori sono considerati addirittura più importanti di molti scrittori contemporanei. Un esempio è Osamu Tetsuka, noto anche in Italia per alcuni cartoni animati quali Kimba il Leone Bianco, La Principessa Zaffiro, Astro Boy... Appena fuori dalla stazione centrale di Kyoto si possono trovare due cabine del telefono sovrastate da alcuni personaggi da lui realizzati.
Possiamo ricordare Doraemon, tenero micione-robot blu che è stato spesso utilizzato per numerose campagne pubblicitarie, non solo in Giappone ma anche all'estero.
Alcuni autori serializzano lo stesso manga da almeno 35 anni, pubblicando una puntata o due all'anno...lasciando così i lettori con il fiato in sospeso!
Spesso i manga sono anche lo spunto da cui nascono i cartoni animati, che in Giappone sono chiamati anime. Il termine anime è una contrazione di animeshoon, traslitterazione giapponese del termine inglese animation, e identifica l'animazione e il cartone animato giapponese.
I primi anime nacquero nel 1914 ed erano basati su soggetti tradizionali. In quell'epoca alcuni autori cominciarono a sperimentare, ognuno per conto proprio, delle tecniche di animazione rudimentali come, ad esempio, fotografare in sequenza disegni realizzati col gesso su una lavagna.
Oggi in Giappone gli anime altro non sono che film di animazione a tutti gli effetti (a volte brevi, ad episodi, o veri e propri lungometraggi cinematografici). Tra i più grandi autori ricordiamo Hayao Miyazaki, celebre padre di Conan il ragazzo del futuro, e realizzatore di film quali La città incantata (per il quale ha ricevuto l'Oscar), La principessa Mononoke, Il castello errante di Howl (tratto da una fiaba inglese) e molti altri.
Questo è il mondo dei manga di Hokusai, un mondo moderno di carta e sogni, un mondo di anime tutte da scoprire...

3 commenti:

Beth (Elisabetta Comini) ha detto...

Cara Ele, grazie mille per questo affascinante "scorcio" sul Giappone e sulla sua letteratura. Interessante anche il collegamento con i cartoni animati...Chi lo avrebbe detto che il legame tra la Principessa Zaffiro e le onde di Hokusai fosse così stretto?

Lisa ha detto...

Interessante davvero! Anche perché, cara Ele (correggimi se sbaglio), quando si parla di manga, normalmente si pensa sì ai fumetti giapponesi, ma solitamente dal contenuto erotico, pensiero molto riduttivo alla luce di quanto hai scritto.

Ele ha detto...

Cara Lisa, hai perfettamente ragione. In Italia si pensa ai manga solo ed esclusivamente come ad un fumetto erotico (per non dire porno). Il genere esiste in Giappone, come esistono romanzi rosa e più osè, ma limitare a questo il fumetto giapponese è come mangiare solo la ciliegina sulla torta e dimenticarsi della cosa più buona! Ma si sa, viviamo legati a pregiudizi ed etichette, senza informarci mai abbastanza e correttamente...